INFERNO E PARADISO (TOMMASO) – "LO SCIOGLIMENTO DEI THEGIORNALISTI? IL PROBLEMA E’ NATO QUANDO TRA DI NOI SI SONO INTROMESSE ALTRE PERSONE: LA SITUAZIONE E’ SCOPPIATA. NON AVEVO ALTRA SCELTA" - IN ARRIVO IL PRIMO TOUR DA SOLISTA NELL’AUTUNNO 2020 E UN SINGOLO, 'MA LO VUOI CAPIRE?' - IL PRIMO VERSO DEL PEZZO DICE: “MI DIVERTO SOLITAMENTE DOPO LE 18”. 2E’ VERO? QUALCHE VOLTA SI’- VIDEO
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Ernesto Assante per la Repubblica
C' è vita dopo Thegiornalisti?
Tommaso Paradiso a trentasei anni ha debuttato come solista, dopo averne passati otto con i suoi due compagni d' avventura, Marco Antonio Musella e Marco Primavera, nella band che ormai si è lasciato alle spalle.
C' è vita dopo Thegiornalisti, c' è musica, ci sono progetti, un film e un nuovo singolo in arrivo, Ma lo vuoi capire?, c' è da pensare ai concerti ai quali non vede l' ora di tornare, dieci palazzetti dal 21 ottobre 2020: «Sì, tante cose, ma alla fine è la stessa vita che facevo prima».
Davvero non è cambiato nulla?
«Sì, davvero non è cambiato nulla. Sono sempre in fase produttiva, sono mesi che sto lavorando sia al disco nuovo che al film che sto scrivendo, anzi ora ho una sceneggiatura da consegnare entro fine dicembre, sono agli sgoccioli. E nel frattempo la musica, con uno spirito estremamente positivo, sono già elettrizzato per il nuovo singolo, che uscirà tra breve, ho sentito i primi mix e penso che siano belli».
Allora, se non è cambiato nulla, perché separarsi da Thegiornalisti?
«Dovendo essere sincero alla base della separazione c' è proprio il fatto che non è cambiato nulla, il modo in cui lavoro oggi è esattamente il modo in cui lavoravo prima. C' è stata la presa di coscienza di un dato di fatto.
Sono anni che lavoro in questo modo alle mie canzoni, prima uscivano come Thegiornalisti adesso come Tommaso Paradiso, sono anni che lavoro in realtà con una persona in particolare che è Dario Faini che è il mio primo produttore, e poi con Takagi e Ketra con cui collaborato più recentemente sia per cose mie che per canzoni di altri, e poi con Matteo Cantaluppi. E non è poco tempo che è così, quindi davvero non è cambiato nulla».
Ma c' era il bisogno di andare avanti senza la band «C' era un bisogno che alla fine è stato, per così dire, "burocratico".
Abbiamo per molto tempo lavorato in questo modo e a Primavera e Musella le cose andavano bene, anzi erano molto contenti, non avevano lamentele da fare: entravo in studio, uscivo con le canzoni, ottenevamo successo, parola che posso davvero utilizzare visto come sono andati i dischi e le canzoni. Il problema è nato quando tra di noi si sono intromesse altre persone, quando nei rapporti tra noi sono subentrate altri.
Io ho detto che la situazione non mi sembrava sostenibile, che era sbagliato cambiare una squadra vincente, che era assurdo scombinare la traiettoria di una cosa che andava avanti a 160 all' ora e che nessuno ci poteva fermare. Invece la risposta è stata problematica, la situazione è scoppiata e io mi sono sentito nella classica situazione di non avere altra scelta e mettere per quel che mi riguardava la parola fine.
Dovevo farlo per continuare a vivere come voglio, pensare alla musica senza dovermi occupare di altre faccende ogni giorno. Io mi occupo di scrivere, cantare e suonare, alcune persone pensavano di potermi impedire tutto questo e mi hanno costretto ad andarmene. Io non volevo, nessuno di noi tre voleva che andasse così, non è stata colpa nostra ma di altre persone».
Quindi ha riconquistato la sua libertà?
«No, sembrerà paradossale, ma io mi sono sentito libero sempre, è stato quando ho pensato di perderla che è cambiato tutto. Riccione e le altre canzoni sono nate nello stesso modo in cui è nata Non avere paura, il primo singolo da solista. L' ho scritto e prodotto come tutte le altre, per questo dico che riguardo la mia musica non è cambiato nulla, solo il nome con cui la presento. Sono sempre lo stesso».
Quindi, se non è cambiato nulla, cosa ci sarà di nuovo in Tommaso Paradiso?
«Beh, tutto. Lavoro allo stesso modo ma le cose cambiano, il nuovo disco sarà diverso già solo per il fatto che è fatto oggi. Non si scrivono mai le stesse cose, se accade vuol dire che non hai niente da dire. Certo, adesso è una cosa unicamente mia, era vero anche prima ma non lo potevo dire, ma un cantautore è sempre cantautore, anche se lavora in una band. Sarà un disco legato alla vita che cambia, una vita in cui ci sono sempre nuove persone, sensazioni, facce, bevute con gli amici, storie nuove, anche in un periodo in cui ci sono state le nuvole».
La notizia della separazione dalla band ha avuto una grandissima eco.
Se l' aspettava?
«No, francamente mi ha sorpreso. In realtà quelli che lavorano con me se l' aspettavano, sapevano che avrebbe creato uno scombussolamento. Io invece sono il meno attento a queste cose, per me uno vale sempre uno, non avevo la cognizione della portata nostra e mia».
Nemmeno dopo il concerto al Circo Massimo?
«Lo so che non ci si crede, ma io sono uno piuttosto umile, anche quando succedono grandi cose come quella».
Non tutti hanno però apprezzato la sua scelta di lasciare la band.
«C' è stata una percentuale di hater, che si sono divertiti a fare illazioni di ogni genere, ovviamente false. Ma anche questa cosa è durata davvero poco, la polemica è scomparsa quando è uscito Non avere paura, la canzone ha messo d' accordo tutti. La musica mette d' accordo tutti, se la canzone è bella piace, se non piace viene dimenticata presto, e tutto il resto non conta».
È difficile scrivere canzoni in cui la gente possa riconoscersi?
«Non scrivi canzoni per questo, non le scrivi nemmeno perché abbiano successo, queste cose non dipendono da te. Io scrivo raccontando storie che mi assomigliano, storie in cui io posso riconoscermi».
Niente più Thegiornalisti, ma dal vivo ci sarà una nuova band
«Sì, dal vivo avrò una nuova band, ci stiamo lavorando adesso anche se il tour partirà dopo l' estate, sto cercando di comporre il puzzle.
Porterò in scena sia le canzoni del nuovo disco che quelle che la gente ha conosciuto come Thegiornalisti. Ma non mancheranno le sorprese».
E il nuovo singolo?
«Il primo verso di Ma lo vuoi capire?
dice "Mi diverto solitamente dopo le 18"».
Ed è vero?
«Qualche volta sì».