GIANLUCA GRIGNANI SMENTISCE DI ESSERE STATO RICOVERATO DOPO UN MALESSERE MA CONFERMA DI ESSERE ANDATO IN OSPEDALE DOPO UNA NOTTATA IN UN LOCALE DI LAP-DANCE IN PROVINCIA DI PIACENZA: “SONO SINGLE E LA SERA, SE MI VA, ESCO. ERO CON ALTRE PERSONE, QUALCUNO HA ESAGERATO MA NON SONO STATO IO. SONO STUFO DI LEGGERE SUI GIORNALI LA STORIA ROMANZATA DI UNA VITA CHE NON FREQUENTO. NON MI ERO ACCORTO DI ESSERE IN UN LOCALE DI LAP DANCE E POI SULL'ORARIO NON SO COSA DIRE PERCHE'…” – VIDEO
GIANLUCA GRIGNANI DOPO IL RICOVERO
Estratto dell’articolo di Luca Dondoni per “La Stampa”
«Sono stufo di leggere sui giornali la storia romanzata di una vita che non frequento». Gianluca Grignani a poche ore dal passaggio da un pronto soccorso di un ospedale piacentino è sincero e accorato, ha voglia di raccontarsi e raccontare come è andata veramente.
Dopo essere stato in un locale di lap-dance in provincia di Piacenza il 51enne cantautore intorno alle 3 di domenica notte ha accusato un malessere. Il personale l'ha accompagnato all'esterno dove sarebbe stato visitato dal personale medico e infermieristico del 118 di Piacenza. Sul posto sarebbe intervenuta anche una pattuglia dei carabinieri. Da lì sono partite le speculazioni.
Ci siamo tutti preoccupati. Cosa è successo davvero?
«Sono single e la sera, se mi va, esco. Sono passato da un amico e con me c'erano altre persone. Sa com'è, la gente esce, si diverte e ogni tanto qualcuno esagera ma questa volta non sono stato io ad esagerare. Ho solo accompagnato al pronto soccorso una persona che si era sentita poco bene ma è ovvio che se qualcuno mi vede entrare in un ospedale parte un film.
Devo iniziare un tour che mi darà parecchie soddisfazioni e l'ultima cosa che voglio fare è perdere il controllo. Seguo sempre il consiglio di Frank Sinatra: "c'è il tempo per bere e il tempo per fare". Per me è venuto il momento di fare».
Quindi il ragazzo terribile del rock italiano stavolta non ha colpe e poi in un locale di lap dance ci si sta almeno sino alle 3 di mattina. Soffre di insonnia?
«Ah, perché? Era un locale di lap dance? Non me ne ero accorto e poi sull'ora non so dirle perché non seguo gli orari, sin da piccolo li ho sempre odiati. In più sto lavorando all'album e non riesco a pensare al giorno, alla notte. Mangio alle 5 mi sveglio alle 11, lavoro sino alle 3 e poi magari rimangio. Faccio un po' come Prince: dormo e suono a qualsiasi ora».
Come sta oggi, davvero? Ha sempre parlato di due anime che in lei convivono ma spesso litigano e ora? Buoni rapporti o litigate?
«Lo sa come si dice? Mi sento come "sulla spalla del gigante". Se dico che sto bene poi sto male e viceversa. Sul braccio mi sono tatuato la scritta: "ricordati di volerti bene"» [...]
Manca poco alla partenza del tour Residui di rock'n'roll che il 22 marzo da Fontaneto D'Agogna (Novara) e farà tappa a Milano il 3 aprile e a Torino il 4. Come mai "residui" ?
«Le racconto un aneddoto: tempo fa ero in radio e c'erano altri due artisti molto importanti con me. Mi metto una mano in tasca e cade una cartina (era per un'innocua sigaretta) e intercetto il loro sguardo che dice: "Grignani, sempre il solito". Li anticipo: "Non vi preoccupate, questi sono solo residui di rock'n'roll". Da lì è nata una canzone che è forse la più bella che ho fatto e sta per uscire in un album che per adesso ha il sottotitolo Verde smeraldo. Ma è il primo di una trilogia di cui parlerò fra un po'».
Il rock'n'roll in questo Paese è sempre stato un po' sottotraccia, non crede?
«Penso che negli Anni '70 il rock'n'roll era in Peppino di Capri, nell'atteggiamento di Renato Zero, nel modo in cui scrivevano Tenco o Gino Paoli. Mi spiego, il r'n'r ci appartiene più di quanto pensiamo. Battisti era rock e la gente lo capiva poi c'era Mogol che lo edulcorava con testi a volte bellissimi a volte un po' fuori tema. Mogol si sente genio ma secondo me non lo è quanto crede. Lo scriva pure. […]
I Måneskin hanno abbiano fatto bene al rock italiano o spaventano il ragazzino che dentro di sé dice: «io là non ci arriverò mai»?
«I Måneskin hanno fatto una cosa bellissima ma che giova solo a loro. Non hanno colpito il cuore del ragazzino di cui parla lei. Senza l''Eurovision non sarebbero dove sono e poi, diciamolo, sono stati lavorati bene. La musica che fanno però non ha un'identità e, per l'amor di Dio, non voglio attaccare i Måneskin che saluto e abbraccio, ma credo che la loro identità sia ancora molto labile. Dico cose che gli altri non dicono e a loro consiglio di aprire occhi e orecchie. I Måneskin hanno svoltato ma il rock vero quando arriva al cuore svolta la vita di tutti prima ancora di chi lo fa».