“AI TEMPI DI 'GALAGOAL' MOLTI CALCIATORI MI FACEVANO LA CORTE, SOLTANTO UNO EBBE SUCCESSO” (CIOE' VIALLI) – AMORI E BOLLORI DI ALBA PARIETTI: "MARADONA? NON ERO IL SUO TIPO, GLI PIACEVANO PIÙ... SEMPLICI - MI TELEFONAVA GIANNI AGNELLI. PERÒ MI È SEMPRE PIACIUTO SNOBBARE I RICCHI. LA VERITA' E' CHE NON LA DAVO A NESSUNO..." – LE LITI CON BAUDO E BONCOMPAGNI, IL NO A TINTO BRASS PER "COSI’ FAN TUTTE" (MA POI ACCETTO’ “IL MACELLAIO”) E MARCO TRAVAGLIO: "ALL’ASILO DALLE SUORE MI FACEVA I DISPETTI. PASSAVO VESTITA DI BIANCO E MI SCHIZZAVA CON LE POZZANGHERE”

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Estratto dell'articolo di Giovanna Cavalli per il Corriere della Sera

 

ALBA PARIETTI A FORMENTERA CON UN UOMO CON IL CULO DI FUORI

Leopardata dalla testa ai piedi e con i capelli cotonati frisè passò e ripassò davanti alla Rai di Torino.

«Quando mia madre mi vide conciata così si mise a piangere, lei che non aveva pianto nemmeno al funerale della sua. E al ritorno mi mise la testa sotto al rubinetto. Avevo 17 anni ma ne dimostravo 20, ora che ne ho 61 mi dicono che ne dimostro sempre 20, beh, facciamo 30», se la ride Alba. «La vanità è un mio difetto eppure lo ostento».

 

La passerella era mirata.

«C’era Enzo Trapani che registrava Non Stop , con Verdone, I Gatti, Troisi. Volevo farmi notare. Mi abbordò Jerry Calà, il “tampinatore” del gruppo. Prese il mio numero, mi corteggiava, non un gran complimento, visto che ci provava con tutte. La verità è che non la davo a nessuno, ero solo una bravissima allumeuse, fisico androgino, sedere brasiliano, 1 e 76, bionda, imitavo Dalila Di Lazzaro, avevo sciami di uomini dietro. Mi chiedevano: “Che hai, il miele?” Li attiravo ma poi scappavo».

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Jerry no, Franco Oppini sì.

«Dopo un giro notturno per le vie di Torino, Franco mi invitò per un weekend in Romagna. Andai con un’amica che si fidanzò subito con Jerry. Lui era impegnato, lasciò l’altra e io feci la parte della ruba-mariti anche se di solito sono i mariti a volere essere rubati. Ci innamorammo e fu subito Francesco» (il figlio).

 

All’asilo dalle suore con un baby Marco Travaglio.

«Mi faceva i dispetti: passavo vestita di bianco e mi schizzava con le pozzanghere».

Subito bella.

«A 10 anni sembravo una ninfa, per mamma somigliavo alla Venere di Botticelli».

Innamorata di Baglioni 

«E chi non lo era? Creai un club di fedelissime di Claudio, la cassetta della posta si intasò di lettere, papà ebbe una crisi di nervi. Siamo amici, il suo è stato il primo concerto che ho visto con Fabio».

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Una particina in «Sapore di Mare» dei Vanzina 

«Breve ma iconica comparsata, nella famosa scena finale. Nella vita ci vuole talento ma anche fortuna».

Voleva fare la cantante e non molla, anche se a “Tale e Quale” il suo amico Cristiano Malgioglio la stronca tappandosi le orecchie.

«Una gag tra noi. Non sono male come interprete, so emozionare, se avessi studiato avrei sfondato. Come attrice potevo fare meglio. Pierce Brosnan mi voleva a tutti i costi per 007 GoldenEye , ma io non avevo voglia di studiare l’inglese, volevo godermi la vita, Beppe Caschetto è ancora lì che piange. Occasioni così non ne ho più avute».

 

Quando intonò «Etienne» (“La Piscina”, Raitre, 1991) fu subito feroce parodia.

«Lì ero atroce, ammetto».

 

Era nata la «selvaggeria».

«Ero una sexy cialtrona. Un’idea di Angelo Guglielmi, che mi adorava. Sono sempre piaciuta agli intellettuali».

 

Lo sgabello di Galagoal.

«Di calcio capivo poco, però conoscevo la tv. Mai caduta, la classe non è acqua».

I calciatori apprezzavano.

«Ci provarono in tanti, ci riuscì solo uno, stop».

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E Maradona?

«Non ero il suo tipo, gli piacevano più... semplici. Generoso, travolgente, che serate con lui e Gianni Minà».

Le inviavano tir di regali .

«Auto e gioielli, pure gli emiri. Mi telefonava Gianni Agnelli, gentile e discreto. Però mi è sempre piaciuto snobbare i ricchi. Ho avuto storie solo con uomini che mi attraevano, magari discutibili, ma non che mi fossero utili».

 

Sanremo con Baudo, Milly Carlucci e Brigitte Nielsen.

«La mia consacrazione. Pippo mi diede la grande occasione, ma l’anno seguente, al Dopofestival, non mi voleva, mi trattava malissimo. Come Enrico VIII, che prima prende moglie e poi la fa chiudere in prigione».

 

Anche con Boncompagni bisticciò alla seconda edizione di “Macao” (Rai2, 1998): via dopo una puntata.

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«Come un ragazzino viziato, Gianni si era stancato del suo giocherello. Mi faceva dispetti: non mi inquadrava, usava le luci sbagliate».

 

(...)

Non girò “Così fan tutte” ma accettò “Il Macellaio” .

«Il film di Tinto Brass, un maestro, era troppo spinto, avevo un bimbo piccolo. L’altro era d’autore, magari noioso, non volgare, nel contratto però avevo vietato inquadrature ravvicinate».

 

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«Coscia lunga della Sinistra» fu il nome di battaglia.

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«La coscia resta, la Sinistra no. Azzeccato, ne vado fiera».

E questa Rai «meloniana»?

«Appena sono arrivati i nuovi, si è sbloccato il mio show Non sono una signora , dal 29 giugno, 5 prime serate su Rai2. Quindi bene, forse tutto questo bacchettonismo non c’è. Del resto chi non ha mai sognato di essere una drag queen ? Quanto a me, non sarò più una signora».

Eh?

alba parietti lolita su instagram

«Nel senso che non mi sposerò con Fabio. Ho incontrato l’uomo giusto, per gioco mi chiama “la definitiva”. Mi piace il termine fidanzata, cerco l’emozione che mantiene viva la passione. Ha due ex mogli con cui vado d’accordissimo».

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