IL DIVANO DEI GIUSTI/1 – HO SEGUITO LE INDICAZIONI DI SKY E AMAZON E MI SONO VISTO DUE FILM BRUTTI O BRUTTINI O FORSE INVEDIBILI. IL PRIMO È “OPERATION FORTUNE”, SUB 007 DI GUY RITCHIE CON JASON STATHAM CHE MENA TUTTI. NIENTE DI CHE, ANCHE PEGGIO DI QUEL CHE CREDEVO, CON QUALCHE BATTUTA DIVERTENTE PERÒ – SI SCENDE ANCORA PIÙ IN BASSO CON LA COMMEDIA “IO E MIO FRATELLO”, CON LA DENISE TANTUCCI DI “TRE PIANI” QUI IN VERSIONE LESBO CHE VUOLE RICONQUISTARE LA RICCIOLUTA GRETA FERRO – VIDEO
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Marco Giusti per Dagospia
Ieri sera, invece di cercarmi qualcosa di strano o di buono o di classico, ho seguito le indicazioni di Sky e di Prime Video e mi sono visto due modestissimi film proposti con grande spolvero dalle piattaforme. Alla fine con piacere, perché non mi dovevano impegnare granché.
La sera prima mi ero visto il ben più complesso “Partner” di Bertolucci su Mubi con un fenomenale Pierre Clementi e una favolosa Tina Aumont. Credo che avesse ragione il cugino di Bernardo, il produttore Giovanni Bertolucci che, con film come “Partner” e una dipendenza così stretta da Godard e dalla Nouvelle Vague, non sarebbe mai esploso. “Il conformista”, prodotto da Giovanni Bertolucci, fu tutta un’altra storia.
Ma “Partner” con i suoi colori pop e la sua ingenuità godardiana ha il suo fascino. I film brutti o bruttini o forse invedibili che mi sono visto invece ieri sono il sub 007 “Operation Fortune: Ruse de guerre” di Guy Ritchie con Jason Statham che mena di brutto, Aubrey Plaza in versione Rebecca Ferguson, Josh Hartnett che finge di far la star di Hollywood, Hugh Grant in versione villain sofisticato, e la commedia “Io e mio fratello” diretta da Luca Lucini, prodotta da Saccà padre e figlio con la Denise Tantucci di “Tre piani” (ricordate la scena con Scamarcio che se la tromba togliendosi pantalone mutanda con la mano destra in mezzo secondo?) qui in versione lesbo che vuole riconquistare la riccioluta Greta Ferro (protagonista del modestissima serie “Made in Italy”) che sta per sposarsi proprio con suo fratello, Cristiano Caccamo, in un paesino della lontana Calabria come vuole la Saccà connection.
Il primo film, l’action-spy che Guy Ritchie ha diretto non so se prima o dopo il più interessante war movie “The Covenant" con Jake Gyllenhaal, appena uscito in America, è fracassone e stupidino quanto basta per veder qualcosa in tv. Jason Statham mena tutti, Hugh Grant si diverte a fare il miliardario matto, Aubrey Plaza pensa di essere arrivata tra le grandi star. Niente di che, anche peggio di quel che credevo, con qualche battuta divertente però.
Direi che si scende ancora più in basso con il triangolo amoroso calabrese di “Io e mio fratello” dove, oltre alla presenza di qualche buon comico buttato nella mischia, la mamma di Lunetta Savino, la zia di Teresa Mannino in versione milf che vuole scopare, un Nino Frassica viticultore con cappelletto impossibile, la vera cosa interessante è proprio l’idea di una protagonista lesbica in guerra col fratello per recuperarsi la vecchia fidanzata del paesello. E pensare che Cristiano Caccamo, il fratello etero, aveva già interpretato la commedia con matrimonio gay tra lui e Salvatore Esposito, “Puoi baciare lo sposo”. Devo dire che, anche se il film è vedibile solo a tarda notte, quando ti guardi qualsiasi cosa, Denise Tantucci ha una freschezza.