IL MARCHESE FULVIO ABBATE INFILZA BUTTAFUOCO-GIULI SUL CASO DELLA RIVISTA DELLA BIENNALE – "LA PAGLIUZZA DEL MINISTRO CHE ANNUSA IL CARTACEO IMPEDISCE DI INTUIRE LA TRAVE DELLA GRATIFICANTE COOPTAZIONE LETTERARIA, FORSE ANCHE “TEORETICA”: IL TRIMESTRALE IN QUESTIONE (CHE PUO’ CONTARE NEL PRIMO NUMERO ANCHE DI UN INTERVENTO DI LUCIANO VIOLANTE) SERVIRÀ COME STRUMENTO DI CONSENSO AMICALE. DETTO IN SOLDONI: POTRA’ MAI PARLARE MALE DI TE UN COLLABORATORE DOPO CHE GLI È GIUNTO IL BONIFICO PER LA PRESTAZIONE?" - VIDEO
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Fulvio Abbate per Dagospia
Caro Roberto, non è al naso del ministro Alessandro Giuli, che a Venezia annusa il sublime cartaceo primordiale dell’arte e così forse perfino del creato, cui occorre fare caso in questa storia. Piuttosto al bonifico che, prima o poi, apparirà sull’estratto conto del collaboratore per il testo richiesto e pubblicato.
Ancora meno alla prosopopea del presidente Pietrangelo Buttafuoco che con curiale retorica da filodrammatica siciliana, anche in un’occasione in apparenza anodina, monta la guardia al Sacro Graal familista meloniano. Applaudito, quest’ultimo, perfino dagli ingenui di sinistra.
Talvolta la pagliuzza della doverosa satira demolitrice e liberatoria, vedi la parodia esemplare che di quel naso ha subito fatto Maurizio Crozza, impedisce di intuire la trave della gratificante cooptazione letteraria, forse anche “teoretica”.
Spiego meglio: la “risorta” rivista trimestrale che, appunto, Buttafuoco e i suoi collaboratori hanno rimesso al mondo delle librerie specializzate al prezzo di 28 euro, ha semmai tutt’altro scopo.
L’oggetto prende nome tautologicamente “La Biennale di Venezia”. E, così leggo nelle note di battesimo, si pone come, immagino, ecoscandaglio per “le arti visive, l’architettura, la danza, la musica, il teatro, il cinema e tutto quanto rappresenta spazio di riflessione e discussione intorno all’oggi, sempre con la prospettiva di meglio comprendere e immaginare il futuro”.
Sarebbe meglio dire il futuro professionale di Buttafuoco stesso, lì voluto, ripeto, da Casetta Meloni: Giorgia, “il presidente”, e la sorella Arianna, amministratrice dei singoli millesimi.
Apprendiamo ancora che i volumi tematici raccoglieranno “testimonianze, racconti, interventi ex cathedra, tutti inediti, di artisti, studiosi, personalità del mondo della cultura e della società civile” (sic). Nel primo numero, tra le firme, segnalo Giovanni Lindo Ferretti, Stenio Solinas e Luciano Violante. Da quest’ultimo mi aspetto un saggio, come minimo, sulle facce grottesche del potere restituite da Honoré Daumier.
Per esperienza, essendo stato critico d’arte contemporanea, addirittura "militante" per oltre un decennio (tuttavia orgoglioso di avere rifiutato un incarico di commissario sezione della Biennale d’Arte nell’edizione del 1993) so che le pubblicazioni tematiche sono oggetto di indifferenza da parte d’ogni possibile lettore. Ignoriamo quanto possa essere il compenso per il singolo intervento ex cathedra che riceverà ogni collaboratore, sono comunque abbastanza certo che, come già certe prosaicamente leggendarie ed economicamente gratificanti pubblicazioni di un’ormai cancellata compagnia aerea, questo il trimestrale in questione servirà soprattutto come strumento di consenso amicale. Detto in soldoni: potrò mai più dire male di te dopo che mi è giunto il bonifico per la prestazione?