“UNA PICCOLA MATTINATA PROPAGANDISTICA CHE NON SERVE A NULLA” - VINCENZO DE LUCA, INVITATO DALLA SCHLEIN ALLA DUE GIORNI NAPOLETANA CONTRO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA, NON HA NEANCHE RISPOSTO ALLA SEGRETERIA DEM. CONTINUA LA GUERRA DEL GOVERNATORE AL PD TARGATO ELLY CHE NON VUOLE RICANDIDARLO (PER LA TERZA VOLTA) ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE CAMPANIA – LO SCHIAFFO DEL “VICERE’” CHE PIAZZA UN CONSIGLIO REGIONALE NELLE STESSE ORE DELLA MANIFESTAZIONE DEM…

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Estratto dell'articolo di Simona Brandolini per corriere.it

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«Con tutte le cose che abbiamo in comune, l’unione fra noi non sarebbe perfetta?», canta Daniele Silvestri citato da Elly Schlein quando ha spiegato ai suoi dirigenti che oltre spifferi e correnti sono più le cose in comune all’interno del Pd che quelle che li dividono.

 

Varrà per tutti, dalle parti del Nazareno, tranne che per Vincenzo De Luca. La guerra dei Roses non lascia spazio a ricuciture. La quantità di veleno profuso dal presidente campano nei confronti della segretaria dem è ben oltre la soglia curata con un antidoto. Nel giro di pochi mesi dalle critiche s’è passati ai dispetti e all’insulto libero.

ELLY SCHLEIN

 

Con l’ultima girata di spalle del presidente che, invitato alla due giorni napoletana contro l’autonomia differenziata in programma domani e dopodomani, non ha neanche risposto. E così nel programma ufficiale del Nazareno l’unico assente è proprio il padrone di casa. Che, guarda caso, piazza un consiglio regionale nelle stesse ore della manifestazione.

 

Non che, a chi è avvezzo alle cose democratiche, sia risultata una cosa inaspettata.

Per De Luca la leader dem è un nemico, non un avversario. Per Schlein, invece, il governatore è il cacicco più cacicco di tutti. E il nuovo Pd gli sta facendo terra bruciata intorno. Le frizioni sono cominciate durante le primarie. Quando in Campania a causa della solita moltiplicazione delle tessere e degli iscritti, la maggioranza deluchian-bonacciniana finisce nel mirino dei competitor , compresa Schlein.

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Alla prima uscita pubblica la segretaria spara a zero contro i «signori delle tessere». E tutti pensano subito che l’attacco sia destinato proprio al governatore. Che ripaga della stessa moneta. È il primo aprile quando ad un’assemblea provinciale del Pd, De Luca se ne esce con l’ormai celebre frase: «Vengo da un grande e glorioso partito in cui c’erano uomini che si chiamavano Enrico Berlinguer, Amendola, Nilde Iotti, Terracini. Oggi abbiamo un po’ di arte povera». È la dichiarazione di guerra preventiva al nuovo gruppo dirigente. La risposta di Schlein arriva il giorno successivo: il partito campano, fino a quel momento appaltato da De Luca, viene commissariato.

 

schlein a ventotene

(...) Anche il terreno comune della battaglia contro l’autonomia differenziata diventa un fronte aperto. La due giorni annunciata, poi saltata, infine organizzata a Napoli dal Nazareno è «una piccola mattinata propagandistica che non serve a nulla». Infatti nel programma il suo nome scompare.

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