MUSICA LEGGERISSIMA, ANSIA PESANTISSIMA! DOPO SANGIOVANNI, ANCHE COLAPESCE&DIMARTINO RIVELANO DI ESSERE PRONTI A PRENDERSI UNA PAUSA: “ALLA FINE DEL TOUR CI RIPOSEREMO, DAL 2020 NON CI SIAMO PIÙ FERMATI. STRESS E DEPRESSIONE? CHI LAVORA IN CAMPO ARTISTICO È PIÙ ESPOSTO, C’È BISOGNO DI SUCCESSI, DI APPARIRE IN CONTESTI SUPER, SOPRATTUTTO SUI SOCIAL. IN UN GIOVANE CIÒ PUÒ FAR SALTARE I NERVI. NOI SIAMO AVVANTAGGIATI PERCHÉ SIAMO ARRIVATI GIÀ DEPRESSI...” - VIDEO
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Estratti da open.online
Colapesce (Lorenzo Urciullo da Solarino, Siracusa) Dimartino (Antonio Di Martino da Palermo) sono pronti a prendersi una pausa: «Alla fine del tour svilupperemo i nostri progetti, ci riposeremo, dal 2020 non ci siamo più fermati. Ma continueremo a essere noi, in futuro vedremo», annunciano oggi in un’intervista a Repubblica.
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Parlano poi di “Ragazzo di Destra”: «La nostra canzone racconta la storia di due posizioni, in cui una prevale in modo forte e mai visto prima: manca la possibilità di critica, Meloni interviene anche sulle scelte artistiche delle emittenti tv. La canzone racconta i tempi di oggi, è sbagliato relegare il cantautore al racconto dei suoi drammi personali.
Ci auguriamo di diventare un traino, ma al momento sembra che nemmeno i grandi prendano posizione per smuovere un po’ le coscienze». E del paragone con i grandi: «Battiato è inarrivabile, ha venduto milioni di copie con quei testi e quegli arrangiamenti. Per noi non è stato voluto: Musica leggerissima nasce dalla volontà di scrivere una canzone sulla depressione, sui nostri traumi post Covid, le nostre debolezze. Il successo è quasi un incidente».
Sullo stress e la depressione dell’artista Colapesce Dimartino dicono che «chi lavora in campo artistico è più esposto, la musica è cambiata, c’è bisogno di successi, di apparire in contesti super, soprattutto sui social. In un giovane ciò può far saltare i nervi. Noi siamo avvantaggiati perché siamo arrivati già depressi». E ancora: «I ventenni vivono una crisi emotiva fortissima. Fossi il ministro della Salute mi occuperei della loro salute mentale. Noi siamo corazzati: quando abbiamo iniziato c’era già la crisi del disco. Ma bisognerebbe abituare i ragazzi alla possibilità del fallimento».