“GUARDAVO POCO GILETTI, MA QUESTA BRUTTA CHIUSURA ME LO FA RIMPIANGERE” – FRANCESCO MERLO: “PARTITO COME ALLIEVO DI MINOLI, È DIVENTATO L’EREDE DI SANTORO, UN MISTO DI SCOOP E NARCISISMO, LA PIAZZA-TV DOVE LE SFIDE SONO GIOSTRE E I NEMICI COMPARI, MA DOVE TUTTI VOGLIONO ANDARE E VANNO” – “CREDO CHE LA PAURA DELLA FOTO ABBIA MOLTA PIÙ SOSTANZA DELLA FOTO STESSA CHE POTREBBE NON ESISTERE MA ALLA QUALE TUTTI ORMAI CREDONO. IL NULLA NON SI ANNULLA E DUNQUE, SE NON LA VEDREMO MAI, SARÀ ‘LA PROVA’ CHE È STATA DISTRUTTA…

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Da “Posta e Risposta – la Repubblica”

 

francesco merlo

Caro Merlo, non so in quale Tv andrà a lavorare Massimo Giletti, ma chiudergli il programma a fine stagione, e proprio quand’è in uscita, non significa regalargli una grande pubblicità?

 

Non mi piace il giornalismo populista e di destra di Giletti e dubito che la scorta che gli hanno assegnato lo qualifichi come giornalista antimafia. Non crede che in Italia ci siano troppe persone sotto scorta?

 

Le confesso che non ho capito quanto sia squalificato il pentito Baiardo, ma sarebbe indecente se Giletti lo avesse pagato in nero e sono sicuro che questa foto di Berlusconi con Graviano e il generale Delfino verrà distrutta. Anche dalla terapia intensiva Berlusconi saprà cosa fare.

 

Giulio Sorrentino — Torino

 

Risposta di Francesco Merlo:

 

urbano cairo e massimo giletti a roma foto barillari

Premetto che non mi piacciono gli atti d’imperio e dunque non mi piace la chiusura d’imperio del programma di Giletti. Guardo poco la tv e benché fosse di successo, guardavo poco anche Giletti, ma questa brutta chiusura me lo fa rimpiangere. Come altri giornalisti, Massimo Giletti vive sotto scorta perché ha ricevuto minacce che non sono diplomi di nobiltà, ma rischi che il ministero degli Interni prende sul serio. In Italia sono troppe le scorte o sono troppe le minacce?

 

[...] Insomma, non condivido le sue considerazioni sulla scorta di Giletti, la cui sicurezza non è misurabile con il pregiudizio politico. Del suo giornalismo ho già scritto che Giletti, partito come allievo di Minoli, è diventato l’erede di Santoro, un misto di scoop e narcisismo, la piazza-tv dove le sfide sono giostre e i nemici compari, ma dove tutti vogliono andare e vanno. E dunque è vincente perché è l’audience che, non solo in tv, misura la qualità. [...]

 

salvatore baiardo massimo giletti non e l'arena 6

Escludo che Giletti e l’editore che lo ha autorizzato possano avere pagato in nero un qualunque ospite, non solo un mafioso patentato. Sulla foto, che Giletti dice di avere malamente intravisto da lontano, credo che la paura della foto abbia molta più sostanza della foto stessa che potrebbe non esistere ma alla quale tutti ormai credono. Vedo una sapienza (mafiosa e politica) nella sua gestione: il nulla non si annulla e dunque, se non la vedremo mai, sarà “la prova” che è stata distrutta, perché si sa che in Italia solo le prove vengono distrutte, e più si distrugge e si fa sparire più si rafforza la prova.

URBANO CAIRO E MASSIMO GILETTI
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