IL DIVANO DEI GIUSTI - PURTROPPO IL FILM PIÙ COATTO DELLA SERATA, “FRA TAZIO DA VELLETRI” COL MITICO REMO CAPITANI, CHE NON RIUSCIVA DIRE FILM MA SOLO “FILME”, SI PUÒ VEDERE SOLO ALLE 4, 45 SU CINE 34. IN ALTERNATIVA IL MIO SPIRITO COATTO MI SPINGEREBBE A VEDERE UNA SERIE COREANA VIOLENTA COME “BLACK KNIGHT”, SU NETFLIX – SU LA7 ARRIVA “AMORE MIO AIUTAMI” CON ALBERTO SORDI E MONICA VITTI, DEDICATO AL COMPORTAMENTO DEL MASCHIO ITALIANO DI FRONTE AL TRADIMENTO DELLA MOGLIE. BOTTE, BOTTE E BOTTE. OGGI IMPOSSIBILE DA PROPORRE IN PRIMA SERATA - VIDEO
-
Il divano dei giusti 13 maggio 2023
Marco Giusti per Dagospia
Che vediamo stasera? Purtroppo il film più coatto della serata, “Fra Tazio da Velletri” col mitico Remo Capitani, che non riusciva dire film ma solo “filme”, si può vedere solo alle 4, 45 su Cine 34.
In alternativa so bene che il mio spirito coatto mi spingerebbe a vedere una di quelle serie coreane violente come questa “Black Knight” con Kim Woo-bin, Song Seung-heon, Kang Yoo-seok, appena uscita su Netflix, nuovissima, ambientate in un futuro post-apocalittico dove il mondo è diviso in classi regolate da un codice QR (te pareva…) e chi non ce l’ha ha poche scelte, o diventa corriere d’aria o fa il bandito rincorrendo i corrieri per rubare l’aria. Altro che Bombolo. E quindi Bang! Bang! Corrieri contro banditi come nel far west.
Quanto a coattaggine credo che non sia seconda a nessuno nemmeno Jennifer Lopez come protagonista dell’action seriale “The Mother”, appena uscito su Netflix anche questo, diretto da Niki Caro con Joseph Fiennes e Gale Garcia Bernal.
In chiaro in prima serata, però, stasera vedo cose interessanti. Come “Formula per un delitto” diretto nel 2002 dal glorioso Barbet Schroeder con Sandra Bullock, Ben Chaplin, Ryan Gosling, Michael Pitt, Chris Penn, Iris alle 21, dove due detective cercano di capire qualcosa nel delitto di una ragazza, uccisa, pare, per dimostrare la realtà di un delitto perfetto.
Su Rai Gulp alle 21, 05 vi consiglio “Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali", non uno dei capolavori di un maestro come Tim Burton, ma un buon fantasy per ragazzi con ottimi attori e un gran gusto di messa in scena. Alle prese con la prima trasposizione cinematografica dei romanzi di Ransom Riggs, un americano che ha avuto grande successo di pubblico con la saga di Miss Peregrine, Tim Burton non può che portarsi dietro il suo mondo e la sua grande macchina produttiva.
La geniale costumista Collen Atwood, amica e collaboratrice di tutti o quasi i film di Tim Burton nonché responsabile degli abiti di Animali fantastici, il direttore della fotografia francese Bruno Delbonnel, lo scenografo Gavin Bocquet, responsabile degli ultimi Star Wars. E, soprattutto, la sceneggiatrice americana Jane Goldman, che ha firmato film di successo bizzarri come gli X-Men, Kingsman, Kick-Ass. Con una squadra assolutamente di serie A e un cast di attori che va da Eva Green a Terence Stamp, dal giovane Asa Butterfield a Judi Dench, Tim Burton deve lottare sia con il suo meraviglioso cinema precedente, sia, soprattutto, con il nuovo cinema fantastico delle saghe dei supereroi alla Doctor Strange.
In questa sfida, Tim Burton non può che uscire vincitore se non a tratti. Seminati qua e là nel film ci sono delle perle, lo scontro tra i due esserini giocattoli con un cuore palpitante ripresi a passo uno, la trasformazione in uccello della ymbryne Eva Green, lei sì favolosa, il grande omaggio degli scheletri armati di sciaboloni al cinema di Ray Harryhausen, la costruzione della casa di Miss Peregrine.
Ma sono bellissimi anche gli interni delle casette in Florida con Terence Stamp che fa il vecchio nonno Abe, o lo studio della psicologa Allison Jenney. Ma dopo più di due ore il match con la memoria dei suoi capolavori e con il nuovo cinema fantastico harrypotteriano non è vinto da Tim Burton.
