“IO PRESIDENTE DELLA SALERNITANA? SCHERZANDO, LOTITO ME LO HA CHIESTO, MA NON L’HO PIÙ SENTITO” - MASSIMO BOLDI: “LA COMICITÀ È CAMBIATA IN PEGGIO. IL POLITICAMENTE CORRETTO L’HA ROVINATA” – “LA COMMEDIA ITALIANA CHE HO FATTO IO CON CHRISTIAN DE SICA PER TANTI ANNI POTRÀ ESSERE ANCHE DEFINITA "DI BASSO LIVELLO", MA ME NE FREGO, PERCHÉ IL PUBBLICO TI AMA COSÌ. ATTENTI AI SOCIAL, LA FAMA COSTRUITA CON I FOLLOWER SPARISCE IN UN LAMPO. BERLUSCONI AL QUIRINALE? SONO CRESCIUTO CON LUI... “

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Giulia Cazzaniga per "la Verità"

 

boldi lotito

Il mese prossimo compirà 76 anni, ma Massimo Boldi non ci pensa nemmeno a rallentare, e va veloce - anche nell' intervista - come il Freccia rossa che lo porta avanti e indietro tra Milano e Roma. «Sto lavorando al prossimo film, ma ora è diventato complicato produrre e distribuire, tra cinema e televisione: chiedono tutti garanzie, anche quando è un progetto di Massimo Boldi. Si spera in Dio, vediamo come andrà a finire».

 

Il cinema italiano ride o piange?

«Boh, ancora non si sa, è presto per dirlo. Ma si soffre, altroché.

Soffre tutto quello che è intrattenimento: non solo il cinema, pure i giostrai o i funamboli del circo sono in crisi. La televisione, quella no. E menomale».

 

Massimo Boldi e la nuova "fiamma" polacca Anita Szacon

Anche la sua casa di produzione Marifilm ha sofferto?

«È stata una batosta».

 

Che fare per risollevare il settore?

«Il fatto è che non si sa cosa voglia il mercato. Guardi agli americani: continuano a rifare sempre gli stessi film ma con attori nuovi, dalla Sirenetta a Biancaneve. Così son sicuri che con queste grandi produzioni il pubblico sarà in sala. Ma il cinema italiano è diverso, è basato sulla commedia e sui film d' autore».

 

Tra i due incassa di più la prima.

«Dà la possibilità di fare incassi garantiti. E poi la commedia va in televisione e sui canali dedicati, e ha sempre successo. Durante la pandemia hanno riproposto molti dei miei quasi 70 film».

 

Ascolti buoni?

«Ho avuto un riscontro molto positivo. I vecchi fan si sono divertiti, le nuove generazioni hanno conosciuto un comico nuovo, che li fa molto ridere (sorride, ndr), mi ha fatto molto piacere».

 

Vanità?

massimo boldi Anita Szacon

«Mi piace pensare che con il mio lavoro sono riuscito a dare al popolo chiuso in casa momenti di serenità e un sorriso. I miei film sono veramente comici: chi incontro per strada sa le battute a memoria, e sono passati trent' anni o anche di più. Non posso che ringraziare il mio pubblico, che è ormai alla quinta generazione in pratica, per l' affetto che mi dimostra».

 

La comicità è cambiata?

«Molto. A volte in peggio».

 

L' ha rovinata il politicamente corretto?

«Sì, è possibile».

 

C' è chi non la fa ridere?

«Non le dirò chi. È vero: la commedia italiana che ho fatto io con Christian per tanti anni potrà essere anche definita "di basso livello", ma me ne frego, perché il pubblico ti ama così, ti vuole bene, ed è soddisfatto quando esce dal cinema. E in tv fa salire lo share».

 

La critica cinematografica ha un colore politico?

Massimo Boldi e la nuova "fiamma" polacca Anita Szacon

«No».

A volte l' ha stroncata, a volte incensata.

«Sì, però al botteghino è andata spesso al contrario. Diciamo che non sempre critica e incassi vanno di pari passo, ecco».

