“IL PRIMO LIBRO DA BRUCIARE È PINOCCHIO” – I CONSIGLI DI LETTURA (E NON SOLO) DEL PROF-SCRITTORE AURELIO PICCA: “I LIBRI GIUSTI SONO: 'CUORE' E 'I RAGAZZI DELLA VIA PAAL' (O PÀL). E POI MANZONI, LA POESIA DI LEOPARDI, "LA PIOGGIA NEL PINETO" DI D'ANNUNZIO E IL "PURGATORIO" DI DANTE. I BAMBINI DOVRANNO LAVORARE CON LE MANI. BISOGNA CHE ABBIANO MARTELLO E CHIODI. PIÙ LAVORO MANUALE, PIÙ DISEGNO. LE SCUOLE MEDIE? LE ABOLIREI. NON SERVONO A NIENTE….”
-Aurelio Picca per Robinson – la Repubblica
Sono stato uno studente insostenibile e incorreggibile. Un insegnante insostenibile e incorreggibile. Così ho sempre preferito alunni insostenibili e incorreggibili. Uso i due aggettivi a fin di bene. Non saltate dal divano, dal letto o dal pavimento. Li maneggio (con paradosso) perché prevedono un eccesso che spinge alla curiosità e alla conoscenza. Tutto qui.
Inutile buttarla, parandosi metà del fondoschiena, sulla vulgata che l' arte e la cultura sono pur esse insostenibili e incorreggibili (altrimenti, a cosa servirebbero?). Ma stando all' attualismo, la domanda pertinente dovrebbe essere: Perché, rispetto a cosa? Risposta stipsica: riguardo all' omologazione, al conformismo, all' accettazione pavida della comunicazione a svantaggio dell' espressione.
Con franchezza, la scuola deve riproporsi "maestra di vita".
In questi mesi di "insegnamento" online, ho riflettutto che la scuola che verrà dovrà essere altro. Non servono riforme. Si riformerà da sé. Occorre giusto gettare pochi principi guida e la rifondazione è bella e fatta.
Ho osservato con malessere la mia allieva, ospite in campagna del sottoscritto, che chiamo Bambolina Rock (studentessa del liceo artistico), ascoltare le lezioni di chimica, matematica, filosofia e storia da un display di dieci centimetri per diciassette senza vedere il volto del professore che, immerso nei suoi tot metri quadri, parlava e parlava e eventualmente guardava i suoi studenti nei dieci centimetri per diciassette dell' iPhone. Un parlare e un ascoltare scollegato e in balia delle onde invisibili del Covid-19. Pensavo: Cristo, la Bambolina fortemente talentuosa nel disegno perché non la lasciano libera di disegnare e dipingere e basta? Secondo: ho intuito ciò che ci sarà da fare da settembre in poi. Anzi, da adesso.
Premetto di non aver capito bene se gli studenti saranno tutti promossi o no. Non l' ho capito perché io non ho mai bocciato nessuno. Ho sempre promosso perché bocciare un ragazzo significa aver fallito. Rafforzo il mio disprezzo per il sei politico e confermo l' assoluta autorevolezza dei docenti. Possibile, mi sono sempre chiesto, con un anno scolastico i colleghi non sono riusciti a cavargli almeno un ragno dalla bocca? Cristo, appartiene alla fisiologia: uno pure muto cresce fisicamente e quindi intellettualmente in nove mesi (infatti sono gli stessi che ci vogliono per nascere e il numero dei Cieli del Paradiso). E ancora mi domandavo agli scrutini finali:
Come sono concepibili, non dico i quattro, che almeno graficamente amo perché a forma di sedia, o i tre che sono i numeri perfetti, vedasi alla voce Dante Alighieri che fino all' altroieri era una costola della Crusca e ora gli si tributa il giorno del Santo Poeta, ma i due, gli zero!, Cristo! Pure il tizio di Pavese ne La luna e i falò, quello che non si era mosso dal paese alla fine aveva imparato le cose che contano in una esistenza come l' amico intellettuale che aveva attraversato il mondo.
Alle scuole elementari bisogna che ci sia una sola maestra. I ragazzini devono disegnare molto. Già sappiamo che per lo più tracciano figure come i primitivi che graffiavano la pietra delle caverne. Infatti, ciò aumenta un tasso di realtà che sono certissimo si riprodurrà nell' arte a venire con un crollo del Concettuale a vantaggio del vecchio e nuovo Figurativo. L' alfabeto sarà la nuova Tabellina Pitagorica.
I bambini dovranno lavorare con le mani. Bisogna che abbiano martello e chiodi. Se quando inchioderanno un pezzo e mezzo di abete a forma di spada, ci parrà cosa riprovevole giacché rimanda alla "guerra", lasciamo stare, perché potrebbero inchiodare sempre i due pezzi di abete facendone una croce che rimanda a un ragazzo che ha cercato di insegnare al mondo la pietà. E se pure questo ci parrà discutibile non potrà esserlo la croce: quella che ricorda i morti e dunque la morte, parola e significato scancellato fino a bucare il foglio della memoria nell' alfabeto dei bambini. Quella parola va assolutamente ripristinata.
Parlavamo di cose pratiche. Le addizioni, sottrazioni e divisioni si possono imparare misurando con il metro dei muratori e falegnami, la propria stanza, l' ingresso di casa, l' altezza di mamma e papà. E a seconda dell' anno scolastico bisogna insegnare a riordinare la casa e, crescendo, bisogna fargli vedere come si cucina, come si infila un ago e si riattacca un bottone. Riattaccare un bottone a una camicia o giacca è gesto che rimane sigillato tra le varie cure che usiamo per il corpo attraverso il tempo.
