LAPO, "BICIO" E COCA - IL PAPARAZZO FINITO IN GALERA PER L'ESTORSIONE AL GIOVANE ELKANN: "IO LO DISTRUGGO NEL MONDO. QUEL VIDEO VALE UN MILIONE". MA IL FILMATO CON LAPO STRAFATTO E MEZZO NUDO GLI È VALSO SOLO LA GALERA

I due fratelli che trovarono Lapo in difficoltà e lo filmarono avevano coinvolto Fabrizio "Bicio" Pensa per avere di più. Ma partito da 350 mila, siccome la trattativa non decollava (Elkann aveva presentato denuncia), aveva ripiegato su 90 mila. Fino quasi a elemosinare. "Senti... prendiamo ’sti soldi... se me li vuoi dare... io spero che me li dai"...

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Michele Focarete e Andrea Galli per il “Corriere della Sera

 

FABRIZIO BICIO PENSA FABRIZIO BICIO PENSA

«Io lo distruggo nel mondo... tu non hai capito, io non sono Fabrizio... questa finisce male». A questo giro è finita male per lui, il «Bicio», nomignolo di Fabrizio Pensa, 42 anni, già primo collaboratore dell’altro Fabrizio del gossip (Corona), una vita a campare sulle cadute altrui, come amava bullarsi con gli amici: «Quando i famosi escono dalle discoteche, sono talmente ubriachi che non si accorgono che gli sono accanto e li fotografo».

 

il ricatto a lapo elkann il ricatto a lapo elkann

I carabinieri l’hanno arrestato per l’estorsione ai danni di Lapo Elkann, protagonista di video compromettenti dopo una stramba giornata milanese di periferia, in stato confusionale, raccolto per strada da due camerieri che l’avevano portato a casa e filmato, che avevano steso su un tavolino della cocaina e avevano filmato di nuovo, il corpo mezzo nudo e il corpo avvolto in coperte e tute, corse notturne di taxi, vie di palazzi popolari.

 

il ricatto a lapo elkann il ricatto a lapo elkann

I due balordi, per «cancellare» le immagini, avevano chiesto e ottenuto 30 mila euro. Poi, introdotto da conoscenti comuni, ecco il «Bicio». Il gran burattinaio. Eccitato dalla preda e dal bottino, aveva alzato il prezzo del riscatto (350 mila euro) e progettato il piano B (vendere il «servizio» al direttore di «Chi» Signorini).

 

lapo alzati e fattura lapo alzati e fattura

Dall’entourage del «Bicio» dicono che il vero «Bicio» è un altro, per esempio quello che aveva inseguito uno scippatore, l’aveva bloccato e consegnato alle forze dell’ordine, quello che si era rimesso a lavorare onestamente come freelance per un’agenzia fotografica, quello innamorato perso della figlioletta nella casa popolare sui Navigli.

 

lapo elkann lapo elkann

Dopodiché di Pensa, leggendo le intercettazioni dell’inchiesta guidata dal tenente colonnello Alessio Carparelli e coordinata dal procuratore aggiunto Alberto Nobili e dal pm Giancarla Serafini, al di là delle promesse di violenze («Io lo distruggo nel mondo...», riferito a Elkann), dopodiché di Pensa rimane il suo catalogo di insegnamenti: «Questi ragazzi non sono dei farabutti che stanno cercando di fare un’estorsione. Sono persone che si sono sentite prese in giro. Hanno preteso pochi soldi, il materiale vale più di un milione».

 

Adesso al «Bicio», rinchiuso ai domiciliari, mancherà il bar-tabacchi di piazzale Loreto, che frequentava per aperitivi con anonimi personaggi noti, un Costantino Vitagliano, un Daniele Interrante, gente del giro di Lele Mora. Gli piace fare il leader, il capogruppo. Pensa invitava i complici all’arte dell’attesa, senza giri di parole: «Così non andiamo proprio, dobbiamo aspettare, sennò andiamo a finire tutti nella m... e non prendiamo un c..., stai realmente partendo con l’embolo, tu».

 

lapo elkann vogue fashion night out foto lapresse lapo elkann vogue fashion night out foto lapresse

Ma sempre si riallineava con la sua squadra, il «Bicio», che in testa aveva soltanto il denaro da guadagnare e i guai da evitare: «Ho vissuto l’esperienza e ti dico che il mio timore è per me, per la vostra famiglia... questa gente ha il potere Enrico!». Enrico, già arrestato, è uno dei Bellavista, quelli che raccolsero Lapo in stato confusionale; i carabinieri hanno ammanettato il fratello Giovanni e denunciato il papà. Una famiglia intera aveva sognato il gran colpo.

 

Avevano visto Lapo in difficoltà e si erano ingolositi, convinti che il «Bicio» fosse il gancio giusto. Non avevano fatto i conti col tempo che passa. Anche per Pensa, l’«altro» Fabrizio. Partito da 350 mila, siccome la «trattativa» non decollava (Elkann aveva presentato denuncia), il «Bicio» aveva ripiegato su 90 mila euro di riscatto. Da gran burattinaio s’era ridotto a comprimario. Fino quasi a elemosinare. «Senti... prendiamo ’sti soldi... se me li vuoi dare... io spero che me li dai».

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