“IVO, MONTA!” - QUANDO SIRIO MACCIONI ERA IL RE DI NEW YORK E "LE CIRQUE" IL RISTORANTE FRANCESE DI PROPRIETA' DI UN ITALIANO, DIVENTATO UN COVO ESCLUSIVO DEI RICCHI & FAMOSI, DA KISSINGER A GIANNI AGNELLI - LA FORTUNA DI MACCIONI INIZIA A PARIGI DOVE INCONTRA UN ALTRO MIGRANTE TOSCANO MANGIASPAGHETTI COME LUI: YVES MONTAND (IVO LIVI) – INTERVISTA DEL 2009 DI ISABELLA GHERARDI...
-Nel periodo di massimo splendore, Le Cirque e il suo re, Sirio Maccioni, erano New York, New York. Sulla East 65th St. un ristorante francese di proprietà di un italiano era diventato un covo esclusivo che esplodeva ogni giorno di cibo eccellente e di ricchi & famosi, Yver Montand, Diana Ross, Henry Kissinger, Roy Cohn, Gianni Agnelli, Woody Allen.
Isabella Gherardi per il Corriere fiorentino – articolo del 2009
E’ una gelida giornata di sole a New York, illuminata dalla tipica cristallina luce atlantica. Incontro Alle 12 Sirio Maccioni a “Le Cirque”, il mitico ristorante riaperto nel nuovo Bloomberg Building, alla 58th tra la Lexington e la 3rd Avenue.
Appena entrata lo riconosco, alto e sorridente, è la quintessenza dello stile italiano, elegante ma non formale. Ci sediamo ad un piccolo tavolo al bar e davanti ad un delicato flute di champagne millesimato, cominciamo a parlare. Sarà un lungo colloquio. Sirio è loquace, preciso nella scelta delle parole, parla di tutto, rievoca gli anni della gavetta, la partenza dalla Toscana degli anni postbellici, povera ma bella e ricca di volontà e di entusiasmo.
Gli chiedo se ha un oggetto del cuore e lui dice no, che i suoi ricordi sono legati non agli oggetti ma alle persone. Innanzitutto a sua nonna Annunciata, figlia della dura Toscana dell’800 che ritrovi nei quadri di Fattori con i suoi cavalli bradi e i suoi buoi bianchi che tirano instancabili l’aratro.
Il lungo Addio alla stazione con i fazzoletti sventolanti, le tre valigie, la promessa di un lavoro a Parigi e una lettera di presentazione a Ivo Livi (nonna Annunciata ne conosceva gli zii), un italiano che in paese si favoleggiava avesse fatto fortuna a Parigi. Ma l’impatto con la “Ville Lumière” è duro, il Plaza Athènèe non lo assume poiché non parla francese. Riesce a trovare fortunosamente un lavoro presso il ristorante “Florence” gestito da una famiglia italiana, i Fiore.
Questo ristorante era frequentato da tutti gli italiani famosi a Parigi come Serge Reggiani e Lino Ventura, le loro foto sono appese alle pareti del ristorante. Fra queste c’era la foto di un certo Yves Montand, un attore che Sirio aveva visto al cinema nel film “Vite Vendute”.
Una sera Montand venne al ristorante con la sua fidanzata di allora, Edith Piaf.
“Sentii Montand parlare con il proprietario del ristorante in italiano, anzi con l’accento tipico di Monsummano. Quando il proprietario tornò in cucina gli chiesi come mai Montand parlasse cosi bene il toscano. Solo allora capii che Ivo Livi era Yves Montand. Dopo anni venni a sapere che il nome d’arte veniva da sua madre che, pur vivendo a Parigi da lungo tempo, non aveva mai imparato il francese. Quando Ivo andava a trovarla , lei diceva “Ivo, monta!” che era un misto di francese e italiano per dirgli di salire. Fra me e lui si stabilì subito una forte simpatia.
Mi diceva : “Su andiamo, sei giovane e sei a Parigi e sei con me”. Yves voleva fare di me un uomo di spettacolo, fece molti tentativi e si accaniva a farmi provare a ballare e cantare con il suo pianista che un giorno tagliò corto: “Credi che poiché viene dalla tua terra sappia cantare…”. Allora Montand rassegnato mi accompagno al Plaza Athènè dove non ero più il misero stagista italiano mangiaspaghetti ma il protégé del celebre Yves Montand. Lì iniziò il mio duro apprendistato. La gente mi chiedeva come mai parlassi sempre di Montand. “A meno che non si provenga da dove veniamo io e Yves, questo discorso non si può capire. La cosa che ammiravo di lui era la sua schiettezza e il ricordarsi delle origini. Lo sentivo come un fratello”.
Sirio sta un attimo in silenzio e poi dice: “Sapete perché sono bravo, se posso essere tanto presuntuoso da dirlo? È perché ho sempre qualcosa di amaro dentro che mi tormenta lo stomaco, anche Montand ce l’aveva”.
L’ultima volta che l’ho visto fu a Monsummano dove aveva portato la giovane moglie Carol e il figlio piccolo. In quella occasione mi disse : “Sirio, il faut retouner aux racines.” Dopo pochi mesi appresi con grande dolore che era morto.
Poi Sirio passa a parlare dei suoi trionfi e delle sue traversie, dell’amore per la moglie Egidiana E l’orgoglio per i suoi tre figli maschi e di tutti i personaggi che ha conosciuto. Ma questo ve lo racconterò un’altra volta.