“SENTIVI L’ELICOTTERO E SAPEVI CHE ERA L’AVVOCATO. OGNI TANTO VENIVA A TERRA A PARLARE CON GLI UMANI COME NOI” – GIANNI AGNELLI VISTO DA MICHEL PLATINI NEL DOC PRODOTTO DA MARCO DURANTE, PRESIDENTE DI LAPRESSE – “SI DIVERTIVA A SEMINARE ANCHE LA SCORTA”. UNA ABILITA’ CHE LO AIUTO’ A EVITARE ATTENTATI NEGLI ANNI DEL TERRORISMO. E POI LO SCI, LE FERRARI, LE BARCHE, LA FIAT, LA CHICCA SULL'OROLOGIO SUL POLSINO E LA JUVE CON LA FAMOSA BATTUTA A BUSCETTA: "IL TIFO BIANCONERO E’ UNA DELLE POCHE COSE DI CUI NON DOVRA’ PENTIRSI" – VIDEO
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Estratto dell’articolo di Massimo Sideri per il “Corriere della Sera”
«Come per tutti i torinesi sentivi l’elicottero e sapevi che era l’Avvocato. Era sopra tutte le cose e ogni tanto veniva a terra a parlare con gli umani come noi». Raccontato da Michel Platini (che anche i non juventini accettano nel pantheon degli extra-umani) rende bene l’idea di quale fosse la percezione diffusa su Gianni Agnelli.
L’elicottero, lo sci, le Ferrari (una Testarossa cabrio e una F40), la Juventus, le barche con l’andatura pensosa di bolina e, inevitabilmente, la Fiat. Nascita dell’archetipo dell’imprenditore italiano che tutti hanno cercato di emulare: come racconta Marco Tronchetti Provera negli anni Novanta c’era chi avrebbe voluto simulare un problema alla gamba pur di poter camminare con il bastone come faceva lui. È l’Agnelli pubblico delle battute fulminanti, come quando a Gianni Minoli che tentava di stuzzicarlo risposte: «Esistono uomini che parlano di donne e uomini che parlano con le donne. Io di donne preferisco non parlare».
O, ancora, questa volta a Enzo Biagi che gli aveva confessato che Tommaso Buscetta era un tifoso della Juventus: «Lei lo rivedrà? Gli dica che questa è una delle cose di cui non dovrà pentirsi».
Eppure nel docufilm «Gianni Agnelli — In arte l’Avvocato» prodotto da Marco Durante, presidente di LaPresse, con Rai Documentari per i vent’anni della scomparsa, è l’Agnelli dei ricordi dei tre nipoti John, Lapo e Ginevra Elkann, a prendere forma in maniera originale. Memorie sul nonno che si divertiva — racconta John Elkann — a derapare pericolosamente sulla salita per Villar Perosa così da far balzare i nipoti seduti dietro da una parte all’altra. Una mossa per cui oggi il movimento Woke ti impalerebbe sui social. «Per noi era meglio del luna park» confessa l’attuale presidente di Fca.
Peraltro fu proprio questa abilità alla guida che lo aiutò, negli anni del terrorismo, quando decise di rimanere a Torino. «Si divertiva a seminare anche la scorta» racconta ancora Platini.
Poi, certo, c’è anche l’Agnelli dell’orologio sulla camicia (con una chicca storica: pare che l’Avvocato avesse rubato questa curiosa usanza tra l’aristocrazia argentina), quello della Costa Azzurra negli anni in cui plasmò, ricorda Paolo Mieli, la figura di imprenditore internazionale che «fece bene all’Italia».