FRANCESCO GUCCINI, OMERO IN MINORE: “SONO QUASI CIECO. SCRIVO COME POSSO, NON CANTO’ PIU’ DA ANNI E ASCOLTO GLI AUDIOLIBRI, MA LA DESTRA MI FA ANCORA ARRABBIARE. SI INSULTA PERSINO UNA SIGNORA COME LILIANA SEGRE, SCAMPATA AI CAMPI DI CONCENTRAMENTO, LA SI OBBLIGA AD AVERE LA SCORTA" – VIA FIASCHI E BOTTIGLIONI ANONIMI (ORA BEVE SOLO ROSÈ SCELTO E GEWURZTRAMINER),  STOP ALLE SIGARETTE E UN NUOVO GIALLO CON LORIANO MACCHIAVELLI IN ARRIVO – VIDEO

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Marco Marozzi per corriere.it

 

GUCCINI

Dice: «Noi vecchietti» (l’intervista al Corriere della Sera per gli 80 anni). Vabbé, Bologna non è più Parigi. E Guccini? Omero in minore? «Oddio. Forse perché non ci vedo quasi più. Non riesco più a leggere, devo ascoltare gli audiolibri. Non è la stessa cosa... Scrivo come posso. Lavoro con il computer, schermo grandissimo. Le canzoni le scrivevo a mano su dei fogli. Ho scritto otto gialli, quattro romanzi, molti racconti. Adesso cominciamo un nuovo giallo con Loriano Macchiavelli, il decimo, abbiamo fatto anche vari racconti.

 

Avevamo pensato di recuperare il carabiniere Benedetto Santovito, il nostro primo personaggio. Lo amiamo ancora tanto, ma il tempo passa per tutti. Eppoi… lavoro a una serie di racconti sul mio periodo modenese.Non canto più da anni, non ci vedo e scrivo». Pausa e risatina tirando indietro la testa: «Posso tranquillamente definirmi uno scrittore».

 

guccini

Il ritorno a Pavana, sull’Appennino pistoiese

Francesco Guccini è «tornato, per fortuna», a Pavana e continua quel che fa ormai da decenni. Il saggio involontario. Vangelo globalizzato per tutte le fedi. «Mah, strambo diventare vecchi». 

 

È l’ultimo Grande Saggio. Lo cercano per tutto, lui rifiuta di essere un tuttologo, ben prima dei divi a tempo delle tv, dei milionari dei social. Ma apre la porta ai pochi amici rispettosi e ai ragazzi che si presentano nella bella casa sull’Appennino pistoiese. Sospira e infine se la gode. Dà un’idea di serenità che da un pezzo pareva mancargli, fra stop alle sigarette, malanni, pandemie. Anche il vino non fa più parte dell’aneddotica: ora è Rosè scelto e Gewurztraminer, via fiaschi e bottiglioni anonimi.

 

«Quando sento parlare i politici di destra mi arrabbio ancora»

Ha appena firmato la petizione per lo scioglimento dei «movimenti di ispirazione fascista» lanciata dall’Anpi. «Mi sono arrabbiato poche volte, sono abbastanza pacioso. Non ho mai litigato con nessuno. Ma quando sento i politici di destra parlare mi arrabbio come una bestia con la televisione. E quel che è successo qualche giorno fa? È drammatico. Si insulta persino una signora come Liliana Segre, scampata ai campi di concentramento, la si obbliga ad avere la scorta».

guccini bartoletti sarri

 

La moglie diventata «fata di montagna»

È stato al Salone del Libro di Torino a presentare il suo ultimo libro Tre cene. (L’ultima invero è un pranzo), la specifica che tutti dimenticano anche se per Guccini le parentesi sono un gioco importante. Ricordi e ricorrenze. Cene montanare, storie che fanno le fusa come il gatto nero e quello pezzato che girano per casa. Gucciniani anche loro, burberi bonari. Solo Raffaella, la moglie, non è gucciniana: è la professoressa Raffaella Zuccari, sposata a Mondolfo nel 2011, trasformatasi in fata di montagna, compagna del Maestrone dal 1996. Guccini ormai da vent’anni è Pavana. «Tiro un sospiro lasciandola, il meno possibile».

