FRANCO E CICCIO, LA LORO FAMA SI DEVE ALLA FAME – INGRASSIA AVEVA CONOSCIUTO LA POVERTÀ E FRANCHI VENIVA DA UNA FAMIGLIA DI QUASI VENTI FIGLI, MOLTI DEI QUALI MORTI PER DENUTRIZIONE – E INFATTI NEI LORO FILM SONO MOLTISSIME LE GAG LEGATE AL CIBO FEDELI AL TEOREMA DI TOTÒ SECONDO CUI “I COMICI PER FAR RIDERE DEVONO AZZUFFARSI CON LA VITA” - IL LIBRO “INDOVINA CHI VIENE A MERENDA? LA CIBO-COMICITÀ NEL CINEMA DI FRANCO E CICCIO”
-Francesco Mattana per “il Giornale”
Li paragonavano a Stanlio e Ollio ma il paragone risulta improprio, inquantoché Franco e Ciccio sono due maschere italiane nel profondo. Dalla Sicilia, con «furore» creativo, hanno conquistato l'Italia armati di un linguaggio popolare le cui radici risalgono alle farse atellane, quindi ai secoli avanti Cristo, e alla commedia dell'arte. Franchi e Ingrassia recitavano sovente il ruolo dei poveracci e questi affamati perenni, che bramavano un piatto di pasta con le sarde, restano impressi nella mente di tutti noi poiché italianissimi, al pari di Totò che danza sul tavolo con gli spaghetti, o di Sordi che si arrende ai «maccaroni».
La fame appartiene al DNA della nostra nazione, e i due seppero raccontarla così bene perché Ciccio ne era stato «amico intimo», mentre Franco veniva da una famiglia di quasi venti figli, molti dei quali periti per denutrizione. Il libro Indovina chi viene a merenda? La cibo-comicità nel cinema di Franco e Ciccio (Porto Seguro Editore), di Steve Della Casa e Rodolfo Rossi, è una rassegna di titoli della sterminata filmografia della coppia, aventi in comune la presenza di gag legate alla sfera alimentare.
Vengono citati fra gli altri 00-2 agenti segretissimi, del 1964, dove erano ladruncoli invischiati in una faccenda di spionaggio internazionale, e I due assi del guantone (1971) in cui mangiavano a quattro palmenti nelle osterie fingendo di avere ingurgitato funghi avvelenati, al fine di ricattare i proprietari e non pagare il conto.
Non mancavano le riletture dei classici, ad esempio Don Chisciotte (e il suo Sancio Panza), col prosaico scudiero Franco che provava a convincere il cavaliere Ciccio a riempire la pancia prima di pensare alle imprese eroiche, e le parodie del cinema blasonato, tipo Ultimo tango a Zagarol, ove la preoccupazione di Franco era agguantare il burro per sfamarsi, e non per utilizzarlo a scopi sessuali... Questo saggio, impreziosito dalla prefazione di Lino Banfi e dalle puntualizzazioni di Nino Frassica, dimostra una volta di più che i comici per far ridere devono, come sosteneva il Principe De Curtis, «azzuffarsi» con la vita. Nel caso di Franco e Ciccio, vista la magnifica ossessione per il cibo, pure «azzupparsi».