“IL BAGAGLINO UCCISO DALL’INDIFFERENZA, NESSUNO A PARTE NOI SI E’ LAMENTATO PER LA CHIUSURA DEL SALONE MARGHERITA” - PIER FRANCESCO PINGITORE OGGI IN PARLAMENTO PER CHIEDERE LA RIAPERTURA DELLO STORICO TEATRO - "DA TRE ANNI È CHIUSO E NON CI SI PUÒ FARE ALCUNO SPETTACOLO. BANCA D’ITALIA SOSTIENE DI DOVER FARE DEI LAVORI MA NON SI CAPISCE DI QUALI LAVORI SI POSSA TRATTARE SE FINO ALLA CHIUSURA C’ERA UNA REGOLARE AGIBILITÀ. VEDREMO SE SI MUOVERA’ QUALCOSA”. E POI IRONIZZA SU GRILLO E CELENTANO…
-Daniele Priori per “Libero quotidiano” - Estratti
Da tre anni il Bagaglino è rimasto senza la sua casa, il Salone Margherita di Roma. Da tre anni la compagnia nata dalle menti geniali di Pier Francesco Pingitore e Mario Castellacci nel 1965 ha di fatto smesso di recitare. Ma Pier Francesco Pingitore non si arrende. Anzi va alla carica.
E oggi pomeriggio alle 17.30 porta la causa che di più al momento gli sta a cuore, nel cuore delle istituzioni: la Camera dei Deputati.
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Della vicenda si occuperà la Commissione Cultura della Camera grazie alla risoluzione del deputato di Fratelli d’Italia, Gimmi Cangiano che solleciterà il parlamento affinché si attuino «iniziative urgenti volte a garantire la prosecuzione dell’attività culturale del Salone Margherita, patrimonio storico della città di Roma e della Nazione».
Maestro, c’è un’emergenza legata alla chiusura dei teatri nella capitale d’Italia?
«Nell’appuntamento di oggi pomeriggio nella sala stampa della Camera dei Deputati intendiamo portare a conoscenza l’opinione pubblica del fatto che da tre anni il Salone Margherita è chiuso e non ci si può fare alcuno spettacolo. Una vicenda che va ad aggiungersi alla chiusura dell’Eliseo, del Teatro delle Arti, del Teatro Valle, con il Teatro La Cometa che non esiste più..Mi dica lei!».
C’era forse qualche necessità urgente che ha portato i proprietari della Sala a chiudere?
«Il Salone Margherita prima della sua chiusura aveva tutto in ordine. Abbiamo recitato in quella sala fino alla chiusura per la pandemia e da allora non ha più aperto. Questo torneremo a sottolineare oggi pomeriggio. A noi sembra un caso anomalo. Banca d’Italia sostiene di dover fare dei lavori ma non si capisce di quali lavori si possa trattare se fino alla chiusura c’era una regolare agibilità. Anche perché se non ci fosse stata ci avrebbero arrestato. Peraltro prima della chiusura abbiamo messo in scena uno spettacolo un po’ divinatorio...».
Cosa intende?
«L’ultimo spettacolo del Bagaglino concluso a febbraio 2020 era La Presidente con Valeria Marini che diventata Capo dello Stato. Poi la Presidente è arrivata veramente, anche se a capo del Consiglio dei Ministri».
(...) Vedremo se si muoverà qualcosa veramente...».
Senta, a proposito di politici. Ha visto il ritorno in tv di Grillo qualche settimana fa? «Sinceramente no. Non è un personaggio che mi interessa. Lo conosco. Se mi capitasse di incontrarlo lo saluterei ma non abbiamo mai avuto un sentire comune né alcun tipo di incontro artistico...».
Il primo comico in politica in Italia ha fallito secondo lei?
«Ma io credo che in realtà non volesse nemmeno veramente scendere in politica e si sia trovato in un vortice più grande di lui...».
L’altro grande ritorno autoannunciato è quello di Celentano. Anche se non si capisce bene dove e come. Ha detto che forse non servirà neppure la tv. Che ne pensa?
«Penserà ad una apparizione celeste, convinto magari di essere una fotocopia del Padreterno!».
(Sorride) Ma scusi perché per salvare il Bagaglino non prova a rivolgersi anche alla Fondazione Teatro di Roma?
«Molti rapporti non li abbiamo mai avuti. Il Bagaglino, pur avendo molti amici, ha sempre rappresentato un caso a sé nel panorama teatrale. Con molti non c’è un sentire politico comune... E francamente a parte noi non ho visto o sentito altri lamentarsi per la chiusura del Salone Margherita».