MATANO E IL GIALLO DELLA LETTERA IN ROSA - NON TUTTE LE REDATTRICI DELLA ''VITA IN DIRETTA'' SI SONO SCHIERATE CON IL GIORNALISTA E CONTRO LA CUCCARINI: ERANO SOLO 14 SU 37 AD AVER ''CENSURATO'' LA CONDUTTRICE SOVRANISTA CHE DOPO LA MANCATA RICONFERMA HA RICOPERTO DI IMPROPERI IL SUO EX COLLEGA. QUELLE CHE NON HANNO FIRMATO LO HANNO FATTO PER…
-Eleonora D'Amore per www.fanpage.it
Momento delicato in Rai, a ridosso della presentazione dei nuovi palinsesti 2020/2021, che si terranno il 16 luglio tra le sedi di Milano e Roma. Tempi in cui sembra che gli animi siano particolarmente esagitati e il clima dentro e fuori studi piuttosto teso. Dal caso Insinna a quello Venier, sollevati da Antonio Ricci a Striscia la Notizia, che hanno messo in vetrina presunte realtà poco edificanti di entrambi i conduttori con i loro collaboratori, si è passato allo scontro frontale tra Lorella Cuccarini e Alberto Matano.
I volti della fascia pomeridiana della rete ammiraglia sarebbero arrivati ai ferri corti, almeno stando alla lettera inviata dalla conduttrice uscente alla vigilia dell’ultima puntata di questa stagione. Si parlava di sessismo e di ‘ego smisurato’ con i quali avrebbe dovuto fare i conti, portando a termine un ‘mandato’ di appena un anno, concluso a suo dire molto a fatica. Di tutta risposta Matano ha optato per il silenzio. Al suo posto sono corse in soccorso le firme della redazione al femminile de La vita in diretta, che hanno preso le distanze dai toni accesi della Cuccarini.
Ma c’è un fatto: la lettera ‘con cui le inviate e autrici de La vita in diretta rispondono per le rime, schierandosi in difesa di Matano”, per come è stata pubblicata da Dagospia e dai maggiori quotidiani nazionali, non avrebbe dovuto essere diramata riferendosi alla pluralità delle donne che ci lavorano.
Fanpage.it infatti ha appreso da una fonte interna al programma che le firmatarie, 14 in tutto, deficitavano del consenso scritto di altre 37 collaboratrici, tra le quali la regista (Nicoletta Chiadroni, ndr), alcune inviate principali, redattrici e autrici. “È più un fatto di coscienza che altro” ci dicono “la lettera è stata considerata, non si sa se per errore o volutamente, delle ‘donne della vita in diretta’ e invece non è così. Erano solo poche colleghe, tante altre non hanno voluto perché o non interessate ad aderire alla polemica, essendo estranee ai fatti, o perché ignare della missiva o per motivi personali. Il fatto è che quelle sono 14 firme e ce ne sono 37 che non hanno voluto firmare o che non sono state proprio informate”.
La precisazione è legata alla volontà di chiarificare un passaggio ritenuto fondamentale, ovvero quello che avrebbe in maniera erronea delineato due divisioni nette: una rappresentata dalla Cuccarini contro Matano e l’altra dalle donne della redazione contro la conduttrice e in difesa di Matano. La fonte aggiunge:
Probabilmente non c’è stata nemmeno la loro volontà (quella delle firmatarie, ndr) di far passare quella come la lettera delle donne della vita in diretta perché hanno firmato singolarmente. È successo tutto in un attimo: la Cuccarini ha mandato la lettera la mattina dell’ultima puntata e subito dopo è stato improvvisata questa lettera di risposta con chi c’era e non informando tutte, aspettando le adesioni. A quel punto purtroppo i grandi giornali hanno riportato la notizia e non c’è stata la prontezza di intervenire per chiarire per bene come sono andate le cose.
Già Antonella Delprino, storica autrice del programma, si era dissociata dalla lista di firme circolata a poche ore dalla lettera della Cuccarini, mentre Emma D'Aquino aveva subito spezzato una lancia in favore dell'ex collega ai tempi del Tg. E ora, dato che negli ultimi giorni si sono ricorse voci, in parte confermate, riguardo un acceso confronto verbale avvenuto fuori gli studi Rai, che ha visto Pierluigi Diaco contro Matano in difesa dell'amica Lorella, pare che il sipario fatichi a chiudersi su questa turbolenta stagione de La vita in diretta, che avrebbe potuto congedarsi dal pubblico con un sorriso in più dopo il successo di ascolti che ne aveva richiesto il prolungamento fino a fine giugno.