 

Gli italiani oggi ridono o piangono?

«Ora è il momento del sospetto. Lo siamo tutti, sospettosi. Però c' è anche una buona dose di meraviglia. Da quando abbiamo ricominciato a vivere è stato come svegliarsi da un sogno, un sogno non bello, con quasi due anni di vita persi alle spalle. Ricominciamo a fare quello che facevamo, ma non proprio nello stesso modo. È complicato. Devo esser sincero: è un momento che mi lascia sgomento».

 

Lei è un po' ipocondriaco, conferma?

«Superstizioso e ipocondriaco. Malattie e malanni, anche comuni e innocui, mi spaventano: chiamo subito il mio medico di fiducia, anzi i miei medici di fiducia. Tra una balla e l' altra mi sono creato uno squadrone di dottori e professori che mi seguono, ciascuno nel suo ambito».

 

E come ha vissuto una pandemia mondiale un ipocondriaco?

BOLDI MARADONA 2

«Questa volta in realtà non ero per niente spaventato. Ero preoccupato solo per i miei figli e i miei nipoti, per il loro futuro, questo sì. Tutta questa faccenda è strana, perché è successa di punto in bianco e in un momento storico in cui la tecnologia la fa da padrona».

 

Ahia, Boldi, non mi faccia litigare con sua figlia: quando mi ha dato l' ok a questa intervista mi ha avvisato che lei è imprevedibile ma che non bisogna sollevare vespai dai quali poi la devono difendere.

«Non sono un negazionista, l' ho detto e stradetto, ci mancherebbe. Sono anche vaccinato. Per me non ho avuto paura, e ora persino ho speranza che le cose in punta di piedi migliorino».

 

BOLDI MILAN

Merito di Mario Draghi?

«Draghi lo trovo straordinario perché da quando ha preso in mano le redini le cose sono cambiate. Anche se ci vorrebbe uno come Mosè, visto come stanno le cose (sorride ancora, ndr)».

 

Lei ha iniziato con le barzellette in classe, poi una lunga gavetta. Ha fatto l' operaio, il venditore, il ristoratore. Si chiede mai se sarebbe stato meglio nascere oggi, quando a volte basta Instagram per avere successo?

«Bisogna cercare di ragionarci con calma su questo argomento qui. Veda i miei social network: non ho milioni di follower, ma sono persone che si sono affezionate per davvero a me. Due, tre, quattro milioni di follower sono ipotetici, li vorrei contare a uno a uno, chiedere loro se amano davvero chi seguono. Ormai è la fiera dell' Est, dove si crede a quello che dice un imbonitore e fa tendenza».

 

Fa pure politica.

BOLDI MOSCA

«Anche, sì, tra l' altro. Qualche sera fa ero a Roma, in un locale a ponte Milvio, per un compleanno, e tra gli invitati c' erano tanti ragazzi giovani e influencer. Quando sono entrato nel ristorante ho notato che è calato un silenzio quasi tombale».

E poi?

«Dopo mangiato quasi tutti a uno a uno sono venuti a ringraziarmi per la mia carriera, mi dicevano di essere cresciuti con i miei film. Certi tremavano, come fossi un santo».

Addirittura.

«Sì, ma questo è un segno di come siano agli inizi, stanno trovando il loro modo di essere popolari e simpatici con il pubblico».

 

Ne prenderebbe qualcuno in un film?

«Quasi nessuno, magari uno o una, ma mi baso più spesso sul nome, sulla carriera, su questo tipo di garanzie per scegliere».

 

Oggi la fama è precaria?

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«Sparisce di sicuro, se costruita così. E infatti sono quindici anni che si fanno i talent, e chi è rimasto si conta sulle dita di una mano. Mi chiedono spesso come si diventa famosi, anche per strada o sui social. Consiglio di essere originali. Bisogna essere un pezzo unico per poter durare. Tu sei tu, e nessuno è come te. Scimmiottare non è arte».

