“CHI L'AVREBBE DETTO CHE CARMEN, CON IL SUO TRIONFO DELL’EROS, POTESSE ESSERE ANCHE UNA PREGHIERA?” – ALBERTO MATTIOLI SULLA “CARMEN” CHE HA DEBUTTATO ALLO SFERISTERIO DI MACERATA, PER LA REGIA DI DANIELE MENGHINI: “L'EROS DEMONIACO DI CARMEN SI CONTRAPPONE AL RASSICURANTE ORDINE SENTIMENTALE DELLA SOCIETÀ. LEI È IL DON GIOVANNI DELL'OTTOCENTO, MA ANCORA PIÙ DESTABILIZZANTE PERCHÉ DONNA, PROLETARIA E ZINGARA” – IL VESCOVO NAZZARENO MARCONI ELOGIA L'OPERA DI BIZET: “CONTRO L'IDEALE DI UN AMORE ASETTICO, OSA DIRE CHE NEL VERO AMORE C'È LA PASSIONE”
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1 – LA CARMEN A MACERATA, TRIONFO DELL’EROS (CON LA BENEDIZIONE DEL VESCOVO)
Estratto dell'articolo di Alberto Mattioli per “Il Foglio”
C'è un momento potente e commovente nella nuova Carmen allo Sferisterio di Macerata, regia del giovane talentuosissimo Daniele Menghini, ed è quando lei, nell' Havanaise , per un momento prende in braccio un bebè vestito da Arlecchino. L'Arlecchino è l'idea e il simbolo di questo spettacolo: ma è l'Arlecchino originale, l'ur-Arlecchino con il corno sulla maschera, comico e diabolico insieme […]
Emblema, dunque, dell'eros rivoluzionario e anarchico, dionisiaco e demoniaco di Carmen che si contrappone al rassicurante ordine sentimentale della società, con i suoi José così inquadrati e virili ma poi sempre lì a parlare di mammà.
I ribelli, gli anticonformisti, i Don Giovanni (Carmen è il Don Giovanni dell'Ottocento, ma ancora più destabilizzante perché donna, proletaria e zingara) sono quindi vestiti da Nika Campisi con delle gabbane multicolori che spiccano fra le nere uniformi della sbirraglia: taverne di malaffare e accampamenti di contrabbandieri che assumono una vaga aura tiepolesca e picara, alla fine nemmeno così abusiva. […]
A Macerata, paradiso di antiche gentilizze e incanti arcitaliani, non solo gastronomici, hanno anche un vescovo in gamba, monsignor Nazzareno Marconi, che per l'occasione ha mandato ai giornali una lettera dove spiega, testuale, “perché il vescovo va a vedere la Carmen ” citando la Deus caritas est del nostro Ratzinger che, “contro l'ideale di un amore umano disinfettato, asettico, dominato dall'interesse e dal calcolo, osa dire che nel vero amore c'è anche l'eros, la passione” .
Così la gloriosa, libertaria, liberatoria potenza di eros si può incarnare in un baby Arlecchino, “enfant de Bohème” cullato da chi, in nome della libertà, è persino disposto a morire. Chi l'avrebbe detto, che Carmen potesse essere anche una preghiera?
2 – VESCOVO DI MACERATA, CARMEN CI INSEGNA CHE LA VITA NON È FACILE
Estratto dell’articolo di www.ansa.it
C'era anche il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi ieri sera alla prima di Carmen allo Sferisterio di Macerata, "perché l'arte fa pensare" e perché la storia della sigaraia immaginata da Mérimée e musicata da Bizet insegna che "le cose nella vita vera non sono facili" e che "chi corre subito a giudicare e condannare sbaglia certamente", spiega in un messaggio diffuso dalla diocesi.
"Vado a vedere la Carmen per indicare alla gente che l'arte, quando è grande, fa pensare e riflettere sulla vita - osserva -. E un popolo che pensa e riflette è già sulla buona strada per diventare un popolo più cristiano".
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La morale "non può essere quella per cui chi viola la norma va punito, senza se e senza ma, senza cercare una giustizia che guarisca e non semplicemente che 'vendichi'. Se don José lasciasse Carmen in prigione e sposasse Micaela, l'opera finirebbe al primo atto. Tutti a casa, convinti che la legge e l'ordine fanno vivere sereni e tranquilli, e questo basta per diventare vecchi".
Ma "don José lascia fuggire Carmen, perché l'umano non è solo calcolo e quieto vivere" fa notare. Carmen "parla del mistero dell'amore, che non è solo sesso, ma non è neppure legame calmo ed ordinato, senza passione" insiste mons. Marconi, citando Benedetto XVI e "l'eros di Dio", la passione per l'uomo […]
"Vado a vedere Carmen per ricordarmi che il male distrugge", ma "cercare la via della vita, della libertà e del bene è più complesso che fare un elenco di reati, mettere in galera chi li viola e gettare la chiave. Forse anche Carmen può servire per scrivere un catechismo della misericordia, di cui avremmo tutti un grande bisogno, cristiani e non" conclude il vescovo di Macerata.