“SPOGLIARMI DI NUOVO PER UNA BUONA CAUSA, COME FU PER LO SCUDETTO DELLA ROMA? EVITEREI, NON SO SE SAREBBE ANCORA UN BEL VEDERE” – SABRINA FERILLI TORNA IN RAI CON LA FICTION "GLORIA" E SI RACCONTA A “OGGI”: IO FEMMINISTA? SONO UNA DONNA LIBERA, SE PER FEMMINISTA INTENDE CHE L’UOMO È INFERIORE E VA MESSO AL MURO, NO" – "MOLESTIE? NESSUNA, AVANCES POCHE. E QUELLE CHE MI SONO STATE FATTE È PERCHÉ LE HO INCORAGGIATE IO PER PRIMA - “SCHLEIN? E’ MOLTO GIOVANE, DIAMOLE IL TEMPO DI CRESCERE POLITICAMENTE” - DE ROSSI? A ME PIACEVA TANTO MOURINHO..." - E SU TOTTI...
-Michela Auriti per Oggi - Estratti
Se avete perso lo sketch di Sabrina Ferilli a Colpo di luna, in coppia con Virginia Raffaele, recuperatelo su RaiPlay: ecco servita una brillante prova d’artista. Talento poliedrico, il suo. Nella lunga carriera, non si è privata di nulla: dal cinema d’autore ai cinepanettoni, le grandi fiction come Commesse e un film da Oscar, La grande bellezza, oltre alla commedia musicale al Teatro Sistina di Roma. Sabrina è una donna concreta con cui diventa piacevole chiacchierare. L’occasione d’incontro arriva con la serie che segna il suo rientro su Rai 1 dal 19 febbraio: Gloria, regia di Fausto Brizzi.
Interpreta un’attrice in disarmo. Cinica, ironica, disposta a tutto pur di riemergere nel mondo del cinema dopo il confinamento in una serie tv.
«È un personaggio scorretto, ricco di sfumature. È stato divertente entrare nella parte mai banale della cattiva. Gloria è contro i luoghi comuni, il marketing del sentimento, la politica del dolore, l’assenza di meritocrazia. Non si fa condizionare e cercherà di cavalcare alcune mode non solo per tornare a galla, ma anche per riprendersi tutto quello che, ritiene ingiustamente, le sia stato tolto».
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Il 7 marzo esce al cinema Un altro ferragosto, sequel del fortunatissimo Ferie d’agosto firmato (ora come allora) da Paolo Virzì. Lei è ancora Marisa, donna di destra.
«Ennio Fantastichini, che nel film del 1996 era mio cognato e oggi purtroppo non c’è più, diceva che quella gente aveva votato tutti i partiti dell’arco costituzionale per poi ritrovarsi a destra, non riconoscendosi ormai in niente. Una famiglia stordita dagli eventi. Rappresenta un po’ la confusione di oggi. Se all’inizio Marisa era una donna insoddisfatta e malinconica, oggi non crede nemmeno più che possa cambiare qualcosa».
Ferilli invece è donna di sinistra e critica nei confronti della segretaria del Pd Elly Schlein: «È troppo radicale, fa fatica a convogliare l’interesse di tutti», ha detto. Conferma?
«Vedo che temi centrali e nazionalpopolari come la scuola, la sanità e il salario minimo li sta affrontando. È anche molto giovane, diamole il tempo di crescere politicamente».
Si parla tanto del duello televisivo tra Schlein e la premier Meloni. Chi pensa possa spuntarla?
«Vedremo. Ma il confronto è tra chi sta in politica da meno tempo e chi, invece, la politica la mastica da quando è adolescente e quindi avrà una dialettica più allenata».
Il dialogo costante, e molte altre affinità, la legano dal 2005 a Flavio Cattaneo, amministratore delegato e direttore generale di Enel. Come si compone il vostro diverso pensiero politico?
«Entrambi crediamo che l’onestà intellettuale, la capacità di lavorare in maniera integra, la serietà, la passione per la politica e ciò che avviene nella società siano cose importanti che ci accomunano più di un segno su una scheda elettorale. Io non so quello che vota Flavio e lui non sa quello che voto io: non ce lo siamo mai detti. Come lui non mi ha mai fatto pressioni di alcun tipo, e io altrettanto».
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Come le sembrano le donne contemporanee?
«Più allarmate e agitate di quelle di vent’anni fa, ma hanno ragione. Penso ai femminicidi. Ho sempre creduto che sia giusto sensibilizzare le donne su tutto, quindi emanciparle e prepararle a denunciare. Ma poi ognuna fa le sue scelte e, allora, tutto ciò va combattuto con l’insegnamento e l’educazione, in famiglia, nella società, nelle scuole. Più spesso l’appello andrebbe indirizzato agli uomini: il patriarcato esiste, ma anche perché ci sono state madri non all’altezza di educare i figli in un certo modo.
È un tema complesso: non basta uno slogan o una preghiera per cambiare determinate dinamiche. Alle donne direi di coltivare la propria indipendenza, mentale ed economica. Bisogna studiare, lavorare e trovare un confronto alla pari con l’uomo, soprattutto all’interno della coppia. Più una donna è indipendente e più facile è avere una relazione rispettosa».
Lei si definirebbe femminista?
«Io sono una donna libera, che ha sempre lavorato, avuto una vita autonoma e quindi sì, sotto questo aspetto lo sono. Ma se per femminista intende che l’uomo è inferiore e va messo al muro, no».
Ha mai ricevuto molestie, avances?
«Molestie nessuna, avances poche. E quelle che mi sono state fatte è perché le ho incoraggiate io per prima».
Amarcord. Ha posato per un calendario nel 2000 e regalato uno spogliarello per lo scudetto della Roma nel 2001. C’è una buona causa per cui ancora si metterebbe a nudo?
«Eviterei, non so se sarei ancora un bel vedere».
Ferilli e Roma. Si è esposta sui social contro il degrado della città. Qualcosa sta cambiando?
«Mi pare di sì, anche in prospettiva del Giubileo. Le strade cominciano a essere più pulite, i vigili fanno finalmente le multe a chi sosta in seconda o terza fila, vedo potature di alberi e cantieri aperti».
Ferilli e la Roma. Il nuovo allenatore Daniele De Rossi la ispira?
«A me piaceva tanto Mourinho. Ma su De Rossi, bandiera della squadra, confido parecchio. È un ragazzo preparato, molto attaccato ai colori giallorossi».
Perché non pensare a Totti per la panchina?
«Non so se Francesco abbia voglia di rimettersi in gioco e certo sarebbe una gran bella cosa. Ma non gli ho mai sentito dire che vorrebbe fare l’allenatore della Roma. Forse non gli va».
Sabrina, a giugno saranno 60: cifra tonda. Un bilancio?
«Per carità, quelli li fa Gesù Cristo! Chiedo solo la salute perché è una cosa che non dipende da me. A tutto il resto poi ci penso io».