E siccome mai trattare un bambino come un bambino, bisogna rapportarsi alla pari.
Quindi il primo libro da bruciare è Pinocchio. Ce lo insegna l' antropologo Propp nel suo Antropologia della fiaba. Ebbene vi si legge che le fiabe (quelle di Perrault e soci) non sono altro che la veste candida dei riti violenti di iniziazione ai quali erano sottoposti gli adolescenti affinché entrassero nell' adultità. Ho fatto questo esperimento con una mia nipote. Gli leggevo una novella di Maupassant, della raccolta Racconti della beccaccia, dove due fratelli pescatori in alto mare si trovarono a gestire una pesca orrenda. Uno dei due resta con la mano incastrata sotto il peso della rete.
Il maggiore ha due possibilità: tagliare le corde e liberare il fratello minore; oppure non mollare la rete gonfia di tonni (?). Scelse la seconda. Però la mano del disgraziato non potè guarire. Quindi fu tagliata e messa in salamoia come il pesce. Tornati a riva presero l' arto amputato e lo depositarono in una piccola bara e insieme al corteo di parenti e paesani lo accompagnarono al cimitero.
Mia nipote voleva che gliela leggessi tutti i giorni. Di Biancaneve non sapeva più che farsene.
Gli studenti della quarta e quinta elementare non devono leggere Pinocchio. Perché Pinocchio oltre a essere un pezzo di legno, quando si trasforma in carne e ossa resta bambino, non cresce (anzi nelle prime stesure del romanzo addirittura si impicca) e invece i ragazzini smaniano per diventare grandi.
Allora i libri giusti sui quali la maestra deve lavorare moltissimo sono: Cuore e I ragazzi della via Paal (o Pàl).
Nella scolaresca di Cuore c' è Garrone (il buono - vado a memoria), Enrico e Derossi i dotati e ricchi; e c' è il "Muratorino" povero, un po' malato con il padre che deve sfacchinare per portare avanti una famiglia non proprio baciata dalla fortuna. Ecco, i bambini devo sapere cosa sono i "sacrifici" e i "doveri". Eppoi I ragazzi della via Paal che si scontrano in una lunga e complessa crescita esistenziale, tra studio e strada. I primi contro i più grandi della Camice Rosse dell' Orto Botanico capeggiate da Franco Áts. Sono tutti graduati. C' è solo un soldato semplice: il biondino e cagionevole Nemecsek. Morirà. Si sacrificherà per l' onore, l' amicizia, per via Paal. Donerà la vita combattendo i sopprusi, in nome dell' onestà e della lealtà. La sua morte non sarà vana. Tutti, ex nemici e amici, capiranno. Ecco, questo è un libro che non può essere dimenticato.
C' è da dire che la geografia e l' anatomia umana, nonché la storia, dovrebbero essere materie di profonda attenzione. Si può anche non sapere dove è il monte Conero, ma che la Basilicata e Lucania sono una regione sola, sì. Bisogna sapere la composizione dell' intestino nella pancia. E non scambiare di posto il fegato con il cuore.
L' Atlante Geografico e la cartina autostradale dovrebbero essere a portata di gomito come il vocabolario della Lingua Italiana. E sapere bene il perché l' Italia non si è Unita subito in Repubblica. E Mazzini chi è.
Le scuole medie le abolirei. Non servono a niente. Anzi, sono un ricovero di asini. Allora bisognerebbe creare uno scivolo, magari di un anno, una specie di corso "propedeutico"; una corsa riassuntiva come il Canto notturno di un pastore errante dell' Asia (prima poesia da imparare a memoria obbligatoriamente) che, raccontandoci a mo' di antica fiaba realistica di una remota nonna contadina, ci riassume la nascita, l' infanzia, metà adolescenza e ci proietta avanti fino a quel È funesto a chi nasce il dì natale.
Alle scuole medie superiori bisogna intendersi che la letteratura italiana nasce con la poesia. Ricordo che davo ogni anno da imparare a memoria sei o sette Canti dell' Inferno. Carletto ingoiava i centoventi versi circa come una Coca-Cola, mentre gli "insostenibili" e "incorreggibili" strappavano all' istante le pagine di Dante. Dovevo montare in cattedra e scandire le parole: «Se voi imparate a memoria un Canto solo vi metto 10. E 10 a storia.
Questo vuol dire che anche con una valanga di 3 nelle altre materie io non vi farò bocciare». Sapevo che i quasi "delinquenti" non ce l' avrebbero fatta a deglutire tanti versi. Comunque ero certo che a settanta, ottanta ci sarebbero arrivati. Ovviamente più La pioggia nel pineto di D' Annunzio: che resta il canto della natura che si trapianta alla donna e all' uomo in una bellezza che fabbrica sogni.
Informo che un testo imprenscindibile è I promessi sposi. Bisogna leggere a ogni lezione un capitolo e poi farne il riassunto e poi alla lavagna correggere gli errori del riassunto. Manzoni è la lingua italiana. Uno scrittore da sei sette stili diversi. Da ultimo, la scuola che verrà, deve puntare sul Purgatorio dantesco. Basta la ferocia pur comandata da Dio dell' Inferno; e basta la purezza aristotelica del Paradiso. Serve il Purgatorio. Insegna la pazienza, la solitudine, il perdono, la concentrazione, l' armonia dei colori mielosi nel tempo della Primavera del Creato sotto un cielo zaffiro. Perfino Achille, prima di uccidere Ettore, ebbe bisogno si assorbire nella sua tenda l' energia vitale che lo fece Eroe.