“UN BEL DOCUMENTARIO PER UN GRANDE UOMO DI CUI SI SENTE LA MANCANZA” – ALDO GRASSO IN LODE DEL DOC DI RAITRE SU SERGIO MARCHIONNE: “LA PRIMA IMMAGINE CHE CI SORPRENDE È QUELLA DI UN MANAGER CHE INDOSSA OCCHIALI DA VISTA E MAGLIONE NERO, SEMPRE UGUALE. DOCUMENTI DIRETTI CE NE SONO POCHI, QUASI TUTTI UFFICIALI, A TESTIMONIANZA DI UN UOMO CHE BADAVA MOLTO PIÙ AL LAVORO CHE ALLE PUBBLICHE RELAZIONI. LA PARTE PIÙ APPASSIONANTE È QUELLA DEDICATA ALL'ACQUISIZIONE DI CHRYSLER. PECCATO CHE…” - VIDEO
-VIDEO: IL DOCUMENTARIO SU SERGIO MARCHIONNE DI RAI 3
https://www.raiplay.it/video/2021/12/Sergio-Marchionne--82224661-e4df-40c0-8db7-a9d8a9978873.html
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"
È un documentario corposo quello di Francesco Micciché presentato da Rai3 per ricordare la figura di Sergio Marchionne (ora su Rai Play). La biografia che conoscevamo recitava di un ragazzo che a 14 anni da Chieti, dove era nato il 17 giugno del 1952, fu costretto a emigrare assieme ai genitori in Canada dove viveva una sorella della madre.
Oltreoceano, colui che ha radicalmente cambiato la storia di un'azienda come Fiat, presa sull'orlo del fallimento, compì una brillante carriera di studi conseguendo due lauree (Filosofia alla Università di Toronto e Legge alla Osgoode Hall Law School of York University), oltre a un master in Business Administration presso la University of Windsor. La prima immagine che invece ci sorprende è quella di un manager che indossa occhiali da vista e maglione nero.
E, con quel maglione sempre uguale, prende parte a tutti gli incontri che hanno caratterizzato la sua carriera, anche nei momenti più delicati. Il documentario si struttura attraverso la presenza di un gran numero di intervistati (alcuni, con inusuale civetteria, mostrano una confidenza che appartiene al genere «io lo conoscevo bene») e il ritratto che ne nasce è una continua rifrazione di parole. Alcune più di sostanza, altre più di colore.
Peccato che nessuno abbia ricordato il ruolo di Gianluigi Gabetti nel promuovere l'ascesa di Marchionne in Fiat. Documenti diretti ce ne sono pochi, quasi tutti ufficiali (discorsi agli azionisti, presentazioni di piani di sviluppo, incontro con le maestranze), a testimonianza di un uomo che badava molto più al lavoro che alle pubbliche relazioni (l'intervista più interessante è quella a Michele Fazioli della Rsi, la tv della Svizzera italiana).
Ovvio che la parte più appassionante sia quella dedicata all'acquisizione di Chrysler, terza casa automobilistica americana per importanza. Un bel documentario per un grande uomo di cui si sente la mancanza.