“OGGI L'UOMO BIANCO È COLPEVOLE SOLO PERCHÉ ESISTE” – L’ATTO DI ACCUSA DELL'INTELLETTUALE FRANCESE DI SINISTRA PASCAL BRUCKNER: “UN CERTO DISCORSO FEMMINISTA CONSIDERA L'UOMO COME IL NEMICO PUBBLICO NUMERO UNO. È IL METODO NAZISTA RIVISTO E RIADATTATO. GLI ATTIVISTI ARCOBALENO PIÙ RADICALI HANNO QUESTA IDEA GROTTESCA SECONDO CUI L'UOMO E LA DONNA NON ESISTONO. È UN TIPO DI IDEOLOGIA CHE RICORDA I KHMER ROSSI, MA RISCRITTI DA LEHMAN BROTHERS"
-Francesco Borgonovo Matteo Ghisalberti per "la Verità"
Pascal Bruckner è uno dei più influenti intellettuali europei. Uomo di sinistra, da anni lotta contro il pensiero unico. Lo fa anche nel suo nuovo e meraviglioso libro (Un colpevole quasi perfetto, appena uscito per Guanda), in cui si occupa del più scorretto degli argomenti: «La costruzione del capro espiatorio bianco».
Come è stato possibile che il maschio-bianco-etero diventasse il nemico pubblico numero uno?
«È da molto che un certo discorso femminista considera l' uomo come un nemico. Nel femminismo originario c' era questa idea che l' uomo fosse il colpevole ideale. Ma è con la fine del colonialismo che nasce in Occidente l' idea secondo cui l' uomo bianco ha oppresso i popoli di tutto il mondo e deve pagare per i suoi crimini.
Nel discorso anticoloniale degli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta era questa l' idea di fondo. Oggi ha perso struttura politica, e si è semplicemente legata al colore della pelle. Questa è la novità del razzialismo nordamericano rispetto all' antirazzismo di origine europea».
L' Europa subisce l' influenza ideologica statunitense?
«Queste idee sono tutte di origine francese. Provengono dai professori dell' università Paris VIII-Vincennes della fine degli anni Settanta: Foucault, Deleuze, Derrida, Bourdieu Sono loro che hanno letteralmente creato tutte queste idee e le hanno esportate negli Stati Uniti. Il movimento Woke o la Cancel culture sono una sorta di trasformazione delle idee francesi che vengono poi riesportate in Francia, Italia, Spagna... Ma l' origine di tutto è made in France.
Queste idee tornano etichettate made in America, ma in realtà sono i pensatori francesi che inizialmente hanno prodotto tutte queste teorie. Negli Usa le idee francesi sono state trasformate e tradite, perché il pensiero francese degli anni Settanta era contro l' identità, contro la razza, mentre ora ci troviamo di fronte a una esaltazione dell' identità e della razza».
Si può dire che oggi esista un razzismo anti-bianco?
«Sì, c' è un razzismo anti-bianco. Lo avevo già segnalato nel 1983 in Il singhiozzo dell' uomo bianco. Ma all' epoca era ancora embrionale. Ora nei Paesi occidentali il semplice colore della pelle segna la tua appartenenza per l' eternità al campo dei razzisti.
Ciò significa che se un uomo o una donna bianca vogliono definirsi antirazzisti devono prima riconoscere di essere razzisti dalla nascita a causa della loro epidermide. Questo è molto grave. È ovviamente una trasformazione inaspettata e folle dell' antirazzismo».
Sembra una specie di «autorazzismo».
«C' è una sorta di "peccato originale". L' uomo bianco, qualunque cosa faccia, è colpevole di esistere. È colpevole di essere. Questa è la definizione stessa di razzismo, era l' accusa rivolta dai nazisti agli ebrei. In questo caso diamo la colpa ai bianchi. È abbastanza sorprendente vedere che gli "antirazzisti" sono in realtà neorazzisti. Perché va detto chiaramente: sono razzisti di nouvelle manière. Hanno riscritto le leggi di Norimberga, ma contro i bianchi».
