“HO AMATO GIANNI MORANDI. MI DEDICO’ IL BRANO 'LA MIA NEMICA AMATISSIMA” – AMORI, DOLORI E BOLLORI DI SERENA GRANDI – "CON PINO DANIELE C'È STATO UNO DI QUEGLI AMORI CHE NON HANNO UNA FINE. LUI AVEVA SCRITTO PER ME “MAL DI TE”. VOLEVA CHE FACESSI IL VIDEO. MA MIO MARITO..." - "VILLAGGIO MI CHIAMAVA 'LA MIA TETTONA'” - IL RIMPIANTO PERCHE’ SORDI E BERLUSCONI NON L’HANNO CORTEGGIATA - E POI LUCA BARBARESCHI, TINTO BRASS, IL LIBRO DI VESPA CHE L’HA FATTA INCAZZARE, LE STORIE SUI "CENTO UOMINI" E "IL MOLTO FANGO SULLA MIA VITA" - "LE PROPOSTE PIÙ OSCENE LE HO RIFIUTATE. NON MI INTERESSAVA DIVENTARE UNA SEX WORKER: QUANDO VADO AL LETTO, LA SERA, NON MI SPUTO IN FACCIA" - VIDEO
Estratto dell’articolo di Arianna Finos per la Repubblica
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Quando ha capito di essere bella?
"A 12 anni avevo già misure abbondanti. Dicevo a mia madre 'ho bisogno di un reggiseno' e lei rispondeva 'ora andiamo' ma portavo già la seconda. Sentivo che avevo bisogno di coprirmi e non capivo perché tutti gli uomini mi guardassero, 'poi te lo spiegherò', diceva mamma. Ho scoperto di essere sensuale, anche se allora ero ingenua, superficiale. Mi piacevano le paillette, i vestiti, i trucchi. Avevo una madre giovane, sembravamo sorelle".
[...] "[...] Rimini... la credevo bella come da piccola, invece l'ho ritrovata commerciale. Non era più la mia, mi è dispiaciuto. Ero arrivata con la voglia di aprire un ristorante, dare lavoro, condividere con i compaesani il fatto di essere tornata. Ho trovato persone che hanno pensato che fossi così cretina da spendere tanti soldi per poi non avere niente. La vicenda si è chiusa con danni economici grandi, un artista non ha senso del commercio, ho puntato sul rosso, è uscito il nero. Nella vita si sbaglia".
(…) Torniamo alla Serena che lasciava Rimini verso Roma. Che cosa cercava?
"Di fare quel che mi piaceva: il cinema. Volevo recitare e sono stata fortunata, dopo tre mesi lavoravo".
All'epoca si parlò di lei e Gianni Morandi, che le dedicò La mia nemica amatissima.
"Non l'ha scritta lui, ma facemmo di tutto per far capire alla gente che potevo essere una 'nemica amatissima', e ci siamo riusciti. Oggi è sposato, ha un figlio grande, più di tanto non voglio parlarne. È passato tanto tempo".
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Tu mi turbi con Roberto Benigni?
"La sua grande simpatia e le mie ali d'angelo attaccate per due giorni, lui passava e faceva battute buffe... molto carino".
Dino Risi è stato un regista importante.
"Con Teresa è partita un'altra fase di carriera. Mi disse: 'Facciamo un film tutto su di te, fai la camionista, con Barbareschi'. Risi faceva ridere moltissimo, anche sul set, avrei voluto frequentarlo di più ma ero già sposata.
Non conoscevo Luca Barbareschi, avevo capito che era un grande attore e manager, a volte poteva fregarmi il primo piano, lo capivo, ma era davvero affascinante. Il set divertente e faticoso, in Romagna, guidavo il camion. Ero di una bellezza sconvolgente. Con Barbareschi siamo amici [...].
A differenza di altre colleghe lei ha sempre parole di gratitudine per Tinto Brass.
