“AMADEUS È ANDATO VIA DALLA RAI PERCHÉ GLI CONVENIVA” – IL CALCIONE DI FRANCESCO MERLO AL CONDUTTORE AL QUALE HANNO MESSO SULLE SPALLE “LE SORTI DELLA SINISTRA, DEL CAMPO LARGO, DELLA CLASSE OPERAIA”: “IL SUO SPETTACOLO NON CI E’ MAI PIACIUTO. È UN PRESENTATORE IMPOLITICO CHE DURANTE IL SANREMO DEL 2023, QUELLO IN CUI OSPITÒ MATTARELLA E BENIGNI, ALLE PROTESTE DI SALVINI, RISPOSE: ‘SE NON LE PIACE, SI GUARDI UN FILM’. FU LA TIMIDA IMPENNATA DI UN PROFESSIONISTA CHE CONDUCEVA PROGRAMMI SOLITAMENTE INSIGNIFICANTI E, UNA VOLTA L’ANNO, SI DEDICAVA ALL’ORGIA DECORATIVA DEL..."

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Lettera a Francesco Merlo pubblicata da la Repubblica

 

FRANCESCO MERLO

Caro Merlo, De Martino sulla Rai ha battuto Amadeus sulla Nove e la destra esulta come se Meloni avesse di nuovo vinto le elezioni.

 

Noi, che siamo una famiglia di sinistra, non avremmo guardato “Chissà chi è” neppure in Rai. Invece questi pensano che Amadeus incarni l’artista di sinistra, come Benigni o Dario Fo, solo perché non offriva il Festival di Sanremo a Meloni e Salvini e ai vari Sangiuliano, Roccella, Lollobrigida, Fazzolari, e a tutti quelli che, predicando una nuova egemonia culturale, volevano solo mettere le mani sulla Rai.

Giulia Acciarito — Roma  -

 

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LA RISPOSTA DI FRANCESCO MERLO

 

Tutti sanno che Amadeus — come del resto Fabio Fazio e gli altri — è andato via dalla Rai perché gli conveniva. È un presentatore impolitico che durante il Sanremo del 2023, quello degli ascolti al 62 per cento, ospitò Mattarella e Benigni e, alle proteste di Salvini che lo maltrattava, rispose: «Se non le piace, si guardi un film».

 

Fu la timida impennata di un professionista che conduceva programmi solitamente insignificanti e, una volta l’anno, si dedicava all’orgia decorativa del teatro Ariston.

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Ovviamente, lo incoraggiammo con divertito stupore, scrivendo che il “professionista dell’iperbole sanremese, quello dell’emozione pazzesca!, anzi fantastica!, anzi leggendaria!, aveva mostrato più nerbo di Enrico Letta, era stato più di lotta di Cuperlo e più di governo di Bonaccini, più uomo di mondo di Calenda, più credibile di Giuseppe Conte”.

 

E che la sua Sanremo era, nientemeno, “la nuova Internazionale Situazionista, il Festival della Nuova Resistenza, l’opposizione più allegra ma più decisa a Giorgia Meloni” e lui “era il dottor Zivago”.

 

Ci furono un paio di cretini cognitivi che fecero finta di non capire l’ironia e davvero misero sulle spalle di Amadeus e del suo “Chissà chi è” le sorti della sinistra, del campo largo, della classe operaia. E ora esultano perché non abbiamo — mi ci metto anch’io — guardato uno spettacolo che non ci è mai piaciuto.

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