Per i patiti dell’action ricordo su Canale 20 “Amici per la morte”, diretto una ventina d’anni fa da Andrzej Bartkowiak con Kelly Hu, Jet Li, DMX, Anthony Anderson, Tom Arnold, Mark Dacascos, Gabrielle Union.
Su Canale 27 alle 21, 10 mi rivedrei molto volentieri lo scombinato, ma ricchissimo di gag, idee e partecipazioni speciali “Tutto in una notte” di John Landis con Jeff Goldblum, Michelle Pfeiffer, Irene Papas, Dan Aykroyd. Diciamo che Jeff Goldblum in quel di Los Angeles nella notte scopre che sua moglie lo tradisce e non rientra a casa, ma incontra Michelle Pfeiffer.
Assieme a lei, inseguiti da quattro iraniani minacciosi, uno è lo stesso Landis, incontreranno un numero impressionisti di grandi regist del tempo, David Cronenberg, Jonathan Demme, Richard Franklyn, Rick Baker, Paul Mazursky, Paul Bartel, Don Siegel, Jack Arnold, ma anche David Bowie e Irene Papas.
Su Rai Movie alle 21, 10 avete un Muccino storico, “L’ultimo bacio” con Stefano Accorsi, Giovanna Mezzogiorno, Stefania Sandrelli, Marco Cocci, Giorgio Pasotti. Forse il suo film migliore.
Bellissimo sia per i fan di Alberto Sordi che per quelli di Francesco Rosi, “I magliari” diretto da Rosi alla sua seconda regia nel 1959, scritto assieme a Giuseppe Patroni Griffi e Suso Cecchi D’Amico e interpretato, oltre che da Sordi, anche da Renato Salvatori, dalla bellissima Belinda Lee, Aldo Giuffré, Nino Vingelli e dal padre di Ciro Ippolito, Carmine, come il boss Don Raffaele Tramontana.
Italiani che si arrangiano in Germania, con Sordi come il romano Totonno che porta sulla cattiva strada il giovane operaio Salvatori insegnandoli tutti i trucchi del mestiere di magliaro. Grande bianco e nero del tempo.
Su Cielo alle 21, 15 avete un horror erotico coi fantasmi scopatori diretto nel 1975 dal maestro Jesús Franco, “La felicità nel peccato”, con le sue muse Alice Arno e Lina Romay, Verónica Llimerá, Paul Muller, Monica Swinn, James Harris. La versione hard dura 81 minuti, quella soft 76…
Su Cine 34 alle 21, 15 torna “Scuola di ladri. Parte seconda” di Neri Parenti con Paolo Villaggio, Massimo Boldi, Florence Guérin, Enrico Maria Salerno, John Richardson, Romano Puppo. Senza Lino Banfi… Su Canale 5 alle 21, 20 trovate “Mamma o papà?” di Riccardo Milani con Paola Cortellesi, Antonio Albanese, Luca Marino, Marianna Cogo, Alvise Marascalchi, commedia che precede di poco la più riuscita e fortunata “Come un gatto in tangenziale”.
Questo è il remake di un successo francese, “Papa ou maman?”, quasi tre milioni di biglietti venduti in patria, diretto da Martin Bourboulon e scritto da Alexandre de La Patélliere e Matthieu Delaporte, la coppia responsabile anche di sceneggiatura e regia di Le prénom e interpretato dai formidabili Laurent Lafitte de la Comédie e Marina Fois.
Milani ne ha fatto una versione quasi fotocopia dell’originale, adattandola però alle forti personalità dei suoi due protagonisti, Paola Cortellesi, che è anche cosceneggiatrice assieme a Giulia Calenda, e Antonio Albanese. La maggior variante è che la coppia in questione, pronta a scannarsi piuttosto che a cedere su chi non avrà i tre figli sul gobbone , è veneta, di Treviso, e i due attori parlano un po’ come in “Signore e signori” di Pietro Germi.
Anche se qualcosina del capolavoro di Germi è nell’aria, almeno nella prima parte, ci sembra che l’interesse maggiore di Milani sia nel buon funzionamento dell’allora coppia comica, inedita al cinema, formata da Albanese-Cortellesi, e nell’attenersi scrupolosamente alla sceneggiatura originale francese. Al punto che molte situazioni, trovate, e perfino ambientazioni sono proprio identiche.
Certo nella scena clou della festa del piccolo Giulietto, il bambino più piccolo, Albanese si veste da Zorro e non da pirata, ma la Cortellesi è vestita da fatina come Marina Fois. C’è molta cura, però, nella scelta del cast di contorno. Il ginecologo Albanese ha come amante la giovane e bella Matilde Gioli, che abbiamo da poco sentito citare Bela Balasz ai David di Donatello, mentre l’ingegnere Cortellesi ha come superiore un arcigno Carlo Buccirosso, assolutamente favoloso, e come partner di lavoro Claudio Gioè. Ma la sostanza non cambia.
