“VINCENZO DE LUCA È IL VERO EREDE DI EDUARDO. LO VORREI RE D’ITALIA!” - STASERA AL MODERNISSIMO DI NAPOLI DAGO PRESENTA “ROMA SANTA E DANNATA”, IL DOC FIRMATO CON MARCO GIUSTI E DANIELE CIPRÌ – “NAPOLI È ANCHE PIÙ PAGANA DI ROMA. QUI PERFINO UN CORNETTO PORTAFORTUNA ASSUME UNA VALENZA FALLICA, SACRO E PROFANO SI MESCOLANO” - "ROMA E NAPOLI HANNO IN COMUNE LA CHIACCHIERA. OGGI HO ANCORA MOLTI LEGAMI CON PARTENOPE. MI PIACE TANTISSIMO L’ATTRICE TERESA SAPONANGELO. ADORO ANTONIO CAPUANO E..."
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ROMA SANTA E DANNATA - TRAILER
1 - ROBERTO D’AGOSTINO: AMO VINCENZO DE LUCA, VERO EREDE DI EDUARDO
Estratto dell'articolo di Mirella Armiero per “Corriere del Mezzogiorno - Corriere della Sera”
«Finalmente a Napoli!». Roberto D’Agostino esulta per la tappa di stasera al Modernissimo, dove presenterà il suo documentario «Roma santa e dannata». Proiezione alle 21.15, con Marco Giusti, coautore, e Daniele Ciprì, regista.
Per il giornalista, collezionista, showman, geniale inventore di Dagospia , quello di stasera è un ritorno: ha lavorato alla Rai di Napoli («ero uno degli autori di “Sotto le stelle” che si girava qui negli anni ‘80 o forse anche prima», commenta. «Ricordo pure quando ci fu il terremoto»). Ed è un ritorno anche quello nel cinema: prima di «Roma, santa e dannata», viaggio nella notte romana, aveva diretto nel 1992 un cult-trash, «Mutande pazze».
D’Agostino, Napoli e Roma si assomigliano?
«Per certi versi sì, Napoli è una città che amo da morire, è anche più pagana di Roma.
Qui perfino un cornetto portafortuna assume una valenza fallica, sacro e profano si mescolano».
Quanto ha vissuto qui?
«Per tre anni ci ho passato lunghi periodi estivi, ho fatto il critico musicale e ho assistito all’esplosione della Nuova compagnia di Canto Popolare, ho conosciuto Beppe Barra, Roberto De Simone, James Senese, tutta la scena musicale che ancora prima di Pino Daniele era già di grandissima vitalità».
E oggi cosa le piace? Il rap?
«Sono stagioni musicali che vanno e vengono, quello che conta è che la filosofia della città resti invariata, insieme al modo di pensare. Ma devo dire che c’è qualcosa che mi piace moltissimo oggi...».
Quale? O forse chi?
«Vincenzo De Luca. Sono un suo grande fan, l’ho voluto conoscere, insieme a Renzo Arbore ci vediamo i suoi interventi passaggio per passaggio. Che tempi! Che pause! È il vero erede di Scarpetta e di Eduardo, che eloquio! Lo vorrei re d’Italia, passa dal serio al ridicolo è viceversa».
[...] A raccontare Roma di recente è stato un napoletano, Paolo Sorrentino.
«Sì, ma il bello del mio film è che stavolta Roma viene raccontata da un romano. Non da un napoletano e nemmeno da un regista di Rimini come Fellini. Per parlare di Roma ci devi stare dentro fino al collo. Del resto chi viene a Roma resta invischiato, o si romanizza o se ne va».
Quella del film è una città in pieno splendore o in decadenza?
«Direi più decadenza. Però resta la città eterna. Questo perché di fronte a tanta bellezza hai la sensazione che i capolavori siano più vivi di te. Il Colosseo, il Pantheon, i Caravaggio e tutto il resto ci sopravvivono, ed è giusto così. Vuoi mettere il Pantheon con un grattacielo contemporaneo, che dopo cinquant’anni verrà buttato giù?».
E la Roma dei salotti?
«Quello è un altro aspetto. Roma è anche un paesone. Ci si incontra, si parla, ci sono oltre venticinque circoli, mentre a Napoli giusto uno o due. E quelli romani sono circoli in cui è difficilissimo entrare, c’è una nomenklatura, una comunità che si sostiene. Da soli non si va da nessuna parte...C’è sempre qualcuno che viene a salvarci. Meloni, Renzi, Conte: tutti passano. Il potere invisibile è sotto, non lo vedi certo in televisione o sui giornali».
Torniamo a Napoli e ai suoi amici napoletani: anche qui vi sostenevate a vicenda...
«Eccome! Per esempio Marisa Laurito è una sorella per me, grande artista. E un grandissimo era pure Luciano De Crescenzo, capace di fondere mondo classico e napoletanità. Quando venivo a Napoli andavamo subito da Mattozzi a piazza Borsa a farci di pasta e patate come fosse cocaina. Un napoletano atipico invece era La Capria, perché si era profondamente romanizzato. In ogni caso Roma e Napoli hanno questo in comune: la chiacchiera. Ho passato nottate intere in conversazione, a gustare il piacere della parola... Molto meglio di qualsiasi altra cosa».
E oggi?
