“ALAIN DELON MI CORTEGGIAVA SUL SET. SE FOSSI STATA LIBERA, MAGARI CI AVREI FATTO UN PENSIERINO, MA STAVO GIÀ CON ENZO PAOLO” – CARMEN RUSSO RACCONTA QUANDO QUEL GRAN TRAPANO DI ALAIN DELON CI PROVO’ CON LEI: “ERA MOLTO EDUCATO, UN VERO GENTILUOMO” – LE PACCHE SUL CULO DI FELLINI: “SENZA MALIZIA EH. MI CHIAMAVA “LA MIA RUSSINA”, MA PER LUI ERO TROPPO MAGRA SUI FIANCHI” - LA COPERTINA DI “PLAYMEN” FU UN TRAMPOLINO. E NON C’ERA IL PHOTOSHOP, TUTTO NATURALE” – GLI ESORDI A MISS ITALIA E LE COMMEDIE SEXY...
Estratto dell’articolo di Giovanna Cavalli per il “Corriere della Sera”
«Per Fellini ero fuori misura».
Ma se vantava un classico 90-60-90.
«Appunto. Troppo magra di fianchi».
Questa poi.
«Ma sì, lui era così. A 20 anni però ho avuto una particina nel suo La città delle donne , giusto sei secondi».
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Come andò con il Maestro?
«Federico era molto affettuoso con me. Passando, mi dava sempre una pacca sul sedere, senza malizia eh. Mi chiamava “la mia Russina”».
Ovvero Carmen Russo, showgirl, ballerina, attrice di sexy commedie all’italiana, eroina di reality show. E se chi stava davanti alla tv nel 1983 non ricorda la cassiera-pin-up di Drive In , tutta “Wow!”, stacco di coscia e costumini leopardati, o mente o è proprio tanto distratto.
Prima aveva tentato a Miss Italia. Con un piccolo imbroglio.
«Per partecipare bisognava avere almeno 16 anni, io non ne avevo ancora compiuti 15. Corressi la data di nascita sulla tessera ferroviaria. A mano. Tanto non controllava nessuno».
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Da ragazzina era complicato portare a spasso un fisico così vistoso?
«No, ero tranquilla, non ostentavo. Mi hanno sempre fatto complimenti, non gli davo molta importanza. Imbarazzata se mi guardavano “lì”? No, mi guardavano tutta».
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Girò qualche innocente commedia sexy.
«Due con Renzo Montagnani, che mi insegnò a doppiarmi da sola. Imparavo il copione a memoria e stupivo tutti. Ho appreso la disciplina dalla danza. Questi film leggeri sono stati poco considerati, ma venivano girati in tre settimane, con pochi mezzi e pochi soldi, non c’era tempo di ripetere le scene, dovevi essere bravo».
Posò per la rivista Playmen.
«Embé? All’epoca era un trampolino, un passaggio obbligato. E non c’era il photoshop, tutto naturale. Il mio numero ha venduto più di 500 mila copie. E la prima copertina su Sorrisi & Canzoni arrivò a 3 milioni».
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E arrivò «Drive In».
«Avevo già fatto esperienza al Bagaglino, ma lì sono diventata una vera primadonna, con il mio nome nella sigla di testa. Ero felicissima, ma preoccupata di non essere all’altezza».
Alla corte di Antonio Ricci.
«Molto serio, tra noi c’è stima e affetto. Mi insegnò i ritmi degli sketch, l’autoironia. Mi sono sempre vista come una caricatura, un fumetto».
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Ammiratori celebri?
«Beh, ai tempi di Drive In , prima di mettermi con Enzo Paolo, uscirono delle foto con Falcao, eravamo a cena in un ristorante con altra gente e ci beccarono i paparazzi».
Vuole dirmi che il piacione Paulo Roberto, doppio nome anche per lui, non ci provò?
«Non me lo ricordo. Sono sempre stata una con i piedi per terra. Mia mamma mi ha insegnato che è importante lavorare sodo e fare bella figura».
[…] Diventò una delle regine dei varietà di Canale 5: «Risatissima» e «Grand Hotel».
«Che periodo fantastico. Battevamo il sabato sera di Raiuno. C’erano Lino Banfi, Edwige Fenech, Massimo Boldi, Paolo Villaggio. E che ospiti internazionali. Una volta ho fatto uno sketch con Tony Curtis. Doveva chiudermi nella valigia, però la serratura si è inceppata. A 22 anni mi trovai in scena fianco a fianco con Alain Delon».
Mi dirà che nemmeno lui l’ha corteggiata?
«Sì, ma era molto educato, un vero gentiluomo».
E lei?
«Niente. Se fossi stata libera, magari ci avrei fatto un pensierino. Ma il coreografo dei balletti era già Enzo Paolo» (Turchi).
Ed era geloso?
«No... Beh, forse sì, un pochino».
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Quante volte le ha fatto ballare il «Tuca-Tuca»?
«Tante, ce lo chiedono sempre. Lui ne ha tutto il diritto, io lo faccio con piacere, per me è un onore, ho avuto il permesso proprio da Raffaella Carrà, che ci ha dato la sua benedizione. “Caro Enzo Paolo, finalmente hai trovato la donna giusta per te”. Ne ho anche inciso una nuova versione. Indimenticabile Raffaella. Nei miei show canto sei delle sue canzoni».
[…] Silvio Berlusconi veniva dietro le quinte?
«Lo vedevo una o due volte l’anno, agli show del sabato sera. Faceva i complimenti a me e a Enzo Paolo per i balletti. Erano i suoi programmi, giustamente controllava il prodotto».
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Maria, la vostra bambina.
«Il nostro successo più grande. L’abbiamo tanto voluta e desiderata, è lei il senso della vita. Verso i 40 mi sono resa conto che il bambino che tanto volevo non arrivava. Ho scoperto di avere le tube chiuse. Dovevo darmi una mossa. E alla fine a 53 anni ce l’ho fatta».
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