GUERRE DI CARTA - "REPUBBLICA" CONTRO "LIBERO" CHE HA MESSO NEL MIRINO SCURATI, IL PRINCIPE DEI ROSICONI", "L'UOMO DI M", "DOVE M NON STA PER MUSSOLINI MA PER QUALCOS'ALTRO...” – LA REPLICA DI CARLO BONINI: “IL PROBLEMA NON È LA SINISTRA ROSICONA CHE "LE SPARA GROSSE". È L'ARIA CHE TIRA. QUELLA DEL GUAI AI VINTI…” - IL CLAMOROSO SCAZZO DALLA GRUBER TRA SALLUSTI E SCURATI: "SEI L’UNICO IN ITALIA CHE PARLA DI MUSSOLINI. HAI UN PROBLEMA…” – VIDEO

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https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/quot-fake-news-sono-sua-specialita-quot-ldquo-abbassa-324916.htm

 

CUCÙ

Sebastiano Messina per “la Repubblica”

 

sebastiano messina (1)

I giornali della destra, che cannoneggiavano un giorno sì e l'altro pure contro Draghi, adesso sarebbero a corto di bersagli. Ma ne hanno già trovato uno: gli avversari di Giorgia Meloni. E dunque Il Giornale spara nel mucchio, "Sciacalli in agguato", mentre Libero prende la mira su Antonio Scurati: "Il principe dei rosiconi: l'uomo di M", dove M non sta per Mussolini ma per qualcos' altro. Quando si dice lo zelo: il nuovo governo deve ancora nascere, però loro si portano avanti col lavoro.

 

2 - OLIO DI RICINO PER SCURATI

alessandro sallusti

Carlo Bonini per “la Repubblica”

 

Come un disco rotto ripetono che no, che questa storia del fascismo che ritorna è una boiata per mummie del Novecento o da maniaci compulsivi. Che le braccia tese sono folklore o, meglio, un equivoco.

 

Che il culto di Predappio e della fiamma è solo museale. Che è caricaturale e in mala fede ritrarre il vento che soffia nelle vele del tempo nuovo come una riproposizione di suggestioni, stilemi, riflessi, di una Storia che non può ripetersi. E tuttavia, guardate un po', nel giorno tre dell'anno uno dell'era di M., accade che sulla prima pagina dell'edizione di ieri del quotidiano Libero, si organizzino una bella bastonatura e olio di ricino.

sallusti scurati

 

E di chi? Del "principe dei rosiconi", lo scrittore Antonio Scurati, colpevole autore della trilogia M, il figlio del secolo, e per questo gratificato di un titolo a cinque colonne che ha l'eleganza e la nuance di un rutto e la violenza verbale utile ad annichilire ogni genere di replica: "Uomo di M". Si, "Uomo di M", dove nel simpatico calembour, M potrebbe stare, alternativamente, per Mussolini o per il più prosaico "merda".

carlo bonini

 

La trovata lessicale deve essere suonata così brillante e icastica all'orecchio di chi l'ha concepita che, nell'editoriale che la accompagna, a firma del direttore responsabile Alessandro Sallusti, se ne ripete e chiarisce l'uso, perché sia chiaro a tutti di quali infamie il reprobo scrittore si è macchiato.

 

Antonio Scurati è "un uomo di M.", di Mussolini" o di "merda" (scelga il lettore), perché "in un'intervista rilasciata a un importante sito francese, ha definito Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia eredi di Mussolini". "È un uomo di M.", di Mussolini o di merda (scelga il lettore) perché è recidivo, "avendo già detto parole simili in una trasmissione televisiva di Lilli Gruber.

 

"È un uomo di M.", di Mussolini o di merda (scelga il lettore) perché nella sua trilogia "mischia storia a romanzo", "perché sputtana un Paese all'estero e fa passare per stupidi e ignoranti milioni di italiani". Ma sì, conclude il nostro, "L'uomo di M., è uomo di M. fino in fondo, e più fa l'uomo di M., più fa ascolti".

 

sallusti scurati

Si potrebbe evidentemente liquidare la faccenda facendo spallucce, vista la tribuna da cui proviene e lo stile della casa che la contraddistingue, consegnandola alla semplice commiserazione che merita.

 

E tuttavia, non è una buona idea accodarsi al silenzio assordante che ormai, da tempo, accoglie bastonature e olio di ricino a mezzo stampa (di cui Libero per altro non detiene il monopolio) e che lascia alle vittime di turno la scelta se difendersi in solitudine o tacere (ha fatto eccezione il ministro Roberto Speranza che ha voluto offrire pubblicamente la sua solidarietà a Scurati). Il silenzio ha definito e definisce infatti un nuovo contesto.

antonio scurati m, gli ultimi giorni dell europa

 

Che non ha a che fare solo con l'igiene delle parole, ma con un senso comune, questo si, tecnicamente e storicamente, fascista, per cui chi non sale sul carro della nuova Italia, avrà ciò che si merita. Solitudine, bastonature, e magari un po' di schizzi di M.

 

Oggi tocca a Scurati, uno scrittore, poi si procederà per categorie: cantanti, artisti, intellettuali, meglio se omosessuali (pardon, froci) o transgender, e giù per li rami. La violenza delle parole, di solito, dissimula il vuoto pneumatico degli argomenti. Ma, appunto, comincia a esserci qualcosa di più.

 

molinari

E il problema non è la sinistra rosicona che "le spara grosse", che non sa adeguarsi allo spirito del tempo, al "parla come mangi". È l'aria che tira. Quella del guai ai vinti, normalmente anticamera della libertà di parola a geometria variabile. Ma, naturalmente, anche queste sono ubbie da vecchi arnesi. Libero, nella persona di Vittorio Feltri, direttore editoriale del quotidiano e tribuno di Fratelli d'Italia, assicura che "Uomo di M." sta per Mussolini. E che se Scurati la intende come merda "vuol dire che si sente così". Appunto.

ANTONIO SCURATI
antonio scurati a pugno chiuso dopo la vittoria del premio strega
antonio scurati m