Come è potuto accadere?
«Secondo me dipende dal vuoto del discorso di sinistra. La sinistra comunista - messa in difficoltà dalla caduta del muro di Berlino - e la sinistra socialdemocratica non sono riuscite a creare un progetto alternativo al capitalismo.
Così nel vuoto della teoria si è infilato questo discorso razzista che viene dai campus e che esiste dagli anni Novanta.
Ma con la scoperta dell' intersezionalità è stato affinato, rielaborato e riesportato in Francia. Grazie a Internet, ma anche grazie a un gran numero di professori francesi che vivono negli Stati Uniti e che sono stati follemente sedotti da queste teorie e le vogliono adattare alla situazione francese, italiana, spagnola, inglese o tedesca».
Lei dice di aver apprezzato il femminismo delle origini. Ma non c' erano già lì tutti i germi di quanto è venuto dopo?
«Avete assolutamente ragione. La grande teorica del differenzialismo è una francese: Monique Wittig. Le piaceva affermare che la donna non esiste, che è un' invenzione dell' uomo e che la differenza tra i sessi è una fantasia. Il suo lavoro è degli anni Settanta, rileggendolo oggi siamo colpiti da questo ritorno in stile boomerang delle teorie Lgbt. È necessario sapere che a furia di negare la biologia e di non riconoscere che ci sono uomini e donne (affermando ad esempio che ci sono semplicemente persone con o senza utero) abbiamo raggiunto l' apice del grottesco.
Ancora una volta, penso che i francesi abbiano una parte della responsabilità di questo delirio. È poi interessante notare che, tra gli Lgbt, gli "Lgb" hanno un pessimo rapporto con i "T". C' è una spaccatura molto violenta tra lesbiche e transessuali. Negli Usa e in Inghilterra ci sono stati scontri fisici in quanto le lesbiche accusano i transessuali di essere uomini travestiti. Significa che in qualche modo la natura sta tornando».
Nel libro si sofferma molto sul consenso nei rapporti sessuali. La confusione sul tema non nasce in fondo dalla liberazione sessuale? Se tutto è concesso non resta che il contratto per regolare i rapporti fra persone...
«Certo. Penso che ci siano due scuole in questo senso. C' è la scuola "latina" - in Francia, Spagna, Italia - che presuppone il tacito consenso. C' era una cultura della seduzione - seduzione reciproca tra uomo e donna - che sfociava in rapporti carnali che potevano essere positivi o negativi.
Nel mondo anglosassone abbiamo assistito all' introduzione di una sorta di contratto. Nel 1993, credo, l' Università di Antioch negli Usa suggerì agli studenti di andare davanti a un giudice o a un avvocato quando volevano avere relazioni sessuali. Dovevano dare una descrizione dettagliata degli episodi sessuali: palpeggiamento dei seni, dei glutei, fino a che punto arriviamo, quante volte lo facciamo...
All' inizio questo metodo è stato rifiutato dagli americani ma, poi si è diffuso: oggi ci sono applicazioni che consentono di esprimere un "consenso affermativo". Ma, in realtà, anche quando il consenso è declinato positivamente, può ancora essere messo in discussione. La donna può sempre dire, nel bel mezzo dell' atto sessuale, che non vuole e poi dire che, in fin dei conti, è stata costretta».
Spesso si parla dei maschi come fossero tutti stupratori. Tutti tranne i migranti.
«Secondo il femminismo francese, i migranti sono esenti dal peccato di stupro.
Perché sono gli oppressi. Ad esempio, in piazza Stalingrad (a Parigi), due ragazze sono state violentate in pubblico da fumatori di crack, ma le femministe non hanno detto nulla perché gli aggressori erano neri o arabi. Di conseguenza, se li accusassimo, saremmo razzisti. Qui vediamo che l' antirazzismo ha la precedenza sul neofemminismo.
