MA I DEPUTATI DEM SI ASPETTAVANO DI TROVARE AL 41 BIS INTELLETTUALI DELLA "RIVE GAUCHE"? SERRACCHIANI, VERINI, ORLANDO, OLTRE CHE CON COSPITO, AL PENITENZIARIO DI SASSARI HANNO PARLATO ANCHE CON UN BOSS DELLA CAMORRA, UN KILLER DELLA ‘NDRANGHETA E LO STRAGISTA DI CAPACI – LUNARE LA GIUSTIFICAZIONE: “NON SAPEVAMO CHI FOSSERO. I LORO NOMI LI ABBIAMO SAPUTI DOPO L'INTERVENTO DI DONZELLI” – I DEM SI DIFENDONO: “INUTILE DIRE CHE COSPITO CI HA ORDINATO DI PARLARE CON GLI ALTRI DETENUTI. È UNA CRETINATA”

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Estratto dell'articolo di Andrea Bulleri per “il Messaggero”

SERRACCHIANI VERINI ORLANDO

 

Da una parte, tre condannati al 41 bis per reati di mafia, tra cui l'uomo che confezionò la bomba responsabile della morte di Giovanni Falcone e della sua scorta.

 

Dall'altra, quattro parlamentari del Pd. Che per una manciata di minuti ascoltano i detenuti e scambiano con loro qualche parola, attraverso gli spioncini delle porte d'acciaio. Interessandosi a quanti anni restino loro da scontare. Si gioca tutto in questo frangente il caso che getta nuova benzina sul fuoco delle polemiche innescate dal caso Cospito. Con Fratelli d'Italia che accusa il Pd di «dialogare con mafiosi e terroristi» e i dem che replicano parlando di «assurde insinuazioni» per «buttare la palla in tribuna».

 

Tutto nasce dalla visita dello scorso 12 gennaio al penitenziario di Sassari da parte di quattro eletti dem: Debora Serracchiani, capogruppo alla Camera, Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia, Walter Verini (senatore) e Silvio Lai (deputato). Un viaggio nato allo scopo di «verificare le condizioni di salute» di Alfredo Cospito, l'anarchico condannato al 41 bis in sciopero della fame da ottobre.

DEBORA SERRACCHIANI E ANDREA ORLANDO VISITANO COSPITO - MEME BY OSHO

 

Ma la visita, come riportato ieri dal Fatto Quotidiano (e confermato dagli stessi interessati), non si è limitata a un breve colloquio con Cospito. Perché quando gli è stato domandato delle proprie condizioni, sarebbe stato lo stesso leader anarchico ad avanzare una richiesta: «Non parlate solo con me, chiedete anche agli altri detenuti».

 

Ma i tre detenuti coi quali Cospito condivideva quel braccio del carcere di Sassari, prima di essere trasferito a Milano, non erano prigionieri qualsiasi. Si tratta di Francesco Di Maio, camorrista affiliato al gruppo Bidognetti del clan dei Casalesi. E poi Francesco Presta, killer della ndrangheta. Infine Pietro Rampulla, l'«artificiere nero» di Capaci. L'uomo, già militante di Ordine Nuovo, identificato come colui che materialmente realizzò l'ordigno piazzato sotto il tunnel dell'autostrada che uccise il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i membri della scorta. Nessuno di loro ha mai collaborato con la giustizia, nessuno si è pentito.

 

SERRACCHIANI VERINI ORLANDO 2

Eppure un breve scambio tra i tre boss e i parlamentari c'è stato, quel 12 gennaio. E nel mirino dei meloniani sono finite proprio quelle parole di Cospito: «Parlate anche con loro». Come se i quattro esponenti dem avessero in qualche modo seguito le indicazioni di un uomo accusato di strage contro la sicurezza dello Stato.

 

«È una questione che non esiste, una mascalzonata», insistono dal Pd: «Di certo non abbiamo parlato con loro perché ce l'ha detto Cospito», la linea. «Nessuno ci ha ordinato niente» mette in chiaro Serracchiani in serata, dopo una giornata in cui l'unica (o quasi) voce dei dem era stata la nota vergata dai quattro parlamentari in replica alle accuse. «Quando siamo arrivati» al penitenziario, racconta Serracchiani «la polizia ci ha portato davanti alla cella di Cospito, ma io stavo già parlando con il detenuto della terza cella, Verini con quello della quarta. Inutile dire che Cospito ci ha ordinato di parlare con gli altri detenuti: è una cretinata».

COSPITO Francesco Di Maio, Francesco Presta e Pietro Rampulla

 

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ALFREDO COSPITO.