MUGHINI: “AMBRA, CHE È DONNA DI SPETTACOLO E INTELLIGENTE, PARE ABBIA CONCORDATO LA SCENETTA CON “STRISCIA LA NOTIZIA”. HA INTUITO CHE DA QUELLA SCENEGGIATA NE SAREBBE VENUTO PER LEI UN GRAN GUADAGNO MASSMEDIATICO, E DIFATTI MEZZA ITALIA DOPO QUELLA SCENETTA TIFA (GIUSTAMENTE) PER LEI. LA SOCIETÀ FONDATA SULLA COMUNICAZIONE MASSMEDIATICA, SECONDO CUI L’IMPORTANTE È ESSERCI, TRIONFA ANCORA UNA VOLTA. AMBRA NON CI FOSSE STATA, NE AVREBBE AVUTO SOLO DANNI. AL SUO POSTO IN QUEI GIORNI AVREBBE MAGARI TRIONFATO UNA QUALCHE SCIACQUETTA QUALSIASI CHE SI FOSSE RESA 'VISIBILE' PER..."
Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, sarà perché invecchio sempre più pericolosamente fatto è che sempre più pregio il valore della discrezione, del non far rumore mentre cammini, dello scansarti e del non esserci anziché esserci a tutti i costi sui media e compagnia cliccante. Un valore che è talmente in controtendenza rispetto alle voghe e ai valori della nostra società da diventare rarissimo e dannoso per chi lo pratica.
Naturalmente ero stato fra coloro che erano rimasti sbalorditi della consegna del Tapiro di “Striscia la notizia” ad Ambra, persona e donna che conosco e apprezzo: e che è la testimonianza vivente di quanto Gianni Boncompagni, che la scoprì “ragazzina”, ci azzeccasse sempre nei suoi giudizi. (E a proposito di Boncompagni e della sua “Non è la Rai”, ho apprezzato molto che Aldo Grasso, un critico televisivo di cui condivido appieno il 90 per cento di quello che scrive, si sia detto “pentito” del non avere apprezzato a suo tempo quella formidabile invenzione televisiva.)
Mai e poi mai l’avrei scritto da quanto mi sembrava banale, certo era sconcertante che un segno di dileggio venisse appioppato a una donna di cui sembrava che fosse stata “lasciata” dal suo uomo dopo una relazione durata quattro anni. Solo che le cose a quanto pare non sono andate così. Ambra, che è donna di spettacolo e donna intelligente, pare abbia concordato la scenetta con i finti pirati di “Striscia la notizia”.
Ha intuito che da quella sceneggiata ne sarebbe venuta per lei un gran guadagno massmediatico, e difatti mezza Italia dopo quella scenetta tifa (giustamente) per lei. La società fondata sulla comunicazione massmediatica, secondo cui l’importante è esserci, trionfa ancora una volta. Ambra non ci fosse stata, ne avrebbe avuto solo danni sotto forma di disinteresse, di silenzio su di lei, di non esserci per l’appunto.
Al suo posto in quei giorni avrebbe magari trionfato una qualche sciacquetta qualsiasi che si fosse resa “visibile” per il più banale dei motivi. E del resto in una società dominata dal rumorio della comunicazione di massa, come fai a distinguere tra motivi “banali” e motivi che non lo sono. Impossibile.
Esserci esserci esserci. A tutti i costi. A cominciare dall’esserci sui social a qualsiasi costo e in qualsiasi circostanza. Senza di che, è il caso mio, la tua condizione diventa eguale a quella degli antifascisti esuli in Francia e dunque lontanissimi dalla realtà italiana degli anni Venti e Trenta. Non esisti, non esisti proprio. Un mio amico che stava sui social due tre ore al giorno, mi diceva che quando usciva un suo libro era come se duemila copie fossero già immediatamente vendute. A coloro con i quali aveva duettato a colpi di clic per mesi e mesi.
Malato di discrezione come sono, se esce un mio libro non ne accenno neppure ai miei amici. Una volta la Feltrinelli mi aveva invitato a parlarne in una delle sue librerie romane. Di quell’appuntamento non ne feci parola con nessuno. Nella saletta si radunarono venti o venticinque persone, non una di più. Vendetti due copie del libro. Mi direte che questa è spocchia. Ossia l’altra e prelibata faccia della discrezione. Ma certo che lo è.