«Oggi ho ancora molti legami con Napoli. Mi piace tantissimo l’attrice Teresa Saponangelo. Adoro Antonio Capuano, dal fascino antico, incredibile. Sono amico di Lia Rumma, da lei ho comprato tante opere d’arte. Vado sempre al San Carlo».
Ma il turismo di massa non la disturba?
«Ma quando mai! Non siate gelosi di Napoli, ‘sti poveracci che vivono in posti di m... lasciamo che conoscano un po’ la bellezza. Napoli fa battere il cuore».
2 - «ROMA COME NAPOLI I RIVELA NELLA NOTTE»
Alessandra Farro per “il Mattino”
Tra demonio e redenzione, la città eterna si racconta in «Roma, santa e dannata», il documentario di Roberto d'Agostino e Marco Giusti, diretto da Daniele Ciprì, presentato alle 21.15 al Modernissimo dal fondatore di «Dagospia». Un viaggio notturno nella città eterna, e perduta, in cui i due amici raccontano luoghi, aneddoti, storie insieme a Carlo Verdone, Enrico Vanzina, Giorgio Assumma, Sandra Milo, Massimo Ceccherini, Vera Gemma e Vladimir Luxuria, perché, come diceva Van Gogh, «La notte è la cosa migliore che possa accadere al giorno, la notte è più colorata».
Come descrivere Roma?
«L'hanno già fatto due grandi registi non romani, Fellini e Sorrentino, ora lo faccio io che qui vivo da quando sono nato. La racconto senza pregiudizi né moralismi, per quello che è: una città unica al mondo, che mette insieme il sacro e il profano. Nonostante il Vaticano sia vicino, conserva la sua anima pagana. Roma è santa e puttana. È una città, come una sedia elettrica è una sedia: quando arriva una scossa non sai mai se è un orgasmo o un infarto.
Con Giusti cerchiamo di raccontare come sia possibile vivere in una città del genere, ci perdiamo nel ricordo di episodi che ci riguardano in prima persona oppure in altri che riguardano la città in sé, insieme a una serie di personaggi del mondo dello spettacolo che, come noi, conoscono bene Roma e sanno cosa significhi viverci. Chi ci arriva da fuori o si lascia romanizzare, trovando nel giro di tre giorni la sua voce e il suo ruolo, oppure se ne va, ne viene espulso».
Perché il «by night»?
«Il giorno è dedicato al lavoro, alla scuola e alle famiglie, quando calano Roma si trasforma, il paganesimo supera il cristianesimo. E con Marco per abbandonarci a un racconto confidenziale di certe storie e certe volgarità, abbiamo scelto la notte, quando è più facile lasciarsi andare, si sente meglio il rumore del mondo, crollano le imposizioni sociali...».
Intanto stasera è a Napoli, dove negli anni '80 era autore di «Sotto le stelle» per Raiuno.
«Conosco bene la città, e la sua notte, per il programma televisivo ci ho passato tre estati. Qui ho conosciuto Roberto De Simone e sono sempre più convinto che «La Gatta Cenerentola» sia una delle opere più belle partorite dal genio italico. Napoli è un'altra città unica, che mescola sacro e profano.
Vivere a Napoli è come vivere in un altro universo, dove ogni suono, postura, voce è come mai vista prima. Applica un'altra filosofia alla vita che puoi trovare solo qui, non c'è razzismo, né pregiudizio. Siamo abituati a percepire una città come luogo urbanistico, città come Roma e Napoli ci dimostrano come invece ci sia molto di più: ogni posto ha un suo modo di comunicare, sta a noi capirlo».
3 - ROBERTO D'AGOSTINO PRESENTA AL MODERNISSIMO "ROMA, SANTA E DANNATA"
Ilaria Urbani per https://www.repubblica.it
Carlo Verdone, Enrico Vanzina, Massimo Ceccherini, Sandra Milo, Vera Gemma e Vladimir Luxuria. Sono solo alcuni dei nomi che incarnano Roma quando tramonta il sole, insieme con Carmelo Di Ianni e l'avvocato dei vip Giorgio Assumma. E' la città eterna raccontata da Roberto D'Agostino e Marco Giusti nel film documentario "Roma, santa e dannata", regia e fotografia di Daniele Ciprì. Dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma, il film arriva a Napoli martedì 28 novembre alle 21.15 al multisala Modernissimo.
Con l'autore Roberto D'Agostino attesi tanti ospiti noti, istituzioni e rappresentanti del mondo dello spettacolo. Il film è prodotto da The Apartment, società del gruppo Fremantle, e Kavac Film con Rai Cinema, produttore creativo Paolo Sorrentino, distribuito da Altre Storie. “Roma, santa e dannata” è un viaggio nella notte romana dove Roberto D’Agostino racconta all'amico Marco Giusti, ripresi da Daniele Ciprì, perché Roma è una città, come la sedia elettrica è una sedia. Città unica e infernale, capace di tutto.
“La notte è la cosa migliore che possa accadere al giorno. La notte è più colorata”, citano Vincent Van Gogh. "Dago & Giusti intraprendono il viaggio al calar delle tenebre - si legge nella sinossi - perché è di notte che si percepisce meglio il frastuono del mondo. È di notte che il cambiamento dei costumi sociali s’impone. È la notte che racconta al meglio quello che sta succedendo alla nostra vita, più di qualsiasi saggio sociologico".