"[...] Tinto è stato importante, come lo è stato Pupi Avati. Sul set io ascolto i registi. Con Tinto passai sei mesi di grande preparazione".
Sul set allora non esisteva l'intimacy coordinator (durante le riprese quella figura professionale che garantisce che gli attori girino scene di sesso senza trovarsi in situazioni imbarazzanti, ndr). Si infilavano curiosi?
"Alcune volte è successo, ma non con Tinto, che mandava via tutti e stava in macchina. Nelle scene di nudo c'erano lui e la moglie Tinta, erano scene preparatissime e lunghe, girava da varie angolazioni e aveva una macchina sola".
In nome del popolo sovrano di Magni, con Sordi e Manfredi.
"Alberto Sordi era in forma strepitosa, rideva con Magni che lo sfruculiava. Eravamo a Ferrara, la domenica andavamo a mangiare al ristorante, io portavo il bambino piccolo. Alberto amava il tartufo e il vino rosso dolce. Ricordo una scena alla fine del film, quando io da cameriera ero ormai badante, entrambi truccati da anziani che camminavamo, la macchina ci prendeva da dietro, noi a braccetto.
Non c'era audio. Lui diceva 'sbrìgate, 'nnamo, famo presto senno' se magnano tutti i cornetti'. Era l'ora della colazione serale, avevamo fame. Sordi mi avrebbe fatto anche una bellissima corte, ma ero sposata e spesso mio marito veniva sul set. Ma se non fossi stata sposata... Sordi era molto affascinate, con questi occhi azzurri meravigliosi, di cui non ci si ricorda".
Si è lamentata che Berlusconi non l'abbia mai corteggiata.
"Beh, sì. Magari, perché avrei avuto un'altra carriera, più soldi e palazzi... ma può anche essere che non gli piacessi. Ed ero sposata".
Ma a Medusa l'hanno valorizzata.
"Eravamo dal produttore Luciano Martino, io ero con Lizzani e la moglie e mio marito, arriva Berlusconi con un codazzo di donne e uomini, dice 'posso rubarvela'? Io avevo cominciato presto a Telealtomilanese ma lui mi disse 'lei diventerà una star del cinema, la tv la faccia fare agli altri'. Così fu".
Alle donne lei consiglia di non farsi regalare fiori ma Cartier.
"Lo dico sempre, i fiori si distruggono in pochi giorni, puzzano".
Ha avuto più fiori o Cartier?
"Ho avuto tanti regali. Per un compleanno mi arrivò una Ferrari con il nastro, sotto casa. L'ho rimandata indietro, mi avrebbero chiesto cose che non volevo fare. Non mi interessava diventare una sex worker. Volevo fare il mio lavoro. Quando vai a letto la sera sai chi sei e non ti sputi in faccia".
Dai cornetti di Sordi alle piadine con Paolo Villaggio in Rimini Rimini.
"Alle cinque del pomeriggio facevamo pausa, non solo con Paolo, ma anche Corbucci, che se non avesse avuto i supplì sarebbe impazzito. Andavamo ai chioschi, la venditrice diceva 'facciamo altre tre piadine?'. E Villaggio: 'Lei, signora, è una killer'. Paolo mi diceva 'sei la mia tettona, ti porterò al Prado, in Spagna'. Poi ci sono andata da sola. Era colto e ironico, diceva frasi buffe come 'si è fatto tardi troppo presto', 'stiamo un'altra orina qui...'. Lo frequentavo fuori dal set con un gruppone di amici, si mangiava, si ballava al Jackie 'O, si rideva".
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Un set brutto o difficile?
"Le foto di Gioia, con Lamberto Bava. Un thriller. Ricordo che era difficile simulare il terrore, non avevo la tecnica ancora. Il 23 dicembre io stavo in reggiseno e slip in piscina e arrivava l'assassino... Un freddo, la gente con le coperte. E La grande bellezza, film meraviglioso, ma set difficile, girato di notte, Paolo inamicale sul set. Avevo un busto enorme, che mi ingrossava, e un bellissimo dialogo con Servillo fu tagliato. Ma il film non poteva durare quattro ore. Con Sorrentino lavorerei anche domani".
