MA POI C’È STATO IL BACIO TRA VINCENZO ITALIANO E VANESSA LEONARDI DI "SKY SPORT"? LA GIORNALISTA, EX RAGAZZA DI “NON E’ LA RAI”, SI RACCONTA A “TV BLOG” MA NON C’È NEANCHE UNA DOMANDA SUL GESTO DELL'EX TECNICO DELLA FIORENTINA – ALLA DOMANDA SU UN ALLENATORE CHE LE STA SIMPATICO, LA LEONARDI, MARITATA COL COLLEGA MAURIZIO COMPAGNONI, BUTTA LA PALLA IN TRIBUNA: “GIAMPIERO VENTURA ERA UN VERO SIGNORE E UN GENTILUOMO. COSÌ COME ALLEGRI…”
-Vincenzo Italiano qui célèbre le but de Biraghi en allant embrasser la journaliste Sky Sport Vanessa Leonardi ???
— TEAM Serie A FR (@TeamSerieA_fr) April 19, 2024
Leurs conjoints respectifs ont dû sûrement apprécier ce moment... pic.twitter.com/HoKI2oTGQ1
Massimo Falcioni per TvBlog - Estratti
Un padre critico televisivo al Messaggero e “malato di calcio”, come lo definisce lei stessa. “E’ stato lui a trasferirmi la passione per il pallone e il giornalismo. Se non avessi fatto la giornalista sportiva, mi sarebbe piaciuto occuparmi di spettacoli”. A confidarlo a TvBlog è Vanessa Leonardi, da vent’anni esatti volto amatissimo di Sky Sport. “Con papà Franco vedevo le partite in tv e la domenica mi portava allo stadio. Ho un fratello più piccolo di otto anni e fino alla sua nascita il figlio maschio sono stata io. In compenso, a mia madre Gabriella del calcio non è mai importato nulla”.
Conduttrice di Sky Sport 24 e inviata a bordo campo per le partite di Serie A e di coppa, la Leonardi da lunedì prossimo raccoglierà provvisoriamente il testimone da Alessandro Bonan e racconterà le trattative di mercato, dal lunedì al venerdì, a partire dalle 23.
(…)
Riavvolgiamo il nastro. La primissima esperienza televisiva risale a Non è la Rai.
In realtà no. Ancora prima c’era stata Domenica In, sempre con Boncompagni. Era la stagione 1990-1991, quella con Gigi Sabani. Andai ai provini con una mia compagna di classe e mi presero. Non è la Rai arrivò successivamente.
Quale fu il motivo che ti spinse a partecipare?
Volevo pagarmi gli studi. Mi ero iscritta all’Università e quell’esperienza mi garantì una stabilità economica. Parallelamente avevo iniziato la gavetta e Non è la Rai mi consentiva di guadagnare e di studiare in assoluta indipendenza. Non nego che mi aiutò pure a battere la timidezza e ad essere più spigliata.
Ancora oggi, di notte, vengono trasmesse le repliche del programma. Ti capita mai di guardarle?
Mai. Ad essere sincera, non so nemmeno dove le fanno.
Accennavi alla gavetta. Il primo impatto col giornalismo fu a Radio Incontro.
Esattamente. Era una radio della Capitale che si occupava prettamente di Roma e Lazio. Svolsi un colloquio e mi suggerirono di andare la domenica a vedere da vicino come lavoravano.
Caso volle che quel giorno la ragazza che affiancava Marcello Micci si sentì male e Marcello, a cui devo tutto, mi propose di provare a fargli da spalla. Andò bene e proseguii pure nelle domeniche successive. Fu un’esperienza bellissima che mi consentì di cominciare a scrivere per la Gazzetta dello Sport. Tra i vari opinionisti che intervenivano c’era infatti anche il vicedirettore della testata Ruggiero Palombo, che mi propose di collaborare.
L’approdo a Sky come avvenne?
