“A PUPO SARÀ GARANTITO QUANTO DOVUTO NON APPENA MI SARÀ GARANTITA LA PROTEZIONE DIPLOMATICA DAL GOVERNO ITALIANO” – FRANCESCO BECCHETTI, EX PROPRIETARIO DI AGON CHANNEL, REPLICA AL CANTANTE CHE SU DAGOSPIA AVEVA BATTUTO CASSA (“MI DEVE ANCORA CENTOMILA EURO”) – “RINGRAZIO PUPO PER AVER CREDUTO NELLA MIA TOTALE INNOCENZA ANCHE SE IN QUESTI DURI ANNI DI LOTTA LEGALE NON LO HA MAI MANIFESTATO NÉ PRIVATAMENTE NÉ TANTOMENO PUBBLICAMENTE” – LA BATTAGLIA TRA BECCHETTI E IL PREMIER ALBANESE EDI RAMA
-Riceviamo e pubblichiamo da Francesco Becchetti
In merito alle dichiarazioni di Pupo rilasciate nei giorni scorsi, l’imprenditore Francesco Becchetti rassicura il cantante e showman che il contratto sarà rispettato, non appena messo nelle condizioni di farlo.
In particolare, Becchetti tramite una nota stampa riferisce: “Ringrazio Pupo per aver creduto nella mia totale innocenza anche se in questi duri anni di lotta legale non lo ha mai manifestato né privatamente né tantomeno pubblicamente.
Ha aspettato una sentenza di un arbitrato internazionale per esprimerla e subito dopo rivendicare il pagamento dell'ultima trance del suo compenso.
Voglio rassicurarlo che intendo onorare, come sempre, i miei impegni quando sarò nelle condizioni di poterlo fare, ovvero, non appena mi sarà garantita la protezione diplomatica della Premier Meloni nei confronti del Primo Ministro dell’Albania, Edi Rama, protezione dovuta a garanzia dell'impresa, dello spettacolo e dei cittadini italiani”. Conclude Francesco Becchetti.
Riepilogo della vicenda
La svolta nella vicenda è dei giorni scorsi, quando un tribunale internazionale ICSID, della Banca Mondiale, ha respinto l'istanza di revisione del lodo arbitrale promossa dall’Albania che ha riconosciuto all'unanimità a Francesco Becchetti ed altre persone oltre €120 milioni in danni, costi e interessi.
Francesco Becchetti era il proprietario di Agon Channel, un'emittente televisiva paneuropea con 500 dipendenti con sede a Tirana, e ha trasmesso critiche al primo ministro albanese Edi Rama, al suo governo e ad altri politici. Agon è stata lanciata in Albania nell'aprile 2013 e, dal 2014, trasmetteva in Albania 24 ore su 24, sette giorni su sette, offrendo una vasta gamma di notizie e programmi di intrattenimento. Il canale è stato chiuso nell'ottobre 2015 dopo che Becchetti e sua madre, Liliana Condomitti, sono stati accusati ingiustamente di riciclaggio di denaro. I beni di Becchetti sono stati congelati, è stato emesso un mandato di arresto e sono state avviate le procedure di estradizione.
In una trasmissione televisiva nel giugno 2015, Rama ha definito Becchetti e i suoi collaboratori un "fenomeno scandaloso contro il quale abbiamo dichiarato guerra e che combatteremo fino alla fine". Ha aggiunto che il governo "farà tremare le fondamenta del sistema giudiziario". Nel frattempo, Becchetti ha presentato una richiesta di avvio di un procedimento arbitrale contro lo Stato albanese presso l'ICSID.
Nell'ottobre 2015, Becchetti è stato costretto a sottoporsi a un arresto su appuntamento a Londra, dopo che il governo albanese aveva chiesto la sua estradizione. Ma nel luglio 2016, il Westminster Magistrates Court ha rigettato il procedimento di estradizione, definendo le prove del governo albanese "totalmente fuorvianti". L'Albania aveva annunciato un ricorso in appello, poi ritirato.
Il tribunale dell'ICSID ha ritenuto che le azioni del governo di Rama nell'emettere mandati di arresto contro Becchetti e l'amministratore di AgonSet, Mauro De Renzis, accusandoli di evasione fiscale, falsificazione di documenti, appropriazione indebita e riciclaggio di denaro e richiedendo la loro estradizione dal Regno Unito, fossero motivate dalle critiche di Agonset al governo albanese e che la chiusura di Agonset fosse il culmine di una campagna politica contro Becchetti e altri. I tribunali di Londra che si sono pronunciati sulle richieste di estradizione hanno anche stabilito che l'Albania ha abusato e usurpato del procedimento giudiziario.
L'Interpol ha ritirato i mandati di arresto internazionale contro Becchetti e De Renzis, dopo che l'Albania non è stata in grado di giustificarli. Le “Red Notices” emesse contro i due sono state ritenute dall'Interpol non conformi alle sue regole quando l'Albania non ha fornito chiarimenti sul carattere politico, sulla mancanza di un giusto processo e sulla mancanza di basi probatorie per le accuse.
La polizia albanese aveva fermato gli ex dipendenti e i manager di Agon e li aveva sottoposti a perquisizioni nel momento in cui essi avevano provato a lasciare il Paese. Tra questi dipendenti, definiti dal governo albanese "persone molto pericolose", c'erano giornalisti, redattori e analisti, ma anche cameraman, operatori e persino parrucchieri.
Il Tribunale ha inoltre condannato l'Albania per espropriazione illegittima dell'emittente televisiva Agonset, in violazione dell’accordo bilaterale sugli investimenti tra Italia e Albania. In particolare, ha condannato il governo albanese a pagare a Becchetti e agli altri imprenditori la somma di €110 milioni in risarcimenti e spese. Per inquadrare l'entità di questi risarcimenti, €110 milioni equivalgono a quasi l'1% dell'intero PIL dell'Albania. Se la stessa percentuale fosse applicata agli Stati Uniti, equivarrebbe a $190 miliardi.
Dopo l'annuncio del risultato, Becchetti ha commentato: "Io e la mia famiglia siamo lieti che la nostra battaglia legale durata quattro anni e la nostra lotta contro l'arresto irregolare e la persecuzione politica siano giunte al termine. Il nostro primo pensiero va a tutte le famiglie dei dipendenti del Gruppo che hanno sofferto così ingiustamente a causa delle azioni precipitose del corrotto governo albanese. Siamo lieti che il tribunale abbia compiuto il raro passo di confermare che siamo stati oggetto di una persecuzione di Stato. Ora non vediamo l'ora di riprendere le nostre vite e le nostre attività commerciali".