Lei è stata considerata tra le più affascinanti attrici del panorama italiano. La battuta dei cento uomini che ha detto a Un giorno da pecora?
"In realtà era una battuta che feci con Cristiano Malgioglio al Grande fratello, 'controlliamo il database', e l'ho ripetuta in trasmissione. Ma scherzavo, sono battute. Non mi aspetto siano amplificate così, quando i media sparano le notizie dovrebbero guardare la carta di identità: alzarsi la mattina e trovare il web pieno di queste stronzate mi dà fastidio, buttare tutto sui cento uomini che mi sono scopata... le mie colleghe ne avranno avuti mille. Avrò avuto le mie storie, ma sono stata sposata quindici anni e ho un figlio di trenta, la mia carriera non si riduce alle conquiste.
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Quando uscì Miranda feci quello che diceva l'ufficio stampa, inventai che avevo fatto l'amore con due pugili sul ring. Tutto quel che mi chiedevano per promuovere un film che poggiava sulle mie spalle e arrivava dopo La chiave. Incassammo 18 miliardi al botteghino. Ma queste cose sono rimaste negli archivi. Però si cambia, l'età ti fa tagliare i rami secchi e ti dà noia veder ripetere le stesse battute".
"La grande bellezza", il party e Serena Grandi nella torta. Ci sono tante versioni degli stessi racconti.
"Due anni fa è uscito il libro Bellissime di Bruno Vespa. C'erano cose allucinanti, da denuncia, non so perché non l'abbia denunciato. Si è scusato con me. 'Ma tu mi stai facendo male', gli dissi. Ero tra le 'bellissime' ma dentro c'era una porcheria che la metà bastava. Mi sono sentita offesa da un giornalista importante. E poi ti lecchi le ferite e speri che tutto questo verrà archiviato".
Ha avuto storie poetiche. Pino Daniele le dedicò Mal di te.
"Con Pino c'è stato uno di quegli amori che non hanno una fine. Ci si incontra, ci si guarda, mi arriva un nastro con Mal di te, che aveva scritto nella notte. Lui lo mise su nastro perché voleva che facessi il video, mio marito si accorse di questa attenzione, ma eravamo già alla fine del mio matrimonio, ed era anche la fine del suo. Non siamo mai andati a passeggiare, a cena. Poi lui si è separato e anche io, ma non ci siamo visti più. Mi è successo altre volte, magari hanno paura di me, scappano. Ci sono amori che non accadono mai".
Adriano Panatta fu un grande amore.
"Una storia bellissima, ma cerco di non parlarne perché lui si è sposato e sono amica della moglie. Ho passato due anni girando il mondo con lui, faceva le esibizioni, aveva già smesso di giocare. L'ho amato molto molto".
Lei finì ai domiciliari per accuse per le quali fu assolta e risarcita con 100.000 euro.
"Avrei potuto denunciare tutti. Non ho avuto la forza e il coraggio, perché so che poi l'avrei pagata cara. Ma è stato un fango mediatico orrendo. Non hanno trovato cocaina, sono arrivati alle 6 di mattina dicendo 'diamo un'occhiata'. 157 giorni senza processo, poi la Gup fu implicata per fatti di denaro e anche quello non mi è andato giù. Avevo un bimbo di 12 anni in casa, problemi con la tiroide...
Oggi, degli arresti domiciliari di allora ho persino un ricordo bello, con mamma, due camerieri, una casa ai Parioli, mio figlio che stava con me. Non guardavo i giornali né la tv. È stato un po' come la pandemia: Rimini, mare, passeggiata col cane, spesa. [...]".
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