“È FELTRI CHE DOVREBBE ESSERE INVIDIOSO” - CRISTINA SIVIERI TAGLIABUE E PINA PICIERNO CONTRO IL DIRETTORE DI “LIBERO”: “’IO DONNA’ HA LA FORTUNA DI SOSTENERSI CON I PROPRI INSERZIOISTI, MENTRE ‘LIBERO’ È L’ORGANO DEL PARTITO MONARCHICO ITALIANO E DA ANNI BENEFICIA DESTINATI ALL’EDITORIA. ANCHE PER IL 2020 RICEVERÀ PIÙ DI 5 MILIONI DI EURO” - “ABBIAMO PROMOSSO UNA PETIZIONE PER MODIFICARE IL DECRETO LEGISLATIVO CHE DISCIPLINA I REQUISITI DI ACCESSO PER IL CONTRIBUTO PUBBLICO ALL’EDITORIA, STABILENDO CHE…”
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“IO DONNA” PUBBLICA UN ARTICOLO DI ANTONELLA BACCARO CONTRO VITTORIONE E LUI SI INCAZZA: “SONO CONSAPEVOLE DI DARE FASTIDIO AI CONFORMISTI COME LEI, PERCHÉ IO CON QUESTO MESTIERE DEL CAVOLO MI SONO ARRICCHITO, MENTRE LA MAGGIORANZA DEI GIORNALISTI HA LE PEZZE AL CULO. DA CIÒ DERIVA UN SENTIMENTO CHE SI CHIAMA INVIDIA. HO L'IMPRESSIONE CHE ELLA LO NUTRA”
Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Dago,
Leggiamo l'ennesimo articolo in cui Vittorio Feltri, su Libero, non si limita a offendere la direttrice di Io Donna Danda Santini e la giornalista Antonella Baccaro che "con prosa incerta" ha avuto l'ardire di criticarlo, ma si vanta apertamente del suo anticonformismo. Perché lui con il giornalismo - che definisce mestiere del cavolo - si è arricchito, "mentre la maggioranza dei giornalisti ha le pezze al culo. Da ciò deriva un sentimento che si chiama invidia".
A tal proposito vorremmo far notare che invidioso dovrebbe essere Feltri, di Danda Santini, perché Io Donna grazie alla sua qualità ha la fortuna di sostenersi con i propri inserzionisti, mentre il quotidiano Libero è l’organo del partito monarchico italiano (tramite la testata Opinioni Nuove) e da anni beneficia di fondi pubblici destinati all'editoria. Anche per il 2020, con poca pubblicità e poche copie distribuite, riceverà di più di 5 milioni di euro.
Ora, visto che questo non è che l'ennesimo articolo che offende le donne e - ricordiamo solo i più noti "Patata Bollente: la vita agrodolce di Virginia Raggi" "Vieni avanti Gretina, la rompiballe va dal Papa" "Ingenua la ragazza stuprata da Genovese" - noi crediamo non sia più possibile accettare questo giornalismo misogino, fatto con i soldi dei contribuenti.
Per questo motivo abbiamo promosso una petizione per modificare il Decreto Legislativo n. 70 del 15 maggio 2017 che disciplina i requisiti di accesso per il contributo pubblico all’editoria, stabilendo che i giornali e gli altri mezzi di comunicazione che usano quotidianamente e senza ritegno un linguaggio misogino, sessista, discriminatorio e di incitamento all’odio non possano accedere ai fondi pubblici per l’editoria.
Ad oggi, infatti, esiste una regolamentazione solo per le pubblicità sessiste. I giornali che le accettano non possono essere finanziati. Perché, quindi, gli articoli sì? Certe che le tue lettrici e i tuoi lettori desiderino unirsi e noi, ecco il luogo dove stiamo raccogliendo le firme, tramite petizione popolare: https://bit.ly/37Fd0nB
Un cordiale saluto
Cristina Sivieri Tagliabue
Pina Picierno