Per una sostituzione di maternità. Cercavano delle persone da coinvolgere nella redazione romana di Sky Sport e il vicedirettore di Sky Tg24 Ivano Santovincenzo mi aveva ascoltata in radio. Quindi mi segnalò a Fiorenzo Pompei e svolsi il colloquio. Pensavo di essere andata malissimo e mi sbagliavo, perché il 30 gennaio, giorno del mio compleanno, mi arrivò la telefonata che sognavo. Stavo festeggiando a casa con i miei amici e alle sette di sera ricevetti la notizia. Dopo quella sostituzione di maternità ne arrivò un’altra, fino a quando non firmai un contratto a tempo indeterminato e mi trasferii a Milano.
A Sky hai trovato anche l’amore. Dal 2006 sei sposata con il telecronista Maurizio Compagnoni.
Lavoravo a Roma a Sky Sport 24 e lui rientrava da una trasferta della Nazionale in Tunisia. Era una delle ultime amichevoli prima dell’Europeo in Portogallo. Decise di fermarsi in redazione per scrivere un pezzo e ci conoscemmo. Ci scambiammo i telefoni, partirono un po’ di messaggi e da lì nacque tutto.
Tempo fa raccontasti che le prime volte, a causa dei mille impegni, capitò di darvi appuntamento in autogrill.
Successe a Parma (ride, ndr). Io tornavo nella Capitale dopo un’intervista ad Amauri, mentre lui da Milano. Non ci vedevamo da una settimana, allora decidemmo di beccarci a metà strada e di pranzare insieme in un autogrill.
Immagino che ora abbiate più possibilità di stare assieme.
Assolutamente sì. Seguiamo tantissime partite assieme e gestiamo meglio gli orari.
Condividere lavoro e vita privata è un vantaggio o a volte è limitante?
Non è che a casa si parli sempre di lavoro, anzi. Riusciamo a far convivere bene le due cose. Facendo la stessa professione, ho la fortuna di poter ascoltare i suoi consigli. I suoi insegnamenti mi sono serviti moltissimo.
Uno in particolare?
Se in diretta mi dilungo troppo me lo fa notare e mi cazzia.
Spesso siete in onda assieme, tu come conduttrice e lui come opinionista. La situazione ti ha mai creato imbarazzo?
La prima volta ammetto che ci venne da ridere, perché fu come trovarsi a casa davanti ad un piatto di pasta. Adesso è diventato talmente normale che non ci faccio più caso. Non mi sono mai domandata quale sia la percezione di chi ci guarda. Mi è sempre parso tutto estremamente naturale. Senza contare che abbiamo fatto tantissime partite assieme.
Tra voi ci sono dieci anni di differenza.
Non si sentono affatto. A volte mi dimentico di quanti anni ha, sembra più giovane di me!
(...)
Trovarsi in diretta nell’istante giusto. In tal senso, ricordi delle giornate particolari?
Nell’estate 2018 annunciai Cristiano Ronaldo alla Juventus. Seguii l’intera trattativa, con Alessandro Alciato in collegamento dalla Grecia. Inoltre, ero in onda nel giorno dell’approdo di Mourinho alla Roma. Non diedi la notizia dell’ingaggio, ma condussi l’intera serata.
Fu invece difficilissimo essere in diretta quando dovetti comunicare la morte di Diego Armando Maradona, o raccontare in tempo reale il malore in campo di Eriksen. In questo caso ero da sola e fui messa alla prova. Non è facile trovare le parole giuste ed evitare la retorica. C’era il serio pericolo di sbagliare; nessuno sapeva come stesse il giocatore. Devo ancora dire grazie a Giuseppe Marotta, che in quanto amministratore delegati dell’Inter seguiva in prima persona ciò che stava accadendo ed era in stretto contatto con i medici della Danimarca. Mi mandò decine di messaggi per aggiornarmi.
(...)
Nel ruolo di inviata hai intervistato centinaia di allenatori. Ce n’è qualcuno che ti sta più simpatico di altri?
Giampiero Ventura era un vero signore e un gentiluomo. E’ una persona competente e ho sempre avuto un ottimo rapporto con lui. Così come con Allegri, che conobbi ai tempi del Cagliari.
Dopo una vita passata a raccontare esclusivamente lo sport, ti piacerebbe diversificare?
Mi piacerebbe allargare gli orizzonti, sono intrigata da questa possibilità. Mi stuzzicherebbe aprirmi al costume, alla società e al gossip, anche per il semplice gusto di cambiare. Non chiudo a questa eventualità.