“FONDAMENTALMENTE, SONO DI CENTRO” – BOMBASTICA INTERVISTA A PAOLO SORRENTINO: “FACCIO FATICA CON GLI ESTREMISMI, LE POSIZIONI NETTE CHE NON RETROCEDONO, LA RAGIONE LA SI TROVA NEL MEZZO” – “I LIBRI? POCHI, TRE AL MESE. FILM ANCHE MENO E PREFERISCO NON VEDERE QUELLI DEGLI ALTRI. SE NE VEDO UNO BELLO MI DEPRIMO, SE NE VEDO UNO BRUTTO PENSO CHE STO FACENDO UN CAPOLAVORO” – “ANDARE A UNA FESTA PRIMA ERA ESSENZIALE, ORA MI VIEN DA PENSARE ‘TANTO SO GIÀ CHE SUCCEDE’ E RIMANGO A CASA” – “IL TALENTO NON È INNATO: FALSI MITI. IO LAVORO TUTTO IL TEMPO. ANCHE QUANDO FACCIO FINTA DI CONVERSARE CON MIA MOGLIE…” - VIDEO
Estratto dell’articolo di Federico Pontiggia per “il Fatto quotidiano”
“Non sono un malato di cinema”. Paolo Sorrentino incanta il pubblico di Taobuk, il Taormina International Book Festival, dove confessa i mancati adattamenti di Ferito a morte di La Capria e Lunar Park di Bret Easton Ellis.
Il nuovo film, Parthenope, dopo Cannes arriverà nelle nostre sale il 24 ottobre, con anteprime a mezzanotte dal 19 settembre […]
Sorrentino, dopo È stata la mano di Dio ancora Napoli e autobiografia?
Parthenope è l’autobiografia ideale della mia vita, con una meravigliosa donna che passa di esperienza in esperienza. Io invece ero il brutto anatroccolo.
Che cos’è il talento?
Non credo lo si possieda in maniera innata: falsi miti. Io lavoro tutto il tempo. Anche quando faccio finta di conversare con mia moglie: di fatto sto altrove, a costruirmi una realtà parallela.
Libri?
Oggi pochi, tre al mese. Film anche meno, non per snobberia. Preferisco non vedere quelli degli altri, perché se ne vedo uno bello mi deprimo, se ne vedo uno brutto […] mi esalto e penso che sto facendo un capolavoro.
Cinema che ama?
Quello americano degli anni Novanta: Tarantino, i fratelli Coen, Jarmusch, Spike Lee, Scorsese. E David Lynch.
Che rapporto ha col tempo?
Nel decennio tra 40 e 50 ero molto agitato rispetto al passare del tempo, ci ho fatto anche un film, Youth. Con gli anni si riducono le aspettative, e anche la necessità di provare certe emozioni […]: andare a una cena, a una festa era una ragione essenziale, ora mi vien da pensare “tanto so già che succede” e rimango a casa.
Che cosa chiede a sé stesso?
[…] Mi piacerebbe avere più amor proprio, ne ho sempre avuto poco.
Parte della critica non le ha mai perdonato il rifiuto del Neorealismo.
Non è il mio approccio […]. […] guardo a registi, dai Coen a Fellini, che non lo sono. Anche se De Sica è il più bravo di tutti.
Anche di Fellini?
(Ride) No, però è bravo.
Per Fellini la misura del successo era essere diventato aggettivo, a lei basta il cognome?
8 e ½ è il film della mia vita, ma a me basta fare il successivo: L’uomo in più erano due film, pensai meglio farne 2x1 come al supermercato, non dovessi riuscire più…
Si sente l’uomo in più del nostro cinema?
Non mi sento migliore di altri colleghi: inventarsi delle rivalità è un gioco che piace molto, […] ma non l’ho mai vissuto. Anche perché non sono competitivo […] e tutto sommato mi trovo più a mio agio a perdere… L’oscar e i premi de La grande bellezza li ho sofferti, mi ha salvato Youth che avevo scritto prima.
Che rapporto ha con la bellezza?
Molto indulgente, la trovo un po’ in tutte le cose, compresi il deforme, le mostruosità, il disdicevole. Ho un rapporto pacificato con il bello e il brutto che… per me è bello.
Apre sia La grande bellezza che Parthenope con Céline.
Ha capito tutto degli esseri umani, Viaggio al termine della notte è il più bel titolo di sempre. Ha raccontato che dentro i miserabili, i vigliacchi si annida una profonda forma di bellezza […]
Lei ha scritto Hanno tutti ragione: desistenza, constatazione, resa, che?
La mia tendenza al buon senso, faccio sempre molta fatica con gli estremismi, le posizioni nette che non retrocedono, la ragione la si può trovare nel mezzo. Fondamentalmente sono di centro.
Anche politico?
Forse sì, con gli anni.