“POI NON È CHE LEI SIA UN NOBEL” - SARA MANFUSO SCRIVE A DAGOSPIA SUL CASO ANTONELLA ELIA-TAYLOR MEGA: “SE I BIKINI DI TAYLOR MEGA SONO DISEDUCATIVI SECONDO LA BACCHETTONA ELIA, COSA C’È DI EDUCATIVO IN UNA SIGNORA CHE CHIAMA PUBBLICAMENTE ‘MIGNOTTA’ UNA RAGAZZA CHE POTREBBE AVERE L’ETÀ DI SUA FIGLIA?”
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VIDEO: ANTONELLA ELIA CONTRO TAYLOR E JADE MEGA
Lettera di Sara Manfuso a Dagospia
Ho incontrato Antonella Elia la scorsa settimana a colazione fortuitamente in un hotel a Cologno Monzese, vicino gli studi Mediaset: io a un tavolo lei ad un altro. Avevo appena finito una diretta, lei doveva affrontare una registrazione. Rivederla dopo tanto tempo in televisione mi aveva quasi commossa, sono cresciuta con la sua sbadataggine - vera o finta, non l’ho mai capito - e con il suo fare giulivo in abiti succinti tra bronci e rivendicazioni varie al cospetto del grande Mike mentre girava le caselle del tabellone in jeans strizzati e batteva le lunghe ciglia a favore di telecamera.
Ho sempre ritenuto che la sua intelligenza consistesse nel non aver paura di sembrare stupida (o “rimbambita” per dirla con Mike), anzi, nel prenderci tutti per culo facendo finta di esserlo. Cosa questa parecchio intelligente.
Le ho fatto i complimenti perché ho pensato: toh, una che non ha paura di tornare in video con lo stesso identico look di un ventennio fa, caschetto biondo platino e aria spaesata, come se il tempo non fosse mai passato. Invece passa e oltre alle rughe (che sono estremamente democratiche anche quando ben stirate) dovrebbe impartire qualche lezione.
Mi chiedo così: se i bikini della Taylor Mega sono diseducativi secondo la bacchettona-Elia (si è definita lei così), cosa c’è di educativo in una signora che chiama pubblicamente “mignotta” una ragazza che potrebbe avere l’età di sua figlia? Poi, non me ne voglia, non è che lei sia un Nobel.