“FRIENDS” WILL BE “FRIENDS” – ALDO GRASSO SPIEGA IL SUCCESSO DELLA SERIE CON PROTAGONISTA MATTHEW PERRY, SCOMPARSO DOMENICA A 57 ANNI: “È DURATA A LUNGO PERCHÉ VOLUTAMENTE SCANSA I PROBLEMI DELL’ATTUALITÀ, DELLA REALTÀ, PREFERISCE LA COMFORT ZONE DELLA METASTORIA, IL LUOGO IDEALE PER COLTIVARE I ‘CARATTERI’” – “CHANDLER VIENE DESCRITTO COME IL PIÙ CINICO E SARCASTICO DEI SEI, MA I SUOI MODI, LA SUA FACCIA, I SUOI SORRISI ERANO TUTTI IMPRONTATI A UNA DOLCEZZA CAPACE DI SVIGORIRE OGNI CAUSTICITÀ…” – VIDEO
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Estratto dell’articolo di Aldo Grasso per www.corriere.it
Perché una sitcom come «Friends» è durata così tanto? Il primo episodio di «Friends» è andato in onda il 22 settembre 1994 su Nbc (in Italia il 23 giugno 1997 su Rai3). Ne sono seguiti altri 235 suddivisi in dieci stagioni.
La serie […] è durata nel tempo ed è diventata un fenomeno globale perché si è imposta da subito come una sorta di manifesto intergenerazionale. I sei protagonisti parlano di sé e delle proprie insoddisfazioni (c’è qualcosa di più universale dell’insoddisfazione?) ma lo fanno in maniera garbata, leggera, ironica, come se apparissero soddisfatti dell’insoddisfazione di cui si nutrono. Anche perché appartengono a una generazione che non ha mai conosciuto né la guerra né la crisi economica.
Monica, Rachel, Phoebe, Ross, Chandler e Joey, prima che personaggi […], sono storie, sono sei linee narrative che progrediscono contemporaneamente: raccontare le vicende di un cast numeroso che si sviluppano di pari passo, contribuisce a sottolineare l’imprevedibilità della vita piuttosto che la sua regolarità.
Da una parte, lo spettatore è rassicurato da alcuni luoghi canonici (la casa […] e i divani del Central Perk Cafè) dove poter inscenare i discorsi; dall’altra è incuriosito da una continua e imprevedibile ricerca di qualcosa che a che fare con la felicità, con la rassicurazione, con il domani.
«Friends» è durata a lungo perché volutamente scansa i problemi dell’attualità, della realtà, preferisce la comfort zone della metastoria, il luogo ideale per coltivare i «caratteri».
Per esempio, Chandler (è la morte di Matthew Perry che ci suggerisce queste considerazioni) viene descritto come il più cinico e sarcastico dei sei, ma i suoi modi, la sua faccia, i suoi sorrisi erano tutti improntati a una dolcezza capace di svigorire ogni causticità. […] La semplicità non è una cosa semplice, ci vuole talento per raggiungerla.