GENNY E VITTORIO, TESTE DI CELLULOIDE – MARCO GIUSTI: “DELLE CELEBRAZIONI AL MINISTERO DELLA CULTURA PER I 90 ANNI DI LILIANA CAVANI, QUELLO CHE MI STUPISCE NON È L'EVENTO IN SÉ, IL PREMIO ALLA REGISTA NOVANTENNE ANCORA ATTIVA, (E SFIDO CHIUNQUE A RIVEDERE ORA SENZA ADDORMENTARSI ‘MILAREPA’). QUANTO LA VOGLIA DI SGARBI & SANGIULIANO DI PRESENTARSI IN SOCIETÀ, NON DICO DI PRENDERE POSSESSO DI QUEL CHE RESTA DEL NOSTRO CINEMA ‘RIVOLUZIONARIO’, MA QUASI”
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Marco Giusti per Dagospia
Anche se mai illuminante come il video di 10’ girato da Fulvio Abbate e pubblicato ieri da Dago sulle celebrazioni dei 90 anni di Liliana Cavani, che sono servite alla “nuova” cultura di destra, capitanata dal trio Sgarbi-Sangiuliano-Buttafuoco, di fare il loro ingresso in un mondo totalmente o quasi, c’è sempre un Pupi Avati disponibile no?, di sinistra.
Così attorno alla celebrata Cavani, che dette vita assieme a Bertolucci e a Bellocchio negli anni ’60 alla nostra nouvelle vague, rivoluzionando con il suo “Francesco d’Assisi” con Lou Castel anche le produzioni televisive, si sono uniti allo stesso tavolo Marco Bellocchio, Paolo Sorrentino, Paolo Virzì, Pupi Avati, Sgarbi e Sangiuliano, presenti una serie di nomi più o meno illustri del nostro cinema, Gianni Letta, Steve Della Casa, Marco Muller, Paola Malanga, Pascal Vicedomini, Fabrizio Corallo, e perfino Violante, un filo imbarazzato, e Veltroni, meno imbarazzato. Mancavano però Barbera e Cicutto, cioè Venezia.
La cosa che mi stupiva non era tanto l’evento in sé, il premio alla regista novantenne ancora attiva, come del resto Bellocchio e Avati, e sfido chiunque a rivedere ora senza addormentarsi “Milarepa”, quanto la voglia di presentarsi in società, non dico di prendere possesso di quel che resta del nostro cinema “rivoluzionario”, ma quasi, di Sgarbi&co.
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