IL DIVANO DEI GIUSTI - STAVOLTA VI TOCCA SPOSTARE IL SEDERE DAL DIVANO, PERCHÉ IN TV C’È DAVVERO POCHINO. IL PUBBLICO PIÙ STRACULT SI SARÀ SEGNATO IL RECUPERO DI UN THRILLER CELEBRE, “LA DAMA ROSSA UCCIDE SETTE VOLTE” CON BARBARA BOUCHET – IN SECONDA SERATA VI PROPONGO LA RILETTURA DI UN GRANDE CLASSICO DEL CINEMA ITALIANO COME “INDAGINE SU UN CITTADINO AL DI SOPRA DI OGNI SOSPETTO” DI ELIO PETRI, CON GIAN MARIA VOLONTÉ IN STATO DI GRAZIA (“PANUNZIOOOO!”) E FLORINDA BOLKAN FAVOLOSA COME SUA AMANTE DEI QUARTIERI ALTI. GRANDE CULT DEL CINEMA DEL 68 È IL FILM CHE TUTTI NOI BRAVI RAGAZZI DI SINISTRA ODIAVAMO DI PIÙ – VIDEO
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Marco Giusti per Dagospia
Stavolta vi tocca spostare il sedere dal divano, perché in tv c’è davvero pochino, mentre al cinema vedo che qualcosa oggi arriva. Anche film non nuovissimi, come “Madre” di Bong Joon-ho, il regista di “Parasite”, qui alle prese con una madre che cerca di scagionare il figlio di un delitto che non ha commesso.
O “Agente speciale 117 al servizio della repubblica: Missione Cairo”, divertente eurospy diretto nel 2006 da Michel Hazanavicious con Jean Dujardin e Berenice Bejo, lo stesso trio che ci ha poi dato “The Artist”. Qui l’idea è di fare il verso, ma con grande rispetto a un genere e a un eroe francese, OS 117 creato da Jean Bruce, che venne più volte portato sullo schermo negli anni ’60. Il film di Hazanavicious andò così bene in patria che ne fece subito un sequel con lo stesso Jean Dujardin, ma ambientato a Rio, che probabilmente vedremo.
O “Peter Rabbit 2” di Will Gluck, uscito in tutto il mondo con grande successo. Da noi il coniglietto Peter che rischia di finire in pentola come piatto forte del signor McGregor, qui Domnhall Gleeson, non è poi così popolare. Poi questi coniglioni di peluche fanno un po’ caldo. C’è anche un fantascientifico italiano, “La terra dei figli” di Claudio Cupellini tratto dalla graphic novel di Gipi. E un revenge movie tutto azione come “Io sono nessuno” di Ilya Naishuller, musicista russo già responsabile di “Hardcore”, con Bob Odenkirk (“Better Call Saul”) che da signor Nessuno diventa Qualcuno solo con la vendetta.
Vedo che i critici americani lo hanno trattato molto bene. In tv, confesso, non c’è molto. In prima serata, Cine 34 alle 21, avete addirittura il sequel del Don Matteo in versione Enzo Salvi, “Din Don 2 . Il ritorno”, con Ivano Marescoti, Maurizio Mattioli, Giorgia Wurth. Passa anche un modesto action con Bruce Willis, “Hard Kill” di tal Matt Eskandari, Canale 20 alle 21, la commedia con Ben Stiller e Robert de Niro e Dustin Hoffman ormai vecchi, “Vi presento i miei” di Paul Weitz, Italia 1 alle 21, 20.
Leggo malissimo di “Empire Estate” di Ditto Montiel, thriller americano con il bellone australiano Liam Hemsworth e Dwayne Johnson. Non è certo un capolavoro “The Water Diviner” diretto e interpretato da Russel Crowe, Olga Kurylenko, Jay Courtney, Iris alle 21. Tanto vale buttarsi su un vecchio classico come “Laguna blu” di Randall Kleiser con Brooke Shields e Christopher Atkins, La7D alle 21, 20. Non lo vedo davvero da secoli…
Il problema del film era la nudità dei due giovanissimi protagonisti, Brooke Shields aveva solo 14 anni. Per questo motivo molti degli attori scelti, Jennifer Jason Leigh, Diane Lane, Willie Aames, Matt Dillon, finirono per rifiutare il ruolo. Brooke Sheilds e Christopher Atkins accettarono perché fu chiaro da subito che nelle scene di nudo li avrebbero sotituiti due body double. Il tutto si girò poi in una bellissima isola delle Fiji, un vero paradiso terrestre.
In seconda serata, tra repliche, “Fuga di cervelli” di Paolo Ruffini con Frank Matano su Cine 34 alle 23, o film modestissimi, “Killing Season” di Mark Steven Johnson con Travolta e De Niro, Rai Movie alle 22, 50, vi propongo la rilettura di un grande classico del cinema italiano come “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri, scritto da Ugo Pirro con Gian Maria Volonté in stato di grazia (“Panunzioooo!”), Florinda Bolkan favolosa come sua amante dei quartieri alti, Gianni Santuccio, Massimo Foschi.
