1 – “NO, È GERUSALEMME” – SCIVOLONE DIPLOMATICO A ‘L’EREDITÀ: FLAVIO INSINNA CORREGGE LA CONCORRENTE CHE ALLA DOMANDA ‘QUAL È LA CAPITALE DI ISRAELE’ AVEVA RISPOSTO TEL AVIV (DAGOSPIA DEL 30 MAGGIO 2020)
2 – "GERUSALEMME CAPITALE DI ISRAELE": DOPO "L'EREDITÀ", IL GIUDICE ORDINA ALLA RAI DI RETTIFICARE
Rosario Di Raimondo per www.repubblica.it
"Il diritto internazionale non riconosce Gerusalemme quale capitale dello Stato di Israele". Flavio Insinna, conduttore del programma televisivo "L'Eredità", dovrà pronunciare questa dichiarazione la prossima volta che tornerà in onda.
Una rettifica ordinata dal Tribunale di Roma, che ha dato così ragione a due associazioni filo-palestinesi che si erano rivolte al giudice contro la Rai. Gli amanti del quiz-show, e non solo loro, ricorderanno bene la polemica scoppiata il 21 maggio scorso: alla domanda su quale fosse la capitale di Israele, una concorrente dice "Tel Aviv" ma la risposta viene considerata sbagliata in favore di "Gerusalemme". Secondo il giudice è stata diffusa "una informazione errata".
scontri a gaza contro l ambasciata usa a gerusalemme
La prima replica della Rai dopo le reazioni
Il 5 giugno è lo stesso conduttore a cercare di spegnere le polemiche leggendo una precisazione in diretta. "Ci si può ritrovare involontariamente al centro di una controversia che chiama in causa vicende sulle quali non spetta certo a un gioco come il nostro intervenire". E ancora: "Sulla questione però esistono posizioni diverse. Alla luce di ciò riteniamo di non dover entrare, noi che non abbiamo titolo, in una disputa così delicata, e ci scusiamo per averla involontariamente evocata".
Ma non finisce qui. Gli avvocati Fausto Gianelli (foro di Modena) e Dario Rossi (Genova), in rappresentanza dell'"Associazione Palestinesi in Italia" e dell'"Associazione benefica di solidarietà con il popolo Palestinese", si oppongono. Perché, dicono, non ci sono controversie o margini di incertezza sul fatto che, fuori da Israele, gran parte della comunità internazionale non consideri Gerusalemme capitale.
La decisione del giudice
Il caso finisce sul tavolo del giudice del tribunale di Roma Cecilia Pratesi, della sezione diritti della persona e immigrazione. La materia è tutt'altro che semplice e nella sua ordinanza, arrivata nelle scorse ore, la toga scava nel "nodo centrale della questione". Che non è "una presa di posizione politica in merito al diritto degli stati di Israele e Palestina di eleggere Gerusalemme a propria capitale". Il problema, ragiona, è appurare la correttezza dell'informazione diffusa dalla Rai.
"Lo Stato italiano non riconosce Gerusalemme"
preparativi per l'apertura dell'ambasciata usa a gerusalemme 1
E qui comincia la lunga disamina del giudice. "E' lo Stato Italiano a non riconoscere Gerusalemme quale capitale", come dimostra il fatto che la sua ambasciata è a Tel Aviv. "E' fatto notorio che il 21 dicembre 2017 l'Italia abbia votato a favore della risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite che rifiutava la decisione degli Usa di riconoscere Gerusalemme come capitale d'Israele, così come è noto che le stesse Nazioni Unite si siano ripetutamente espresse sulla questione condannando l'occupazione israeliana dei territori palestinesi e di Gerusalemme est, e negando qualsiasi validità giuridica alle decisioni di Israele di trasformarla nella sua capitale". E, continua, le risoluzioni Onu "costituiscono diritto convenzionale direttamente applicabile nel nostro ordinamento", come stabilito dalla nostra Costituzione.
"Informazione errata"
Conclude il magistrato: "Dare per assodato che la città di Gerusalemme sia la capitale dello Stato di Israele concreta la diffusione di una informazione errata. Definire la questione una "disputa", come fatto durante la prima replica della Rai, non basta a rettificare quanto avvenuto in trasmissione, "poiché non restituisce l'informazione (corretta) che la questione è sì obiettivamente controversa fra gli stati direttamente coinvolti, ma è altresì oggetto di una netta presa di posizione del diritto internazionale".
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Morale: "L'Eredità" dovrà trasmettere un'altra rettifica e la Rai è condannata a pagare 3 mila euro di spese legali. "Ci siamo incaponiti, ma oggi siamo contenti. Non era scontato, le conclusioni sono interessanti - dice a Repubblica l'avvocato Gianelli - Ai sensi del diritto internazionale, Gerusalemme non è la capitale di Israele. Non può passare l'idea che tutto è controvertibile".
Nel corso della difesa, la Rai aveva mostrato i contenuti di alcune pubblicazioni ("enciclopedia Treccani, enciclopedia Britannica, Wikipedia") nelle quali Gerusalemme viene indicata come capitale, "con la precisazione che si tratta di questione oggetto di contrasto".
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