guccini padre

 

«Bologna non la conosco più»

Una vita diversa. «Bologna non la conosco più. Ci capito qualche volta per caso. Non mi piace… ho paura del traffico come a Milano, Roma, Torino… C’è tanta gente, non sono abituato. Porretta, il mio riferimento appena al di là del confine bolognese, ha un po’ più traffico di Pavana, ma insomma… Ogni tanto capito da “Vito”, mi dicono non sia più Vito di una volta». Un Francesco rappacificato ora racconta: «Le canzoni principali le ho scritte a Bologna.

 

È l’ambiente cittadino che forgia la gente in un certo modo. Le scuole dei tortellini in brodo e del pesto alla genovese sono diverse. Su Pavana, il paese di mio babbo, dell’infanzia in tempo di guerra, ho scritto il mio primo libro, Cròniche epafàniche, e TralummescuroBallata per un paese al tramonto, il romanzo del ritorno in un luogo che avevo lasciato vivace. Vacca di un caneè Modena, dove sono nato all’ospedale e dove arrivo bimbo. Cittanova bluesè Bologna». Già, dal 1961 in via Massarenti e poi in Paolo Fabbri 43. È qui che Guccini diventa il Maestrone. Nel ’71 sposa Roberta Baccilieri, la prima moglie. Nell’81 scrive Bologna, la «Parigi in minore» del LP Metropolis, con Bisanzio e Roma.

guccini padre 8

 

Tra nostalgia e presente

Fa ridere pensandoci adesso? Nostalgia? «Forse malinconia, non nostalgia. Senza memoria un essere umano non esiste, più si va avanti negli anni, più si ricorda gente, momenti. Quando muore un vecchio è come se bruciasse una biblioteca, ci ha insegnato lo scrittore Amadou Hampâté Bâ. Io sarò pedante, in copertina all’album Radici ho messo la foto dei mei bisnonni, quando tutti dicevano di fare tabula rasa. Penso agli avvenimenti passati, alle donne con cui sono stato, agli amici che non ci sono più. Diventi vecchio e anche un poco noioso».

 

FRANCESCO GUCCINI TRALUMMESCURO

Le confidenze e la musica

«Sono sempre stato curioso - dice - non ricordo chi ha scritto che ci interessiamo alle vite degli altri perché la nostra non ci basta. Mi sono raccontato sempre da solo con libri e canzoni, difficile mi sia confidato. Anche in Tre cene, ci sono tre periodi storici dell’Italia. Il primo racconto era già stato pubblicato in una antologia degli scrittori italiani. E io che sono snob l’ho pubblicato bene bene». E la «tristezza che poi ci avvolse come miele»?

 

guccini

«Non accetto la tristezza, le mie non sono canzoni piagnucolose, sono realistiche, sensazioni che si trasformano. Non sono mai stato solo nella vita, non mi sono mai davvero annoiato. Mai sognato di fare il cantautore da grande, ho scritto canzoni per caso, per caso sono arrivato all’ambiente discografico, sono andato avanti. Mai proposto cassette con le mie opere. Già, devo molto a Renzo Fantini, il mio produttore, uno di quelli che non ci sono più».

 

«Ho smesso di fumare da tre anni»

guccini

Sogni? «Da ragazzino sognavo soldi per sigaretti e libri. Ho smesso da fumare da tre anni, per i libri non ci vedo quasi più. Si cambia molto nel tempo, esternamente e internamente, certe cose fondamentali rimangono, dipendono dall’educazione avuta, come sei cresciuto. Penso di essere rimasto quello che ero, anche se ho avuto un qualche certo successo: un montanaro abbastanza semplice, di cultura discutibile».

francesco guccini canta bella ciao contro salvini, berlusconi e meloni
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francesco guccini roberto roversi franco bonvicini alias bonvi
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LIGABUE GUCCINI
francesco guccini canta bella ciao contro salvini, berlusconi e meloni 2

 

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