EDICOLA VIRUS - I GIORNALAI APERTI NON HANNO IMPEDITO UN CROLLO DI VENDITE DEI QUOTIDIANI A MARZO (FIGURIAMOCI APRILE, UN MESE TUTTO IN LOCKDOWN). NON HANNO AIUTATO MULTE E TERRORISMO SULLE USCITE, NONOSTANTE LA MAGGIOR FAME DI NOTIZIE E IL MAGGIOR TEMPO LIBERO - I DATI ADS ELABORATI DA NICOLA BORZI: '''REPUBBLICA' E 'STAMPA' GUADAGNANO ONLINE MA NON IN EDICOLA. GLI UNICI DUE AD AUMENTARE LE COPIE (DIGITALI E CARTACEE) SONO…''
-dal profilo Facebook di Nicola Borzi
La #pandemia #epidemia di #coronavirus #Covid19 in #Italia a marzo non ha sostenuto le vendite dei quattro maggiori quotidiani italiani. Le uniche testate che sono riuscite a guadagnare lettori, ma solo sul canale online e comunque in misura insufficiente, sono state #Repubblica e #LaStampa del gruppo #Gedi. Per #Corriere e #IlSole24Ore la débâcle ha riguardato sia le copie vendute in edicola che quelle vendute online.
Perdite molto pesanti anche per #Avvenire, #Messaggero, #IlGiornale e #IlTempo. #Libero resta praticamente stabile grazie all'effetto sostituzione tra copie cartacee e copie digitali.
Gli unici quotidiani che nel periodo recuperano copie sul canale digitale rispetto a quelle perdute sul cartaceo, portando a segno un aumento delle vendite complessive, sono #IlFattoQuotidiano (+4,24%) e #LaVerità (+3,62%).
Il significato è chiaro. Se nemmeno un disastro nazionale quale non si vedeva da un secolo, escluse le due guerre mondiali, con tutti i bisogni informativi connessi, riesce a risollevare le vendite dei giornali, c'è un difetto fondamentale di prodotto.
Agli editori, ai direttori, ai vicedirettori e ai caporedattori non rimane che cercare di comprendere la lezione. Sempre che la vogliano davvero intendere.
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