Diciamo subito che la cosa più divertente e riuscita del film è proprio il veneto che parlano Cortellesi e Albanese e il loro repentino cambiamento da coppia borghese che cerca di dividersi in maniera civile a coppia pronta a uccidersi per ottenere quel ognuno di loro vuole.
Su Italia 1 alle 21, 20 avete il divertente cartone animato “Madagascar 3” di Eric Darnell, Tom McGrath. In seconda serata ci segnalo il bel documentario di Gianni Amelio, “Felice chi è diverso” con Gianni Amelio con Giorgio Bongiovanni, Nicola Calì, Francesco Cocola, Pieralberto Marchesini, dedicato a come è stata vissuto nel secolo scorso l’omosessualità in Italia, tra fascismo e cultura cattolica.
Su Cine 34 alle 23, 10 ricordo buono “Poliziotti”, tra i migliori film di Giulio Base, tratto da un soggetto di Sergio Citti con Claudio Amendola, Kim Rossi Stuart, Michele Placido, Nadia Fares, Luigi Diberti, mentre su Rai Movie alle 23, 15 passa la seconda parte della saga “Il ragazzo invisibile” di Gabriele Salvatores con Ludovico Girardello, Ksenia Rappoport, Galatéa Bellugi, Ivan Franek, Dario Cantarelli. La terza parte che doveva chiudere l’opera non verrà mai girata.
Qui, sono passati tre anni dal primo episodio, i lunghi boccoli biondi del protagonista sono cresciuti e scopre che ha pure una mamma russa invisibile, una sorella torcia, in grado cioè di appicciare il fuoco con le mani, per non parlare di una serie di compari speciali che hanno le loro belle caratteristiche, Roccia il forzuto, Morfeo l’incantantore.
Anche se la battuta “Tutti noi abbiamo un lato oscuro”, magari, dopo tanti Batman ce la potevamo risparmiare. Non deve essere facile mettere in piedi un film di supereroi giovanili in Italia, quando sai che il pubblico, soprattutto quello dei ragazzini, è ipercritico e pronto a massacrarti. E non deve essere facile farlo dopo il successo del Jeeg Robot di Mainetti. Inoltre Michele, il Ragazzo Invisibile, interpretato da Ludovico Girardello, è un sedicenne borghese, che nella prima avventura aveva una mamma adottiva poliziotta come Valeria Golino, stravede per una compagna di scuola, Stella, Noa Zatta, molto pariola.
E’ davvero lontano dal mondo alla Zerocalcare di Jeeg. Per fortuna, in questo secondo capitolo, gli associano oltre alla mamma russa dai capelli bianchi e l’aspetto da vampira perversa come la Yelena di Ksenia Rappaport, anche una sorellina molto più dark, come la Natasha di Galatea Bellugi, sorta di Cara Delevingne italo-finlandese che, come Ilenia Pastorelli, non parla un italiano perfetto, anzi, ma è di per sé un fumetto interessante.
Quando si tratta, invece, di mettere su una squadra di Avengers, di persone speciali, le cose si complicano, anche perché si chiamano una serie di soggettoni molto visti nel cinema italiano diciamo di genere, da Ivan Franek a Emilio De Marchi, mentre funzionano decisamente meglio attori mai visti da noi come Katia Mironova come Cinetica, una ragazza capace di spostare gli oggetti, o il forzuto Mikolai Chroboczek come Roccia o la Libellula di Matej Martinak.
Anche se poi il lato stracultistico trova nel pippofranco morettiano Dario Cantarelli come Morfeo un suo lato grandioso. Diciamo però che tutto l’intreccio russo che è all’origine della storia degli speciali e dei superpoteri del Ragazzo Invisibile funziona bene, inoltre funzionano sia Ksenia Rappoport che Galatea Bellugi come la nuova famiglia di Michele, tarsferendo il tutto, un po’ alla Jeeg, ma già era così nella prima avventura, nella zona del fumetto moderno. Salvatores si sforza davvero di pensare un film per un pubblico di ragazzi e non di soliti babbioni cinéfili. Purtroppo non ha funzionato.
