HOLLYWOOD INCROCIA LE BRACCIA CONTRO L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE - I SINDACATI DI SCENEGGIATORI, ATTORI, REGISTI E ALTRI PROFESSIONISTI DEL CINEMA AMERICANO MINACCIANO LO SCIOPERO PER L'USO DELL'IA DA PARTE DEGLI STUDIOS - A SOSTENERE LA PROTESTA CI SONO ANCHE SPIELBERG, GEORGE CLOONEY E TOM HANKS (CHE VERRÀ RINGIOVANITO DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NEL NUOVO FILM DI ZEMECKIS) - NEL 2008 L'ULTIMO SCIOPERO DEL SETTORE BLOCCÒ LE PRODUZIONI PER 14 SETTIMANE…
-Estratto dell'articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
Ultime ore di febbrili negoziati tra i produttori cinematografici e il Wga, il sindacato degli sceneggiatori, mentre le unions già preparano i cartelli dei picchetti che dalla mezzanotte di stasera paralizzeranno gli studi cinematografici e televisivi di Hollywood e del resto d’America se non verrà prima firmato un nuovo contratto al posto di quello che scade oggi. Non sarebbe la prima volta: nel 2008 lo sciopero, che finì per coinvolgere tutti i settori dell’industria cinematografica, bloccò le produzioni per 14 settimane mentre nel 1988 si arrivò addirittura a un stop di 153 giorni.
Stavolta, oltre alle questioni retributive e al malessere per la diffusione delle serie distribuite in streaming, […] sul negoziato pesa l’uso crescente dell’intelligenza artificiale in ogni fase di produzione. Registi come Steven Spielberg, […] mette in guardia da sistemi nei quali l’intelligenza artificiale (AI) procede in modo autonomo: «Il cinema è emozione, non puoi far replicare l’esperienza umana dalle macchine».
Tra gli attori, frenano anche George Clooney (teme che un uso diffuso dell’AI aumenti diseguaglianze e discriminazioni, con algoritmi che perpetuano pregiudizi e riproducono stereotipi) e Tom Hanks che giudica insostituibile la magia di un gruppo di creativi riuniti per costruire una storia fantastica, anche se poi lui stesso, sullo schermo, verrà ringiovanito dall’intelligenza artificiale di Metaphysic Live in Here : il prossimo film di Robert Zemeckis […]
il Wga sostiene che non vuole divieti ma regole. Non è contrario all’uso dell’intelligenza artificiale ma chiede che sia integrata nel lavoro degli sceneggiatori, non deve poter essere usata in modo autonomo dai produttori: lo spettro degli autori è quello di ritrovarsi davanti a una società che accetta una sceneggiatura ma, non convinta da alcune scene, le sostituisce con altre costruire da ChatGPT o da altri algoritmi specializzati di AI.
[…] La gente dello spettacolo vuole almeno che il suo lavoro sia ben distinto da quello delle macchine. Il problema è che queste ultime, nel processo di machine learning , imparano dai professionisti, riproducono anche gli stili degli autori più ammirati. E alla fine, teme il sindacato, li sostituiranno.
Accade già per gli audiobook: da qualche mese la Apple offre un servizio che consente agli editori di libri di creare le loro versioni audio con voci di narratori dal timbro perfettamente umano ma, in realtà, prodotte da un’intelligenza artificiale: potenzialmente la fine del lavoro per i tanti attori che danno voce ai libri.
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