Grande cult del cinema del 68, premio Oscar che Petri non andò a ritirare, è, confesso, il film che tutti noi bravi ragazzi di sinistra odiavamo di più. Il trionfo di un cinema di effetti piccoli e grandi, di recitazione iperespressionista. Qualcuno scrisse: “Volonté è così bravo che può interpretare anche la vedova Pinelli”.
Ricordo che ripensai alla mia posizione molto ideologica contro il film, lo vedevo come totalmente reazionario rispetto agli spaghetti western rivoluzionari del periodo, quando arrivò il regista di “Sid e Nancy”, Alex Cox, a spiegarmi che i nostri polizieschi ideologici erano identici agli spaghetti western. Erano pure genere. Eravamo noi spettatori a metterci l’ideologia.
Rivisto, negli anni, “Indagine…” mi riporta esattamente alla mia posizione del tempo, non a caso mio padre, questore, lo adorava, e riteneva Volonté il perfetto poliziotto del tempo, meridionale, strafottente e col calzino corto. Ultrarealistico, cioè. Ammetto che rivisto è molto divertente, solo un po’ corto. Gli manca sempre qualcosa. Ma i numeri in questura sono fenomenali.
Evitate la commedia con Will Ferrell e Kevin Hart “Duri si diventa”, Italia 1 alle 23, 25, mentre è ancora da vedere “Secretary” di Steven Shainberg, fortunata commedia sado-maso con James Spader padrone e Mage Gyllenhall segretaria pronta anche a strisciare per terra per farsi umiliare da lui.
Su Rai Movie alle 00, 25 vedo che passa un pandemico che non conosco, “Right at Your Door” di Chris Gorak con Mary McCormack e Rory Cochrane. Una famigliola di Los Angeles si sveglia, esce di casa e si ritrova in piena confusione da bomba chimica letale. Lei vorrebbe rientrare a casa, ma lui è chiuso dentro barricato. Boh? Magari è meglio il vecchissimo Tognazzi e Vianello “A noi piace freddo” diretto da Steno, Rete 4 alle 00, 45, anche se non ho mai capito cosa trovassero i nostri fratelli più grandi nei film di Tognazzi e Vianello che mi sembravano quasi sempre girati troppo in fretta e non così divertente.
Qui ci sono anche Yvonne Furneaux e Francis Blanche, ma la cosa più interessante è l’ambientazione in tempo di guerra coi tedeschi cattivi e Francis Blanche che fa il solito ufficiale tedesco cattivo ma da ridere. Il pubblico più stracult si sarà segnato il recupero di un thriller celebre, “La dama rossa uccide sette volte” di Emilio P. Miraglia con Barbara Bouchet, Marina Malfatti e Ugo Pagliai, Cine 34 alle 00, 55. Ricordo come terrificante, completamente sballato, “Gli amanti” di Vittorio de Sica con la coppia Marcello Mastroianni Faye Dunaway, tratto da una commedia di Brunello Rondi riscritta da Tonino Guerra, Cesare Zavattini e Ennio De Concini.
Troppa gente, eh? Inoltre Giovanna Gagliardo ricorda che ci lavorò anche lei segretamente per De Concini. Di una noia mortale al tempo, non gli giovò essere uscito assieme a “Satyricon” e “2001” venne subito rivalutato come bad movie da amare dal pubblico americano che era trashisticamente pazzo di Faye Dunaway.
Qui, come pazzamente innamorata ma malata terminale ha battute che per il pubblico americano sono oro, “Non mi guardare. Non sopporto gli occhi tristi. Non voglio inferniere pietose al mio capezzale!”.
Inoltre è il film galeotto dove Marcello si innamorò davvero di lei perdendo la testa. Stra-stra-stracultissimo! Ovviamente molti di voi preferiranno il gialletto tedesco bello confuso “Scotland Yard contro Dr Mabuse” di Paul May con Peter Van Eyck, Werner Peters e l’immancabile Klaus Kinski, Rai Movie alle 2, 05. Per i fan di Ermanno Olmi ricordo che Cine 34 alle 4, 20 lancia l’antico “E venne un uomo”, sorta di biopic di Papa Giovanni con Rod Steiger e Adolfo Celi. Non ho mai avuto il coraggio di vederlo.
Molto rari, e tali rimarranno, i due film previsti alle 5 su Rai Movie, il film di truffe un po’ da eurospy “Rebus” di Nino Zanchin con Laurence Harvey e Ann-Margret e su Iris il thriller “Le ultime ore di una vergine” di Gianfranco Piccioli con Massimo Farinelli, Don Backy, Sydne Rome. Mi ricordo che vidi “Rebus” in piena estate a Genova un secolo fa, al cinema Astra di Via XX settembre, non esiste più da parecchio.
Zanchin era un aiuto regista di non grande fama qui al suo secondo film, e questo “Rebus” sembrava proprio un piccolo film, anche se i protagonisti erano eccellenti e gli esterni a Beirut notevoli. Quanto a “Le ultime ore di vita di una vergine” del poi produttore Piccioli è un mischione di film sessantottino, sexy, politico, tutto frullato assieme. Massimo Farinelli, il protagonista, era il figlio di un esercente di Perugia, aveva un bel cinema proprio in centro.