L' idea è: tutti gli uomini sono colpevoli, ma soprattutto l' uomo bianco. Gli altri uomini hanno circostanze attenuanti. Le neofemministe sono totalmente screditate. Ad esempio, la fondatrice di Osez le féminisme, Caroline de Haas, quando era segretaria generale dell' Unef (unione studentesca di sinistra) ha taciuto su decine di stupri e aggressioni sessuali. Non capisco perché, oggi, non la si metta sotto processo per complicità in stupro».
Veniamo ai temi Lgbt. Lei crede che gli attivisti arcobaleno vogliano la distruzione del maschile e del femminile?
«I più radicali sì, perché hanno questa idea grottesca secondo cui l' uomo e la donna non esistono, sono stati forgiati dal patriarcato. È un tipo di ideologia che ricorda i Khmer rossi, ma riscritti da Lehman Brothers. Se le università dovessero abbracciare questa ideologia ci sarà davvero da preoccuparsi per il futuro dell' America».
Pare che i casi di giovani che vogliono cambiare sesso siano in aumento. Perché secondo lei?
«È molto inquietante. Oggi c' è una specie di epidemia. I giovani sono incoraggiati a dire che possono essere donne o uomini a loro piacimento. Penso che per i genitori questa sia una grande preoccupazione: c' è la tendenza a spingere i giovani a uscire dal loro sesso e a operarsi.
Una volta eseguite queste procedure o fatte le iniezioni, è molto difficile tornare indietro. Il transgendrismo fa parte di questo delirio tipicamente occidentale di negare le differenze tra i sessi e negare la natura. Tutto questo è molto curioso perché va in parallelo alla sensibilità ecologica, la quale ci dice invece che dovremmo riconciliarci con la natura».
Lei è di sinistra, ci pare. Di certi temi «scorretti» che lei tratta si è molto occupata anche la destra. Solo che alla destra viene sempre dato meno credito, salvo poi scoprire che qualche ragione l' aveva Esiste un complesso di superiorità della sinistra?
«In Francia il complesso di superiorità esiste dal 1945. Semplicemente perché la sinistra aveva conquistato il potere culturale, mentre la destra quello politico ed economico. Ma la situazione sta per cambiare.
Oggi in Francia l' opinione pubblica è prevalentemente di destra. Non perché la gente stia diventando conservatrice, ma per un motivo molto semplice e terribile: la sinistra ha perso il senso della realtà. La sinistra nega completamente ciò che sta accadendo. Che si tratti di attacchi terroristici, violenze tra bande e minoranze, laicità. È la destra che ha recuperato queste nozioni.
Oggi, quindi, sono le persone di destra che difendono i valori della sinistra e viceversa. La sinistra reazionaria e bigotta difende l' islam anche nelle sue manifestazioni più oscurantiste ed è la destra che richiama i principi repubblicani. È una situazione politica e intellettuale abbastanza strana e inaspettata».
Gli intellettuali progressisti si accorgono dei disastri del politicamente corretto solo quando vengono personalmente toccati (pensiamo a J.K. Rowling e alle sue polemiche con gli attivisti trans)?
«Sì, naturalmente. J.K. Rowling è una scrittrice che è rimasta inorridita da alcuni effetti della teoria Lgbt. Ha detto: per me un uomo è un uomo e una donna è una donna. Poi ha ricevuto delle calunnie e persino delle minacce di morte. Quindi è stata costretta a proteggersi ma non si è arresa affatto.
Non è l' unica. Margaret Atwood e molte femministe della vecchia scuola rifiutano questo delirio - perché è un delirio, nel senso psichiatrico del termine. Si sono rese conto che in nome della liberazione delle donne si difendono tesi indifendibili. Ovviamente siamo molto più sensibili a un problema quando ne subiamo noi stessi gli effetti negativi.
Ho avuto tre o quattro cause per diffamazione da parte di estremisti islamici, quindi so di cosa sto parlando. Ma, per quanto mi riguarda, ho sempre difeso posizioni abbastanza moderate».