FUORI I NOMI! – PIETRO ORLANDI E L’AVVOCATO LAURA SGRÒ SI RIFIUTANO DI INDICARE LA FONTE DELLE GRAVISSIME ACCUSE CONTRO PAPA WOJTYLA, RILASCIATE A DIMARTEDÌ (“USCIVA OGNI TANTO LA SERA CON DUE MONSIGNORI E NON ANDAVA CERTO A BENEDIRE LE CASE”). CONVOCATA COME TESTIMONE DAL PROMOTORE DI GIUSTIZIA VATICANO, LA LEGALE HA SCELTO DI OPPORRE IL SEGRETO PROFESSIONALE…

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Estratto dell’articolo di Ester Palma per www.corriere.it

 

PIETRO ORLANDI LAURA SGRO 1

Sulle accuse a papa Wojtyla, nell'ambito dell'inchiesta aperta in Vaticano sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, il fratello Pietro e l’avvocato Laura Sgrò si rifiutano di indicare le loro fonti al Promotore di Giustizia.

 

E' accaduto nel corso del brevissimo incontro di sabato mattina in Vaticano fra la legale della famiglia Orlandi, convocata in qualità di testimone per riferire sulla provenienza delle informazioni su Giovanni Paolo II e più in generale sul caso della ragazza scomparsa, e il Promotore di Giustizia Alessandro Diddi, nel corso del quale l'avvocato Sgrò ha scelto di opporre il segreto professionale alla richiesta di spiegare da chi aveva ricevuto le informazioni sulle presunte attività illecite di Giovanni Paolo II.

 

«La legale chiedeva da mesi quest'incontro»

karol wojtyla con i bambini 2

Lo riporta Vatican News, citando una dichiarazione del direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni: «Il Promotore di giustizia Diddi, insieme al professor Gianluca Perone, Promotore applicato, ha ricevuto l’avvocato Laura Sgrò, come da lei ripetutamente e pubblicamente richiesto, anche per fornire quegli elementi, relativi alla provenienza di alcune informazioni in suo possesso, attesi dopo le dichiarazioni fornite da Pietro Orlandi. L’avvocato Sgro si è avvalsa del segreto professionale».

 

[…] L'intervista: «Diddi ha il dovere di ascoltarmi»

pietro orlandi, fratello di emanuela orlandi

L'agenzia di stampa vaticana cita anche una recente (di gennaio) intervista di Laura Sgrò a Fanpage.it: «Mi aspetto un incontro tempestivo con Diddi, vorrei consegnargli personalmente le chat e altri documenti: non mi aspetto una sua risposta immediata, ma confido che mi convochi quanto prima: perché se io dico che ho delle prove, tu hai il dovere di ascoltarmi». E conclude Vatican News:  Ora che il contatto c’è stato e a convocazione pure, accompagnata alla piena disponibilità di ascoltare, valutare e indagare, la risposta da parte dell’avvocato è stata il silenzio».

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