“PERCHE’ NON COMPLETO LA TRANSIZIONE? PERCHE’ MI PIACE RAGGIUNGERE L’ORGASMO” – AMORI, BOLLORI E DOLORI DI VLADIMIR LUXURIA: “LA PRIMA ESPERIENZA SESSUALE? A 11 ANNI VENNI ADESCATA DA UN PEDOFILO” – “LA PRIMA RELAZIONE GAY CON UN FERROVIERE DI FOGGIA, CHE POI SI SPOSO’. IN SEGUITO TUTTI ETERO INCERTI, BISESSUALI FLUIDI E SCOPAMICI CHE ALLA FINE SPARIVANO” – “IL POLITICO DI DESTRA? FOSSE PER LUI STAREMMO ANCORA INSIEME. MA IO NON VOLEVO PIÙ FARE L’AMANTE E LUI ERA SPOSATO E INCAUTO” – “ORA STO CON DANILO, HA 37 ANNI, È OMOSESSUALE NON INTEGRALISTA” – LA PROSTITUZIONE, IL NOME SUI DOCUMENTI E L'UNICA DONNA CHE ABBIA MAI AMATO..
Estratto dell’articolo di Elvira Serra per www.corriere.it
Vladimir Luxuria, la sua prima esperienza sessuale?
«Avevo 11 anni e venni adescata da un pedofilo ultra 60enne».
Un amico di famiglia?
«No. Eravamo sul lungomare in Puglia, mi offrì un gelato. Ricordo le caramelle zuccherose a forma di fragola».
Provò a opporsi?
«Mi avevano insegnato a rispettare gli adulti. Non ci fu un rapporto completo, dopo ebbi voglia di rivederlo: ha presente la sindrome di Stoccolma? Continuammo. Poi lui, forse intuendo il pericolo, non si presentò a un appuntamento e finì. Ci rimasi male».
[…]
I suoi grandi amori?
«Nella mia vita ho amato solo una donna, Sara Slowley. La nostra era una relazione romantica, non abbiamo mai avuto un rapporto completo. Mi piaceva accarezzarla, baciarla, dormire abbracciati».
[…]
Quanto durò?
«Tantissimi anni. Mi diceva: tu fai le tue storie, io le mie. Venne a Foggia e mia madre per un periodo pensò che non fossi gay. Quando andavo in Inghilterra, mi portava ai concerti, mi ha fatto fumare lei la prima canna. Purtroppo è mancata per un tumore: quando l’ho saputo ho pianto per giorni. Il figlio mi ha invitata al matrimonio. Sara mi ha insegnato la libertà, l’amore per la musica, per l’arte».
Il primo amore gay?
«Un ferroviere di Foggia, che però mi voleva solo come passiva, non mi toccava neanche. Quando tornavo a casa mi masturbavo ripensando al rapporto che avevamo avuto. Avevo 16 anni: fu il primo».
[…]
E il politico di destra?
«Fosse stato per lui staremmo ancora insieme e ogni tanto mi lancia l’amo, ma io non voglio più fare l’amante: lui era sposato. Ed era incauto: una volta venne a casa al Pigneto con l’auto blu e la scorta. I ragazzi fuori con le birre nascosero subito le canne. Però ne ho un ricordo bellissimo: era galante, passionale, disponibile».
Finita con il politico?
«Sono diventata arida. Ho avuto solo scopamici, anche se la parola non mi piace. Fino a Danilo. Con lui siamo una coppia aperta non praticante, nel senso che ci piace pensare che potremmo avere altre storie, ma non le abbiamo».
Dove vi siete conosciuti?
«Danilo Zanvit Stecher lavora in un’associazione che si occupa di recupero dei tossicodipendenti. Nel 2009 mi chiamò a Bolzano per una fiaccolata contro l’omofobia. Nata come affinità elettiva, la relazione vera è iniziata quasi due anni fa. Non lo voglio chiamare fidanzamento».
Danilo è omosessuale o eterosessuale?
«Omosessuale non integralista. Infatti è attratto da me, che sono transgender».
[…]
Quanti anni ha?
«Trentasette, ma ne dimostra meno. Allora mi tocca fare i trattamenti laser sul viso per compensare il gap».
Parliamo della transizione? Non l’ha completata...
«No, perché nei miei rapporti sessuali voglio anche l’appagamento, e dato che mi piace raggiungere l’orgasmo, non voglio privarmene».
[…]
Nei documenti com’è?
«Wladimiro Guadagno. Potrei cambiare, ma non gli ho mai dato importanza: sono una non binaria ante litteram. Però ho combattuto affinché chi volesse, potesse farlo».
Qualcuno le si rivolge ancora al maschile?
«Sì: chi vuole mancarmi di rispetto, come Pillon da poco in un talk show».
Problemi col passaporto?
«Una volta in Russia, dove Vladimir è come Gennaro a Napoli. E in Israele, perché temevano fossi una spia».
[…]
Capitolo prostituzione. […] Perché lo fece?«Potrei dire per guadagnare qualche soldo, mi ero appena trasferita a Roma da Foggia. Però ho rielaborato la cosa con la psicologa: in realtà volevo prendermi il mio stupido “riscatto” verso gli uomini che in passato avevano voluto vedermi di nascosto. Li usavo, anziché essere usata».
Situazioni spiacevoli?
«Mentre mi prostituivo sulla Casilina, due ragazzi rasati mi scipparono la borsetta in motorino. Chiesi a un tale di farmi salire in auto e di rincorrerli. Li raggiungi, li menai, mi ripresi la borsetta e gli spillai pure dei soldi».
L’Incredibile Hulk!
«E Wonder Woman!».
Altre disavventure?
«Un tassista a Praga, quando si accorse che ero una trans, prese la rincorsa per tirarmi un pugno e sfondò la parete: mi ero abbassata in tempo. Però, quante botte ho preso da ragazzino...».
[…]