“E' PROPRIO VERO CHE IL TENCO È GALANTUOMO” – A CLAUDIO BAGLIONI IL PREMIO TENCO DOPO 40 ANNI DI ATTESA: "MI CONSIDERAVANO DISIMPEGNATO. PER ANNI MI HANNO TENUTO LONTANO CON I PREGIUDIZI. DE GREGORI DISSE A CHI LO CONSIDERAVA IMPEGNATO: 'NON MI DIRE COSI', DÌ CHE SONO BELLO', ANCHE LUI NON RITENEVA ESATTE CERTE DEFINIZIONI" – “MI CAPITA DI PARTECIPARE AD EVENTI ACCANTO A PERSONAGGI USCITI DAI TALENT, SEMBRA CHE TUTTI FACCIAMO LA STESSA COSA MA NON È COSÌ” – IL BOTTA E RISPOSTA CON SERGIO STAINO - VIDEO
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Marinella Venegoni per “La Stampa”
C'è un filo di emozione che corre al tavolo di presidenza del breve incontro convocato dal Club Tenco per sottolineare il momento più fatidico, quello con Claudio Baglioni che tardivamente ha ricevuto un Premio sabato nell'ultima sera della Rassegna della Canzone d'Autore. Nel 2021 la canzone è diventata al Tenco «senza aggettivi»: il che ha tolto di mezzo centinaia di questioni irrisolte, aumentando anche la confusione nel campo.
Il Presidente Sergio Staino inizia spiritosamente all'attacco: «Questo momento bellissimo chiude una storia di 40 anni fa, quando gli avevo mandato un disegno ma non mi aveva mai detto grazie». E poi: «Un grande artista anche da un punto di vista umano e intellettuale, Baglioni». Si scopre che, nella prima telefonata seguita all'invito, il divo Claudio si è ricordato dell'episodio.
«Pensavo di non riuscire più a venire qui perché ho inciuciato con il Festival - sorride -. Non me lo sarei più aspettato ma in realtà un premio alla carriera sarebbe andato bene anche fra dieci». Quarant' anni son tanti, figurarsi quante volte avrà pensato Baglioni a questo vuoto, così giusto e così sbagliato e ormai così vecchio da aver perso il suo senso. Il cantore della maglietta fina di Questo piccolo grande amore, uscita 50 anni fa e proclamata al Festival «Canzone del secolo», ha fatto chilometri di percorso artistico, ha cantato per un decennio i drammi dell'immigrazione dalla spiaggia di Lampedusa con tanti colleghi, si è infilato in mille esperimenti.
E ora il Club Tenco dà le sue motivazioni al premio: «Di raffinata scrittura musicale, sin dalla fine degli anni Sessanta Baglioni ricerca attraverso la canzone quell'attimo di eterno che tramite l'arte sappia descrivere la vita, per battere il tempo a tempo di musica. Ha cantato le storie minime e i grandi temi dell'uomo». Bene ha fatto Stefano Senardi, raro discografico storico di razza, a ricordare a fine incontro un pensiero di Luciano Berio: «Esistono geni e cretini dovunque, nella musica seria e nella musica leggera».
Però poi Baglioni ha sottolineato: «Forse è anche giusto aver creato una sorta di divisione fra generi musicali, Mi capita di partecipare ad eventi accanto a personaggi usciti dai talent, sembra che tutti facciamo la stessa cosa ma non è così. Certe divisioni sono nate in anni rivoluzionari, senza raffinatezze.
C'è stata fretta di etichettare e in certi momenti se ne soffre, si vorrebbe partecipare a una rivoluzione anche quando non si è così barricadieri; piano piano ci ho guadagnato nel senso che, non essendo io stato incendiario, non posso morire pompiere». Sul palco, l'ora intrepida di excursus sui suoi successi non ha risparmiato le prime cose (Io dal mare) né Questo piccolo grande amore e Avrai dedicata al figlio appena nato.
Come una seconda tesi di laurea, dopo tanta attesa; e meno male che c'era lui, perché per il resto la finale del Tenco è stata alquanto moscia, (a parte Fabio Concato) e non degna della celebrazione di cinquant' anni di storia di questo Premio così ambito. In quanto al Divo Claudio, si sfogherà nel tour di 72 date che parte il 7 novembre da Napoli.
BAGLIONI
Estratto dell’articolo di Carlo Moretti per repubblica.it
"Pensavo di non poter arrivare più al Tenco con questo Premio alla carriera, credevo non sarebbe più accaduto e invece questo annuncio mi ha sorpreso: è proprio vero che il Tenco è galantuomo". Claudio Baglioni si concede una battuta ritirando al teatro Ariston il Premio Tenco alla carriera, riconoscimento che arriva per lui a 71 anni, premio certamente sorprendente visto l'ostracismo vissuto dal cantautore romano, come esempio di canzone "disimpegnata".
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Baglioni ricorda com'era in quegli anni: "Ero uno di pianura, non un barricadero, ma ci volevo stare dentro un movimento che voleva cambiare il mondo. Ma ero anche preso da altro, cercavo soprattutto di migliorarmi, di poter diventare un buon musicista e di superare i miei complessi da quattr'occhi e nasone.
Ho visto affermarsi pregiudizi e luoghi comuni, da allora io non ho più dato giudizi sulla produzione di qualcun altro, bisognerebbe sapere tutto e non parlare per sentito dire o per approssimazione: De Gregori una volta rispose a chi lo definiva impegnato dicendo: 'Non mi dire che sono impegnato, dì che sono bello', quindi neanche chi viene ammesso vi si riconosce o ritiene esatte certe definizioni".
Grazie a tutto quanto avvenuto, la soddisfazione oggi è "di aver guadagnato nel tempo il profilo di artista non definibile o catalogabile, meglio così, vuol dire che ho evitato la partenza da incendiario e di ritrovarmi oggi come un pompiere un po' malinconico".