UN MEMORIALE PER I MORTI DEL MORANDI: “LE MACERIE RACCONTERANNO LA TRAGEDIA” - LA STRUTTURA NASCERÀ DAL MAGAZZINO TRAVOLTO DAI PILONI. L’ARCHITETTO STEFANO BOERI: “L'IDEA È ARRIVATA DAI FAMILIARI” – LA PRESIDENTE DEL COMITATO DEI FAMILIARI DELLE VITTIME: “VEDERE IL NUOVO PONTE CHE RINASCE NON È QUALCOSA CHE CI RENDE FELICI, È UN QUALCOSA CHE CI RIEMPIE DI ANGOSCIA, PERCHÉ…”

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Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

All' inizio dello scorso novembre, Stefano Boeri andò a vedere la zona del disastro.

memoriale per i morti del morandi

Non era la prima volta, ma quel pomeriggio era appena finita la riunione con i familiari delle 43 vittime. Lo chiamano «processo partecipativo», ma si tratta di una serie di incontri con le parti coinvolte in un progetto, con chi ha più diritto a parlare. E di ragioni, le persone che hanno perso un figlio o un genitore sotto le macerie del ponte Morandi, ne avevano e ne hanno da vendere.

 

Egle Possetti, la presidente del comitato, disse con garbo all' architetto milanese il cui studio si era aggiudicato il concorso internazionale per il nuovo parco urbano destinato a sorgere nell' area del disastro, che l' idea di un cerchio fatto da 43 alberi, ognuno intitolato a un grande nome della cultura ligure, ecco, insomma, era suggestiva, ma loro avevano bisogno di altro, di un posto chiuso, raccolto.

 

Di un memoriale. Per ricordare, e per far capire a chi ci entrerà, cosa furono quella mattina di pioggia del 14 agosto del 2018, e quel dolore enorme che ne seguì, come è potuta accadere una cosa del genere.

 

memoriale per i morti del morandi

A un certo punto si trovò davanti agli ex magazzini dell' Amiu, la nettezza urbana di Genova. Uno di quei capannoni era stato schiacciato dal crollo della pila 9. Dentro, c' erano tre lavoratori a fine turno. Morirono tutti. Quella struttura industriale è diventata il centro di raccolta delle macerie del ponte, riempiendosi dei blocchi giganteschi di cemento armato e acciaio.

 

«Nella loro dimensione, quei pezzi giganteschi di ponte davano l' esatta percezione dell' entità della tragedia. Non c' era bisogno di aggiungere altro, anche l' architettura doveva essere il più possibile silenziosa, lasciando parlare solo quei resti».

Quello spazio era già un memoriale delle vittime. Non era previsto dal progetto originale, ma era giusto che ci fosse. Così è stato, per merito di quelle riunioni. Oggi verrà presentato a Genova, un progetto semplice e ambizioso per la volontà di tenere dentro tutto, la percezione di quel che fu, il dolore e la storia.

 

Sono 7.200 metri quadrati che racconteranno con documenti anche le colpe e le omissioni. «Quelle 43 persone - racconta Boeri - non sono vittime di guerra, ma di una tragedia improvvisa con tante responsabilità. I familiari delle vittime hanno avuto la giusta intuizione. Serviva un' idea semplice e forte». Ci sarà un percorso tra le macerie che spiegherà la storia del ponte, prima e dopo. E poi, al piano rialzato, uno spazio dove potranno andare i familiari, solo loro.

 

memoriale per i morti del morandi

Anche in questi giorni così cupi, Marco Bucci, sindaco e commissario per la ricostruzione, ha buone ragioni per alimentare il suo indistruttibile ottimismo. «Era importante avere un luogo fisico dove la gente possa andare per conoscere la storia e imparare da certi errori. Ci siamo arrivati insieme, ed è giusto che siano stati i familiari delle vittime a decidere. Ne sono orgoglioso».

 

Poi c' è il resto. Il Campus dell' innovazione, la piazza Genova nel bosco, la serra della biodiversità mediterranea, dove troverà posto la collezione cittadina delle felci arboree, da tempo alla ricerca di una sede permanente. Un sistema di parchi e spazi pubblici che il Cerchio rosso, una nuova infrastruttura ciclo-pedonale, cucirà tutti insieme.

 

Se il nuovo ponte sanerà la ferita di Genova, da questo progetto dipende la riqualificazione della Valpolcevera e del ponente genovese, la zona che più ha patito.

 

ponte di genova tricolore

Sono ormai due anni che Boeri tiene sulla sua scrivania la foto in bianco e nero che gli ha trovato un suo ricercatore universitario. Ritrae una fase della costruzione del vecchio ponte Morandi, le basi che si alzavano tra i palazzi. «La situazione non è poi così diversa da quella del post terremoto ad Amatrice o Norcia. C' è il bisogno degli abitanti di fuggire, e di rimuovere. Sentimenti magari sbagliati, ma comprensibili. Per questo abbiamo cercato di recuperare il rapporto di questa zona con la città». Bucci ci conta. «La rigenerazione urbana di un quartiere che non era dei migliori rappresenta un esempio da seguire per un cambio di passo definitivo». Appuntamento a fine luglio. Come per il nuovo ponte. A Genova si annuncia una estate piena di novità. E di speranza.

il nuovo ponte di genova supera il polcevera sollevata la campata centrale 24

 

 

EGLE POSSETTI

Da genova24.it

 

(…)“Vedere il nuovo ponte che rinasce non è qualcosa che ci rende felici, è un qualcosa che ci riempie di angoscia, perché pensiamo che avrebbe potuto essere ricostruito prima che crollasse e provocasse questa ferita che non si potrà mai rimarginare, per questo anche sull’inaugurazione capirete che siamo un po’ freddi”. Così Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo vittime Ponte Morandi, nel corso della videoconferenza organizzata dal Comune di Genova per presentare il progetto del memoriale dei 43 morti.

 

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