“IL VIAGGIO IN POLONIA? SALVINI È IL PRODOTTO POLITICO DEI SOCIAL, DI UNA COMUNICAZIONE SENZA MEMORIA CHE SI MUOVE IN UN ETERNO PRESENTE” - GRAMELLINI: “SEMBRA LA PESCIOLINA DORY, CHE NON RICORDA MAI COSA LE È SUCCESSO UN ATTIMO PRIMA. PENSAVA CHE QUEST'ULTIMO TRAVESTIMENTO DA ‘NEUTRALE’ SAREBBE RIUSCITO A FAR DIMENTICARE IL PASSATO PUTINIANO” – SORGI: "MA CHI LO AVREBBE MAI DETTO A SALVINI DI DOVER PAGARE LO SCOTTO DELLE SUE T-SHIRT E DEI SOCIAL IN CUI È ONNIPRESENTE?" - TUTTE LE DICHIARAZIONI PRO PUTIN - VIDEO
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Massimo Gramellini per il “Corriere della Sera”
Sarebbe facile infierire sul Salvini pacifista, umiliato dal sindaco di un paesino polacco ai confini dell'Ucraina, il quale si è rifiutato di riceverlo sventolandogli davanti alla faccia e, quel che è peggio, alle telecamere, la maglietta con l'effigie di Putin da lui più volte indossata in passato.
Quando hai uno scheletro nell'armadio, o tieni chiuso l'armadio o butti lo scheletro. O taci su Putin, come Berlusconi, o riconosci di avere sbagliato a tesserne le lodi. L'unica cosa che non puoi fare è fare finta di nulla, pensando di poterti reinventare senza doverti giustificare.
Salvini si è tolto la maglietta del putiniano per mettere quella del crocerossino con la disinvoltura di un bambino che cambia maschera di carnevale. Non mi interessa sapere perché lo ha fatto, ma come ha fatto anche solo a immaginare di poterlo fare. Credo che l'unica risposta plausibile sia che il segretario della Lega è il prodotto politico dei social, di una comunicazione senza memoria che si muove in un eterno presente.
Sembra la pesciolina Dory, che non ricorda mai cosa le è successo un attimo prima . Salvini ricorda benissimo di averci spacciato Putin per una via di mezzo tra Cavour e Nembo Kid, però pensava che quest' ultimo travestimento da «neutrale» sarebbe riuscito a farcelo dimenticare, evitandogli l'imbarazzo di un'abiura. Invece gli è bastato avvicinarsi a un teatro di guerra perché l'incanto si rompesse e lui si ritrovasse di nuovo nel tempo, con il passato addosso.
LE T-SHIRT SOCIAL
Marcello Sorgi per “la Stampa”
Ma chi lo avrebbe mai detto a Salvini di dover pagare lo scotto delle sue t-shirt e dei social in cui è onnipresente. Contestato in Polonia, prima tappa della sua strana missione pacifista, Il leader leghista ha trovato ad aspettarlo - non ad accoglierlo - il sindaco di Przemysl Bakun che mostrava la maglietta con il volto dell'autocrate russo altre volte indossata dal Capitano. Si sa: Salvini usa molto per la sua propaganda il linguaggio delle felpe e dei travestimenti.
Ma forse, prima di mettersi in viaggio, non ha valutato bene la serie di interventi in favore di Putin rimasti a galleggiare sulla rete. 11 marzo 2015: «La Russia è più democratica dell'Unione europea». 25 marzo 2017: «Putin è il leader più lungimirante al potere. Se dovessi scegliere tra Merkel e Putin, vi lascio Merkel e mi tengo Putin».
18 ottobre 2016: «Qualcuno ha paura di essere invaso dai russi? Io piuttosto ridiscuterei la presenza dell'Italia nella Nato». 28 novembre 2017: «Se avessimo un Putin anche in Italia, staremmo sicuramente meglio». 12 luglio 2019: «Putin è uno dei migliori uomini di governo che ci siano sulla faccia della terra». Si tratta di una serie di interventi video davanti alle telecamere, più difficili da rinnegare delle dichiarazioni scritte o a voce.
Ma d'altra parte Salvini, che ha respinto l'invito del sindaco Bakun di andare a manifestare al confine con l'Ucraina contro l'invasione russa, non ha alcuna intenzione di smentirsi. Colpisce che almeno uno degli interventi si riferisca al periodo in cui il leader leghista era ministro dell'Interno dell'esecutivo gialloverde, a conferma della forte tentazione di uscire dalla tradizionale collocazione internazionale dell'Italia.
E come hanno ricordato ieri i radicali dell'Associazione Aglietta, il 6 marzo 2017 Salvini firmò a Mosca con "Russia Unita", il partito di Putin, un "patto di partenariato paritario e confidenziale", scambio di informazioni sulle relazioni bilaterali e internazionali, che scade in questi giorni, ma che Salvini non sembra aver alcuna voglia di disdettare.