“PIÙ CHE UNA ROCKSTAR, UNA 'SOCKSTAR'" – SERINO: “VASCO ROSSI GIURA DI AVER LETTO “ALLA RICERCA DEL TEMPO PERDUTO” DI PROUST, MA FA POCHISSIMI ACCENNI E IL SOSPETTO È CHE SI SIA FERMATO A PAGINA 80 (“PAGINE CHE INTRAPPOLANO”). DICHIARA CHE IL ROMANZO DI PROUST L’HA SALVATO DALLA DEPRESSIONE, PECCATO NON ABBIA CITATO UN PASSAGGIO MOLTO IMPORTANTE DELLO SCRITTORE FRANCESE PROPRIO SU QUESTO PUNTO” – “NON SAPPIAMO SE HA LETTO IL ‘DE SENECTUTE’ DI SENECA. DI CERTO LA CICUTA, ASCOLTANDO IL SUO ULTIMO ALBUM, LA FA BERE AI SUOI “FANS”: COME CONTINUA A SCRIVERE SUI SOCIAL, MENTRE FAN È UN VOCABOLO ITALIANIZZATO…”

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VASCO ROSSI E GIANPAOLO SERINO

 

 

 

 

 

Gianpaolo Serino per Dagospia

 

marcel proust uomo dell' anno per il venerdi

Vasco Rossi, 70 anni il prossimo anno, scrive per “il Venerdi” di Repubblica che elegge “uomo dell’anno” Marcel Proust, a 100 anni dalla sua morte.

 

Diciamo che “il Venerdi” non è proprio il “Time” e Vasco Rossi non è Mick Jagger ma in Italia il posto di rockstar era “libero libero” e così se l’è preso Vasco Rossi.

 

Più che una rockstar -come si evince dall’’editoriale scritto per il settimanale- Vasco Rossi si mostra come una “sockstar” divo in calzini e pantofole che si dedica “alla lettura al mattino, prima e dopo la doccia, e quando faccio la cyclette:

 

il movimento costante e ripetitivo allena il corpo e allo stesso tempo concilia la concentrazione”. Leggere  i sette volumi de “Alla ricerca del tempo perduto” non è semplice, ma sulla cyclette credo che Proust non l’avesse mai osato immaginare. La “madeleine” sul posto…

vasco rossi

 

Vasco Rossi giura di averla letta tutta, ma fa pochissimi accenni e il sospetto è che si sia fermato a pagina 80 (“pagine che intrappolano”).

 

Dichiara che il romanzo di Proust l’ha salvato dalla depressione, peccato non abbia citato un passaggio molto importante dello scrittore francese proprio su questo punto: “Sembra che la natura sia in grado di darci solo malattie piuttosto brevi - la medicina ha inventato l'arte di prolungarle.” “Con tutte quelle medicine…” canterebbe il giovane Vasco Rossi in “Bollicine”.

 

VASCO ROSSI SCRIVE DI PROUST SUL VENERDI

Adesso, invece, anche se non sappiamo se ha letto il “De Senectute” di Seneca. Di certo la cicuta, ascoltando il suo ultimo album, la fa bere ai suoi “fans”: come continua a scrivere sui social, mentre fan è un vocabolo italianizzato e quindi non si declina al plurale e allora forse accanto alla “Recherche” non guasterebbe una grammatica italiana.

 

Ama i libri di filosofia, come dichiara: Kierkegaard, Schopenhauer (ce lo immaginiamo mentre galleggia nella vasca leggere i due tomi di “Parerga e Paralipomena”), Kant “quello che mi ha conquistato di più”: il filofofo tedesco non crediamo avrebbe gradito visto che uno dei suoi punti fermi è che “la moralità non è la dottrina su come ci rendiamo felici. È la dottrina su come ci rendiamo degni di felicità”.

Marcel Proust

 

Vasco Rossi della battaglia contro la moralità ha fatto la propria bandiera, quindi meno male che “l’ha conquistato di più”… Poi l’amore per Hegel “con la sua dialettica ci ho fatto i conti”: ci crediamo dato che Hegel deve aver previsto un ragionier Rossi di 70 anni diventare filosofo. Come quando scrive: “Il filosofo deve fare filosofia quando la vita è passata”.

 

 Vasco Rossi ha anche scoperto Nietzsche: “Il mio preferito, il mio filosofo di riferimento, l’ho letto tutto e ogni tanto sento il bisogno di ripassarlo”. Quindi anche Vasco Rossi ripassa, come a scuola, quindi in sintesi Nietzsche l’aveva spiegato meglio Zucchero con “Nietzsche che dice, boh!”.

 

 Vasco Rossi racconta anche di aver “scoperto i russi, Dostoevskij e Tolstoj, kolossal strepitosi”. Kolossal? Noi eravamo rimasti a “Ben Hur” e “Via col vento”, ma evidentemente Vasco Rossi doveva per forza trovare una definizione con la K e così gli è venuto in mente “Kolossal”.

 

gian paolo serino

Non manca una frecciata a gialli e thriller: “ Non vedi l’ora di scoprire l’assassino, ma allora va bene vedersi una serie tv”. Forse il cantante dimentica che nei thriller e nei gialli c’è il genere “noir”: libri dove l’assassino può essere anche alla prima pagina ma contano le atmosfere”. E meno male che dichiara che tra gli americani “Brett Easton Ellis sta in cima”: ha dimenticato che in “American Psyco” l’assassino è alla prima pagina.  Che dire? Forse occorre un ripasso.

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