IL “PRINCIPE” A NUDO – IN UN LIBRO GENESI, SEGRETI E FALSE LEGGENDE DELLE CANZONI DI DE GREGORI – IL TESTO DI “ALICE” CENSURATO DALLA RAI: TRA LE RIGHE C'È “UN MENDICANTE ARABO” CON “UN CANCRO NEL CAPPELLO”, CHE PERÒ DIVENTA “QUALCOSA NEL CAPPELLO” (FA PAURA, FA SGOMENTO, TI FANNO CANTARE "CULO" MA "CANCRO NO", COMMENTA "IL PRINCIPE") – IL CUOCO DI SALO’ DEDICATA A D’ALEMA – “MA COME FANNO I MARINAI” E IL PRANZO CASALINGO CON LUCIO DALLA – E PER “LA DONNA CANNONE” GALEOTTO FU UN GIORNALE… - VIDEO
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Francesco Specchia per “Libero quotidiano”
La donna cannone, anno 1972, nasce da un giro di Do fatto su pianoforte di mogano, in un pomeriggio romano di quelli felliniani. Un pomeriggio in cui ti capita, con una mano, di carezzare una tazza di the caldo e con l' altra di sfogliare casualmente un giornale che titola «una donna cannone è fuggita dal circo».
Da lì la storia si scrive da sola. E magari diventa colonna sonora di Flirt, il film di una tua amica, Monica Vitti; e, pur non dovendo essere offerta al mondo, si trasforma ben presto in una canzone. Che s' infila nelle hit parade zeppe di musica elettronica, e le sfonda con la forza della poesia.
La donna cannone nel sogno del "Principe" dei cantautori italiani è solo uno dei brani con una genesi particolare che affollano le 700 pagine di Francesco De Gregori. I testi. La storia delle canzoni a firma del giornalista Enrico Deregibus (Giunti editore). Il saggio indaga in 200 testi la discografia del cantautore tra folk anglosassone, rock, musica popolare, brani sfuggenti ed enigmatici e autentici atti unici. È ponderoso, denso di notizie, aneddoti, rivelazioni inedite sull' opera sfaccettata di De Gregori che è sempre lì, col suo distacco aristocratico, e «canta con vocina glabra e misurata. La musica, semplice e lineare, quasi diafana, si regge sull' arpeggio della sua chitarra, una Eko a dodici corde».
le chicche E le chicche, tra i testi sono numerose. Ne La casa del pazzo del '72, uno dei primissimi lavori con Giorgio Lo Cascio, è contenuto l' esordio di De Gregori davanti ad un discografico mentre scimmiottava Leonard Cohen: «Vidi in lui una reazione simile a quella che manifestava il mio pastore tedesco quando vedeva passare un gatto; quindi eseguimmo La casa del pazzo, che gli strappò un gemito e la frase seguente, che riporto integralmente essendosi scolpita indelebilmente nella mia non particolarmente brillante memoria: 'Ma questa è una poesia!».
Poi c' è Alice non lo sa: «Alice guarda i gatti/ e i gatti guardano nel sole/ Mentre il mondo sta girando senza fretta Irene al quarto piano è lì tranquilla Che si guarda nello specchio e accende un' altra sigaretta». Brano nato con l' autore «curvo sulla mia chitarra, convinto di dover affrontare il dolore cosmico come un novello Cesare Pavese». Ed è lì che il testo subisce la prima censura: tra le righe c' è «un mendicante arabo» (si può anche sottolineare come De Gregori parli di un immigrante arabo già nel 1973) con «un cancro nel cappello», che però nella versione sul disco diventa «qualcosa nel cappello».
Il cambio è voluto esplicitamente dalla Rai. «Mi dissero che siccome la canzone doveva andare in onda verso mezzogiorno, la gente che mangiava non aveva voglia di sentir parlare di cancri. La parola "cancro" infatti è una parola proibita, da noi non si usa. Fa paura, fa sgomento, ti fanno cantare "culo" ma "cancro' no", commenta "Il Principe". Che rispondeva a chi non capiva una cippa di quella melanconia in musica pubblicando, appunto, Niente da capire, anno '74. Ma ci si trova molto altro, nell' opera di Deregibus.
dedicata a d' alema Il cuoco di Salò era solo una filastrocca, un mix di assonanze che De Gregori canticchiava a i suoi figli; e solo in un momento successivo, quel brano, nell' osservare Vissani in tv da Bruno Vespa con D' Alena che cucinava il risotto, s' è trasformato in un brano non privo di polemiche. La stessa Rimmel è stata scritta in un albergo ma impostata in una sala d' attesa della Rai, dove De Gregori era stato inutilmente invitato come ospite in una trasmissione per ragazzi del pomeriggio.
E ancora: Caterina è dedicata per Caterina Bueno, artista toscana di musica popolare che cullava il nostro al Folk Studio di Roma e lo assunse come chitarrista per un tour in Toscana; mentre proprio allo Studio si formavano altri mostri sacri come Rino Gaetano e Antonello Venditti compagno negli anni 70 del duo creato con lo stesso Francesco e benedetto dalla cinepresa di Nanni Loy.
Un altro pezzo, Ma come fanno i marinai, si costruisce da solo durante un pranzo casalingo con Lucio Dalla che proprio da quella canzone allegramente nerboruta lancerà la tournée Banana Republic. Invece La leva calcistica del '68 non è altro che l' esperienza di Francesco da ragazzino a Monteverde al campetto dell' oratorio nei primi momenti della sfida, un modo come un altro per entrare nell' età adulta. E Il bandito e il campione è tutta farina del sacco di Luigi Grechi (caro fratello di Francesco, uso a firmarsi col nome della madre) affascinato dalla storia di Sante Pollastri e Girardengo, incisa su una cassetta rifiutata da tutte le case discografiche del regno. In ogni brano di Francesco De Gregori c' è una storia, in ogni storia un pezzo di un' Italia melanconica ma sicuramente migliore