“VELTRONI O E’ DISTRATTO, OPPURE COPIA E BASTA, COME SAVIANO” – LA MAIL DI CARLO VULPIO AL CDR DEL CORSERA SUL PEZZO DI "WALTERLOO" IN RICORDO DI TOTO CUTUGNO: “VELTRONI COPIA DALLA MIA INTERVISTA (A CUTUGNO) SENZA CITARE NÉ L’AUTORE (VULPIO) NÉ IL GIORNALE (CORRIERE DELLA SERA, 9/12/2018). DAGOSPIA, CHE IERI HA RILANCIATO QUESTA MIA INTERVISTA, HA CITATO CORRETTAMENTE AUTORE E TESTATA. VELTRONI, NO. COME DICEVA TOTÒ (NON TOTO), QUA NESSUNO È FESSO"

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https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/archeo-quando-toto-cutugno-raccontava-genesi-de-364537.htm

 

Mail di Carlo Vulpio al Cdr del “Corriere della Sera”

 

carlo vulpio

Buongiorno a tutti.

Segnalo il bellissimo pezzo su Cutugno a firma di Veltroni, il quale copia dall’intervista di Vulpio (a Cutugno) senza citare né l’autore (Vulpio) né il giornale (Corriere della Sera, 9/12/2018).

 

Dagospia, ieri, che ha rilanciato questa mia intervista, ha citato correttamente autore e testata. Veltroni, no. Chissà perché. O è distratto, o lo fa apposta, oppure copia e basta, come Saviano.

 

Vabbè, l’eleganza vera e la correttezza autentica, non l’affettazione dei modi, sono per pochi. Ce ne faremo una ragione. Ma, come diceva Totò (non Toto), qua nessuno è fesso.

 

Auguri

Carlo Vulpio

 

FIERO DI ESSERE UNO DEL POPOLO

Walter Veltroni per il “Corriere della Sera”

 

WALTER VELTRONI

Le vite non cominciano tutte in piano. Alcune scivolano giù facili in discesa, molte altre devono faticare in salita. Specie nel tempo in cui è nato Salvatore Cutugno. Era l’inizio di luglio del 1943, due giorni ancora e gli alleati sarebbero sbarcati in Sicilia, la terra di suo padre, e diciotto giorni dopo Mussolini sarebbe caduto, ma l’Italia avrebbe continuato ad essere bombardata e occupata dallo straniero.

 

Nella casa di Fosdinovo, vicino a Massa, dove il padre, sottufficiale di Marina, è stato trasferito, nascono i tre piccoli Cutugno. Anna morirà bambina davanti a lui, di due anni più piccolo: «Ho visto morire mia sorella Anna, la più grande, sotto i miei occhi, soffocata. Stava mangiando gli gnocchi e uno le andò di traverso.

toto cutugno a mosca con il colbacco

 

Aveva 7 anni, io 5. Pochi mesi dopo nacque mio fratello Roberto, a cui voglio un bene dell’anima, che si ammalò di meningite e da allora, come previde il medico, ha avuto una vita agitata. E poi l’altra mia sorella. Rosanna, che è stata la prima bambina a essere operata al cuore in Italia».

 

(...)

 

toto cutugno

Cutugno ha vissuto una vita in sospensione sul sellino, come i grandi scalatori, fin dall’inizio. Regali ne ha avuti pochi, dalla vita. Se non un talento musicale che era un tocco magico. Si dica quel che si vuole, ma Cutugno è stato tra i cantanti italiani più popolari nel mondo. Non solo per le canzoni che ha interpretato direttamente, ma per quelle che ha scritto per i più grandi cantanti francesi e spagnoli, come «Noi, ragazzi di oggi» per Miguel Bosè e per gli assist che ha fornito ai suoi colleghi italiani: «Il tempo se ne va» e «Soli» ad Adriano Celentano o «Io amo» a Fausto Leali.

toto cutugno.

 

 

Eppure su di lui è sempre esistito un pregiudizio per il quale Toto Cutugno ha sofferto. Si è sempre sentito considerare un cantante popolare, non un cantautore. Ha venduto più di 100 milioni di dischi in tutto il mondo e questo è stato, da molti, considerato una colpa. Perché, si sa, per certe parrocchie aristocratiche se le espressioni artistiche incontrano il grande pubblico vuol dire che non sono artistiche. 

 

(...)

«L’Italiano», «Solo noi», «Gli amori» sono belle canzoni, orecchiabili e riconoscibili. La linea melodica di Cutugno ha avuto una sua coerenza e la gente gli ha voluto bene. Quelli come lui hanno faticato, più di altri. Hanno battuto i locali più sdruciti, cantato in piazze distratte, combattuto al Festivalbar o al Disco per l’estate. Nulla gli è stato donato. Ogni cosa è stata conquistata.

TOTO CUTUGNO ADRIANO CELENTANO

 

E per quel bambino in piedi sui pedali della vita aver vinto Sanremo, poi in Europa, aver venduto quella marea di dischi, essere conosciuto in tutto il mondo deve essere stato un sogno e una meraviglia. Conosciuto come italiano fiero di esserlo. «Buongiorno Italia col caffè ristretto /Le calze nuove nel primo cassetto/Con la bandiera in tintoria /E una Seicento giù di carrozzeria».

 

Quel bambino spaventato dalla vita un giorno ha scritto questa canzone in cui si inneggiava a «Un partigiano come Presidente» e in cui si parlava dell’Italia che fatica e spera. Ciò che questo Paese fa, da sempre e per sempre.

toto cutugno concerto in russia
CARLO VULPIO
toto cutugno con il coro dell armata rossa
toto cutugno in russia
toto cutugno 2
toto cutugno con belen rodriguez a sanremo
CARLO VULPIO