 

Lei è sempre stato il Cipollino?

«L' invenzione di Cipollino la devo a un lampo di genio di Teo Teocoli: da quando mi chiamò così ad Antenna 3, mi sono divertito come un matto a inventare a questo personaggio battute, scenette e gag.

 

DE SICA BOLDI IN VACANZA SU MARTE 4

Ma io sono nato così: facevo ridere gli amici dell' asilo, e poi ho avuto anche qualche colpo di fortuna, ma di sicuro ho lavorato molto. Certo, non avrei mai pensato di diventare un comico popolare. Non era previsto».

 

Ce lo ha anche lei un lato oscuro come tutti i comici?

«Ho avuto dei periodi di down abbastanza importanti, ma è stata una fase della mia vita. Della seconda, per la precisione, quella che è iniziata con la morte di mio padre quando avevo 19 anni e si è conclusa con l' addio alla mia metà, Marisa, nel 2004, quando lei aveva 47 anni e io 59».

 

Oggi cosa la fa intristire?

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«Solo la stupidità di certe persone. E il tempo che passa. Le mie figlie sono cresciute felici, serene, mi hanno dato dei nipoti. La mia famiglia ha un ruolo importantissimo per me, viviamo bene».

 

E c' è qualcosa che la fa incazzare?

«Direi cose spiacevoli, non le rispondo. La vita è bella e sono consapevole di essere fortunato e di vivere in un grande Paese come l' Italia: non andrei mai via per lavorare al grido di "qui non si combina niente"».

 

Com' è che qualche tempo fa ha parlato di Giorgia Meloni premier e Silvio Berlusconi al Quirinale e l' hanno insultata?

«Sarà che io sono cresciuto effettivamente con il Cavalier Berlusconi. Ho seguito il suo modo di fare televisione, tanto è vero che tre o quattro anni fa durante una riunione con artisti e dirigenti sono stato citato come una colonna portante di Mediaset. Berlusconi me lo presentò nel 1978 Bettino Craxi».

 

E Craxi come lo conobbe?

IN VACANZA SU MARTE BOLDI DE SICA

«Era un appassionato di canzoni milanesi, veniva spesso al Derby club. Che poi oggi si parla del Derby, ma nessuno ricorda davvero cosa fu: era una cantina dove si faceva cabaret, ma anche il luogo di eccellenza di una Milano dove stava nascendo la comicità. Anche Beppe Grillo mosse i primi passi alla Bullona e in altri locali, a quei tempi».

 

La comicità di Boldi non ha colore politico.

«No, la mia no. Quelle che lo hanno non mi fanno ridere. Non ho mai utilizzato la politica per un monologo, ma sempre il mio estro, il mio modo di improvvisare i personaggi».

Però la politica una volta la tentò.

massimo boldi in vacanza su marte

«Fui chiamato proprio da Craxi nel 1992 per arginare la Lega e ho fatto la campagna tra Lecco, Como, Sondrio e Varese».

 

Come andò a finire?

«Fui il primo dei non eletti. Ho tentato io di entrare in politica ed è crollato tutto».

Scrivono che ora punti a diventare il presidente della Salernitana.

«Ero con amici a vedere Roma-Lazio e ho incontrato Lotito: ho postato una nostra foto. Scherzando, me lo ha chiesto, ma non l' ho più sentito».

 

Una quarta vita nel calcio?

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«Perché no? Ma con i film ho ancora parecchio da fare, sto lavorando a una delle pellicole più comiche che io abbia mai fatto, una storia scritta da Neri Parenti e Gianluca Bomprezzi, un film che si avvicina a Miseria e nobiltà con Totò, prodotto da Marifilm per Medusa. La punta di diamante della carriera deve ancora venire».

massimo boldi con il duomo di milano alle spalle
massimo boldi
massimo boldi elisabetta canalis la fidanzata di papa'
massimo boldi christian de sica
MASSIMO BOLDI A UN GIORNO DA PECORA
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