A PROPOSITO DI "PATRIARCATO" LEGGO DI DONNE ODIERNE (DELLE GIORNALISTE INNANZI TUTTO) CHE RACCONTANO I LORO RAPPORTI CON GLI UOMINI - UNA VOLTA AL CINEMA PRESI LA MANO DI UNA DONNA A SEGNARE UN'AFFETTUOSITÀ. LEI LA RITIRÒ SUBITO, E NE AVEVA IL DIRITTO. SOLO CHE NON ERA "PATRIARCATO" IL MIO, ERA SOLO UN GESTO AFFETTUOSO. LA VITA È UN TAFFERUGLIO DI SFUMATURE, NON LA REQUISITORIA DI UN PUBBLICO MINISTERO CHE…"
Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, a proposito di "patriarcato" leggo di donne odierne (delle giornaliste innanzi tutto) che raccontano i loro rapporti con gli uomini e negli anni ed è una successione di uomini che volevano baciarle o palpeggiarle a tutti i costi, di uomini che più volgari e prepotenti di così si muore. A riprova di quanto sia diffuso e dominante "il patriarcato" sub specie di una irrefrenabile volgarità di noi uomini nel rapportarci con il femminile. Aggiungo che qualcuna di quelle raccontatrici è stata ospite in qualche occasione a casa mia.
Confesso di provare un certo imbarazzo nel leggere di questi racconti, che di certo corrispondono a verità autobiografiche. Solo che non esemplificherei a questo modo i rapporti più consueti e i più abituali tra noi uomini e loro donne, e persino le volte in cui un uomo s'è mosso in modo sbagliato con una donna. Ogni situazione è diversa da ogni altra, c'è mala grazia e mala grazia. Una volta al cinema, dove stavo seduto accanto a una donna, le presi la mano a segnare un'affettuosità. Lei ritirò subito la mano, e ne aveva tutto il diritto. Solo che non era "patriarcato" il mio, era solo un gesto affettuoso che andava valutato come tale e non come la prova del nove del nostro irriducibile maschilismo.
Di certo nei rapporti di ogni giorno tra uomini e donne ci sono gesti e parole sbagliate, improprie, talvolta goffe. Così è la vita, così è il nostro reciproco e affannoso (tra uomini e donne) cercarci, scoprirci, rivelarci l'uno all'altra. La vita che cos'altro è se non un tafferuglio di sfumature? Non la requisitoria di un pubblico ministero che ogni volta vuole appioppare il massimo della pena. Ne sta parlando non un presunto colpevole, ma un indubitabile innocente.