GIORDANO BRUNO GUERRI LASCIA “IL GIORNALE” E INIZIA LA COLLABORAZIONE CON “LIBERO” MANDANDO UN MESSAGGIO ALLA SORA GIORGIA: “MELONI IMPERA SUI SUOI, CHE NON SONO NEANCHE TANTI, SE È VERO, COM'È VERO (HO AVUTO MODO DI LEGGERE UN MESSAGGIO INVIATO A UN ALTRO POLITICO) CHE PENSA: ‘NON MI PIACCIONO GLI INTELLETTUALI DI DESTRA CHE VOGLIONO PIACERE ANCHE ALLA SINISTRA’. NON È CHE SI VUOLE PIACERE ALLA SINISTRA, GIORGIA, È CHE A SINISTRA CI SONO IDEE CHE POSSONO PIACERE ANCHE A DESTRA. E VICEVERSA, CERTO, MA (TESTE DI LEGNO PURO LORO) NON LO VOGLIONO AMMETTERE…”
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Estratto dell’articolo di Giordano Bruno Guerri per “Libero quotidiano”
In questi giorni capita spesso di sentire domande di tal fatta: «In quale punto piazzi l'anno del governo Meloni? Transizione, nuova era? Una nuova pulzella d'Orleans? Amazzone guerriera o regina che impera?». Cresciuto all'ombra (o alla luce) del dubbio, che coltivo con cura, e di un relativismo che avrebbe fatto piangere Benedetto XVI, la mia prima risposta sarebbe: «Transizione». […]
TESTE DI LEGNO
Meloni impera sui suoi, che non sono neanche tanti, se è vero, com'è vero (ho avuto modo di leggere un messaggio inviato a un altro politico) che pensa: «Non mi piacciono gli intellettuali di destra che vogliono piacere anche alla sinistra». Non è che si vuole piacere alla sinistra, Giorgia, è che a sinistra ci sono idee che possono piacere anche a destra. E viceversa, certo, ma – teste di legno puro loro – non lo vogliono ammettere.
A proposito di teste di legno, tralascio volutamente altre interpretazioni su Meloni, il pericolo fascista, la destra che mangia le bambine per distinguersi dai comunisti, ecc. Meloni è alla guida di un periodo di transizione, dicevamo. Come tutti i periodi di transizione, è difficile: primi denti, primi passi, primi peli pubici, il drammatico passaggio dalla maturità alla vecchiaia. Però, finora, gravi errori non sono stati fatti, e in questo senso occorre augurarsi che la prima donna al comando tenga la barra dritta, piano piano correggendosi di qualche grado.
PS A proposito di transizione. Con questo articolo inizio la mia collaborazione a “Libero”, dopo 39 anni di lavoro (ingaggiato da Montanelli) al Giornale. Non ho davvero niente contro gli amici Feltri e Sallusti, ho lavorato con loro per decenni. Ma proprio per questo ho agguantato la mano di un altro amico, Mario Sechi, che mi ha offerto – indovinate – transizione.