Su rete 4 alle 23, 35 occhio al celebre “Speed” di Jan De Bont con Keanu Reeves, Dennis Hopper, Sandra Bullock, Jeff Daniels. Ottimo. Occhio anche a “Matrimonio alle Bahamas” diretto da Claudio Risi, con Massimo Boldi (“Me la ciula, me la ciula, me la ciula!”), Biagio Izzo, Enzo Salvi, Anna Maria Barbera, Tosca D’Aquino, Cine 34 alle 0, 25. «Non aspettare Natale per ridere», recitava la frase di lancio del film, che non usciva a Natale, ma che era fatto con tutti gli avanzi dei film dei Natale passati.
Scritto dai Vanzina Brothers, prodotto e distribuito da Medusa in più di 400 sale, il film esce proprio mentre Berlusconi sale sulle auto a Piazza San Babila e lancia il suo nuovo partito, dimostrando, scrivevo allora sul glorioso Il Manifesto, “quale desiderio abbia il pubblico italiano di comicità, e quanto conti, a livello produttivo, il ritorno ai generi nel nostro cinema”. Tre milioni di incasso solo alla prima settimana, ah però…
Su Iris all’1, 35 torno a segnalarvi il remake di “Gambit”, qui diretto da Michael Hoffman con Cameron Diaz, Colin Firth, Alan Rickman, Tom Courtenay, Stanley Tucci, Cloris Leachman. Così così.
Su La7 alle 2, 10 arriva “Amore mio aiutami” di Alberto Sordi con Alberto Sordi, Monica Vitti, Silvano Tranquilli, Mariolina Cannuli, Ugo Gregoretti, tutto dedicato al comportamento del maschio italiano di fronte al tradimento della moglie. Botte, botte e botte.
Oggi impossibile da proporre in prima serata, almeno è sincero nel mettere in scena cosa era e spesso è ancora il matrimonio in Italia. All’epoca non so se ce ne rendemmo conto. Io ero un ragazzino e non trovai molto divertente la scena violenta del finale sulle dune con gli schiaffoni alla Vitti.
Su Italia 1 alle 2, 25 merita una visione o una rilettura “Fenomeni paranormali incontrollabili” diretto da Mark L. Lester con la piccola Drew Barrymoore “pirocinetica” e George C. Scott. Dino De Laurentiis comprò i diritti del romanzo di Stephen King per un milione di dollari, pensando di fare girare il film a John Carpenter. Poi, assurdamente deluso da “La cosa”, che è un capolavoro anche se andò malissimo, toglie il film a Carpenter e lo affida a Mark L. Lester, che accetta subito.
Salva qualcosa la musica dei Tangerine Dreams, ma per risparmiare fa arrivare una troupe tecnica italiana, il direttore della fotografia è Giuseppe Ruzzolini, lo scenografo Giorgio Postiglione. Tutte cose davvero malviste in America.
Su Cine 34 alle 2, 45 arriva anche “Il pomicione” di Roberto Bianchi Montero con Francesco Mulè, Rosalba Neri, Gabriella Lepori, Venantino Venantini, seguito alle 4, 30 dal terribile, ma imperdibile “Fra Tazio da Velletri” di Romano Scandariato, notevole decamerone scritto da due bravissimi autori comici come Leo Chiosso e Gustavo Palazio, dal grande titolo popolare e con Fra Tazio interpretato addirittura dal mitico Mezcal, cioè Remo Capitani nascosto sotto il nome di Ray O’Connor.
“Ray O’Connor sono io”, mi dichiarò Remo Capitani a Stracult 2009, “quello era il nome che avevo nei film western. Allora avevamo tutti nomi americani. Ero stato protagonista anche in Novelle galeotte d’amore e poi lo sono stato in Finalmente le mille e una notte dove facevo da filo conduttore dei quattro episodi.
Questo era un filme soltanto che da ridere, grottesco. La sceneggiatura era molto molto bella. C’era il sesso, ma non si doveva vedere. E invece è successo che nel film si è visto anche troppo sesso e fatto male. L’abbiamo girato a Gubbio, anche nel castello di Gubbio. Mi ha fatto molto ridere però la scena della Turina con Glauco Onorato.
Avevo il contratto a settimana e non a posa. Si lavorava anche sabato e domenica, al 100% anche al 150%...”. Il vero problema del film, come notava anche Capitani, è la regia, passata dalle mani di Massaccesi, comunque alle prime armi, a quelle del suo aiuto Scandariato. Il film, ha detto Romano Scandariato a “Nocturno”, “fu iniziato da Massaccesi di cui ero aiuto regista, ma poi litigò con la produzione e se ne andò, per cui fui io a terminarlo… diciamo che è stato girato per un terzo da Massaccesi e per due terzi da me”.
Chiudo su “Streghe” di Alessandro Capone con Michelle Vannucchi, Gary Kerr, Deanna Lund, Ian Bannen, Iris alle 4, 45.